





L’interpretazione religiosa del corpo che si concretizza nella conservazione delle salme come avviene, ad esempio, in alcune mummie egiziane e colombiane e nei loro corredi presenti apre prospettive interessanti anche per la contemporaneità.
Nel Medioevo il corpo sacro, conservato e venerato in teche spesso preziosissime è quello dei santi, chiamati ad animare lo spirito religioso dei fedeli. Tuttavia esistono anche mummie laiche e tentativi di conservazione del corpo che la società ha talvolta riservato a “uomini illustri” di particolare interesse, scienziati, artisti, musicisti, scrittori, uomini politici.
E’ il caso del dito di Galileo conservato oggi al Museo Galileo di Firenze, sottratto al corpo dello scienziato ed conservato come una reliquia sacrale, così la salma di Mazzini, la cui mummia, prodotta alla sua morte nel 1872 da Paolo Gorini, fu nel 1946 riesposta al pubblico in occasione della nascita della Repubblica Italiana.



Come avviene per Lenin, il tema apre a riflessioni sulla forza anche politica del corpo, esposto e venerato dalla comunità, che nella sua apparente incorruttibilità dà spazio al tema della memoria e della risposta alla morte e alla impermanenza delle cose. I casi di conservazione sacrale di corpi o parti di corpi di eroi laici sono le più varie, dal cranio di Cartesio, al teschio di Plinio il Vecchio e di Raffaello, al cervello di Einstein, ai capelli di Mozart e di Beethoven.
In tutti questi casi, pur con diverse modalità, la pratica della conservazione della memoria sconfina nella venerazione e nel culto laico. Il tema suggerisce riflessioni interessanti sulla portata sociale di fenomeni contemporanei, come avviene per le “reliquie” degli artisti pop, vendute a prezzi esorbitanti, ad esempio per gli occhiali di Elton John o i beni di Freddie Mercury.