Gall e Spurzheim 1809; 1810-19
Brunner 1801
Opera
Anleitung zur Menschenkenntnis und Menschenleitung für Geistliche
Caratteristiche
Il pastore e teologo svizzero Johann Brunner (1755 – 1820) è l’autore di questa Guida alla conoscenza della natura umana e della leadership a uso dei religiosi pubblicata a Zurigo nel 1801.
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Frioriep 1801
Opera
Darstellung der neuen, auf Untersuchungen der Verrichtungen des Gehirns gegründeten, Theorie der Physiognomik des Hrn Dr. Gall in Wien
Caratteristiche
Ludwig Friedrich von Frioriep (1779 – 1847), medico e docente universitario tedesco, è l’autore del trattato Darstellung der neuen, auf Untersuchungen der Verrichtungen des Gehirns gegründeten, Theorie der Physiognomik des Hrn Dr. Gall in Wien, pubblicato a Weimar nel 1801. Frioriep presenta “la nuova teoria della fisiognomica del dottor Gall a Vienna, basata sugli studi delle funzioni del cervello”.
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Münchener DigitalisierungsZentrum
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Robert Le Jeune 1801
Opera
Essai sur la mégalanthropogénésie, ou l’Art de faire des enfants d’esprit qui deviennent des grand hommes; suivi des traits physiognomoniques propres à LES faire reconnaitre, décrits par Lavater et du meilleur mode de génération
Caratteristiche
In questo trattato pubblicato a Parigi nel 1801, il medico Louis Joseph Marie Robert (le jeune, 1771-1846) propone una teoria fondata sul potere dell’ereditarietà e basata su una semplice premessa: per produrre un uomo di genio, un uomo dello stesso tipo deve sposare una donna dello stesso rango mentale, cosicché un’unione megalantropogenetica possa produrre uomini straordinari. Un’educazione adeguata porterà la mente alla sua perfezione e al suo sviluppo. L’autore, un medico, fornisce anche i mezzi con cui una donna può dare alla luce un maschio o una femmina. L’opera è anche un trattato di fisiognomica, la cui convinzione principale risiede nell’equivalenza tra bellezza e bontà.
Mentre lavori come quelli di Parsons, Sue o Camper spostano la problematica della fisiognomica nel campo degli oggetti e dei metodi della storia naturale dell’uomo, trasformandone così la prospettiva e facendo ricorso allo sviluppo della osteologia, della miologia e dell’anatomia comparata, altri autori, come Pernety, Lavater, Clairier e Robert si riallacciano in effetti alla tradizionale fisiognomica, usando talvolta formulazioni che sembrano ripetere quelle di Cardano.
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Stöhr 1804
Opera
Physiognomik oder Kunst die Menschen aus dem Geschichte zu Beurtheilen: mit der Silhouette des Verfassers.
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di Coelestinus Stöhr (1766 – 1836) pubblicato a Coburgo nel 1804.
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Münchener DigitalisierungsZentrum (MDZ)
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Bell 1806
Opera
Essays on the Anatomy of Expression in Painting
Caratteristiche
Si tratta di una raccolta di saggi sull’anatomia dell’espressione in pittura del chirurgo, anatomista, neurologo e filosofo inglese Charles Bell (1774 – 1842), pubblicata a Londra nel 1806, sebbene terminata da Bell già due anni prima.
Le espressioni, gli atteggiamenti e i movimenti del corpo umano hanno sempre interessato gli scienziati e gli artisti, ma mai prima d’ora erano stati trattati con tale profondità e concisione. L’opera riflette la genialità di Bell sia come artista che come anatomista e ha ispirato l’Expression of the Emotions (1872) di Darwin, che descrive Bell come uno dei fondatori della materia come branca della scienza.
In Physiognomy and the meaning of expression in the Nineteenth Century, la studiosa inglese Lucy Hartley afferma che “l’originalità della tesi di Bell consiste nel considerare il sistema nervoso come centro di ogni comprensione dell’espressione delle emozioni”.
[vedi Sean Hughes, Christopher Gardner-Thorpe, Charles Bell’s (1774-1842) contribution to our understanding of facial expression, “Journal of medical biography“, vol. 30, 4 (2022), pp. 206-214].
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Humboldt 1806
Opera
Ideen zu einer Physiognomik der Gewächse
Caratteristiche
“Idee per una fisiognomica delle piante” del naturalista, esploratore, geografo e botanico tedesco Alexander von Humboldt (1769 – 1859).
Scrive Humboldt: “Come la conoscenza orittognostica dei tipi di roccia differisce dalla teoria delle montagne, così la fisionomia generale della natura è diversa dalla descrizione individuale della natura. Georg Forster nei suoi viaggi e nei suoi piccoli scritti, Goethe nelle sue descrizioni della natura, contenute in molte delle sue opere immortali, Buffon, Bernardin de St Pierre e Chateaubriand hanno descritto con inimitabile verità il carattere di singoli tratti di cielo. Tali descrizioni, tuttavia, non sono solo in grado di fornire alla mente un piacere del tipo più nobile; no, la conoscenza del carattere naturale di diverse parti del mondo è intimamente connessa con la storia della razza umana e con quella della sua civiltà”.
Humboldt riprende anche la teoria dell’influenza dei diversi climi sullo sviluppo dei popoli: “Infatti, anche se l’inizio di questa civiltà non è determinato solo da influenze fisiche, la direzione che prende, il carattere del popolo, l’umore cupo o allegro dell’umanità, dipendono in gran parte dalle condizioni climatiche. Quanto ha influito il cielo greco sui suoi abitanti! Come mai i popoli che si insediarono nella bella e felice regione tra l’Eufrate, l’Halys e il Mar Egeo non si risvegliarono precocemente alla grazia morale e a sentimenti più teneri! E quando l’Europa sprofondò in una nuova barbarie e l’entusiasmo religioso aprì improvvisamente il sacro Oriente, i nostri antenati non riportarono forse da quelle valli costumi più miti? Le opere poetiche dei Greci e i canti più rudi dei popoli primitivi nordici dovevano il loro carattere peculiare in gran parte alla forma delle piante e degli animali, alle valli montane che circondavano il poeta e all’aria che soffiava intorno a lui. Chi non si sente diverso nelle ombre scure dei faggi, sulle colline coronate da abeti solitari, o sui prati erbosi dove il vento sussurra nel pergolato tremante della betulla? Queste forme vegetali patriottiche evocano in noi immagini malinconiche, serie, edificanti o allegre. L’influenza del mondo fisico su quello morale, la misteriosa interazione tra il sensoriale e l’extrasensoriale, conferisce allo studio della natura, se lo si porta a livelli più elevati, una nuova dimensione”.
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La Sarthe 1806-1807
Opera
Art de connaitre les hommes par la physionomie par Gaspard Lavater
Caratteristiche
Opera in dieci volumi che raccoglie tutti i testi di Lavater. Si tratta di una vera e propria enciclopedia di fisiognomica curata da Jacques-Louis Moreau de La Sarthe (1771-1826), professore di medicina a Parigi. La prima edizione risale al 1806-7 e il successo è definitivamente sancito da quella del 1820, una vera bibbia per ogni curioso ottocentesco di fisiognomica. Tutti i testi riferibili a Le Brun e gran parte dei suoi disegni occupano l’intero nono volume dell’opera di La Sarthe, diviso nei seguenti capitoli:
Extrait de la vie de Charles Le Brun; Abrégé d’une conférence de Charles Le Brun à L’Académie de Peinture et de Sculpture sur la physionomie; Dissertations sur la cause de la disparition de la dernière conférence de Charles Le Brun à L’Académie de Peinture et de Sculpture sur la physionomie; Système de ChARLES Le Brun sur la physionomie d’après les écrits de Nivelon son élève; Conférence de Charles Le Brun sur l’expression générale et particulière, enrichie de ses XLI dessins.
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Brown 1807
Opera
An Essay on the Truth of Physiognomy, and its application to medicine
Caratteristiche
In questo trattato pubblicato a Philadelphia nel 1807, il medico Richard Brown compie un interessante tentativo di applicazione della fisiognomica lavateriana alla medicina. Il frontespizio reca una citazione di Lavater tradotta in inglese: “”Does not the Physician pay more attention to the Physiognomy of the sick, than to all the accounts, that are brought him, concerning his patient?”.
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Himly 1808
Opera
Gall und Lavater. Beytrag zur vergleichenden Würdigung der neuen und alten Physiognomik
Caratteristiche
Trattato del funzionario prussiano Johann Friedrich Wilhelm Himly (1769 – 1831) su Gall e Lavater che offre una “valutazione comparativa della nuova e vecchia fisiognomica”, pubblicato a Berlino nel 1808.
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Mecklenburg-Vorpommern Digitale Bibliothek
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Gall e Spurzheim 1809; 1810-19
Opere
Recherches sur le système nerveux en général, et sur celui du cerveau en particulier. Mémoire présenté a l’Institut de France
Anatomie et physiologie du système nerveux en général, et du cerveau en particulier. Avec des observations sur la possibilité de reconnoître plusieurs dispositions intellectuelles et morales de l’homme et des animaux par la configuration de leurs têtes, 4 vols
Observations sur la phrénologie ou la connaissance de l’homme moral et intellectuel
Caratteristiche
Franz Joseph Gall (1758 – 1828), medico tedesco, neuro-anatomista, fisiologo e pioniere nello studio della localizzazione delle funzioni mentali nel cervello, nonché ideatore della dottrina frenologica, fra il 1796 e il 1801 propaga a Vienna i suoi punti di vista sui rapporti mente-corpo in seminari aperti al pubblico e in incontri dimostrativi. Accusato di immoralità, materialismo e ateismo dalle autorità, e diffidato dal continuare le sue lezioni pubbliche, insieme a Johann Christoph Spurzheim (1776 – 1832), suo collaboratore dal 1800, inframezza l’attività di laboratorio con frequenti viaggi scientifici in Svizzera, Olanda e Francia.
Gall sostiene che le facoltà morali e intellettuali sono innate, che il cervello è l’organo di tutte le inclinazioni, tendenze, facoltà, ed è composto di organi differenti corrispondenti alle singole inclinazioni, tendenze, facoltà. Il suo lavoro neuroanatomico mette in chiaro che il sistema nervoso si compone di una serie gerarchicamente ordinata di gangli separati ma in rapporto tra loro, che le strutture più alte si sviluppano dalle più basse ricevendo apporti dai nervi afferenti e che la materia grigia è matrice dei nervi, mentre la materia fibrosa bianca ha una funzione di conduzione. Scopre inoltre l’origine dei primi otto nervi cranici e le connessioni delle fibre del midollo allungato con i gangli basali. In collaborazione con Spurzheim, pubblica a Parigi Recherches sur le système nerveux en général et sur celui du cerveau en particulier (1809); Anatomie et physiologie du système nerveux en général et du cerveau en particulier (opera fondamentale in 4 volumi, dei quali Spurzheim redige tutto il primo e metà del secondo, mentre il resto è opera di Gall; 1810-19; trad. it. 1835); Observations sur la phrénologie ou la connaissance de l’homme moral et intellectuel (1810).
Gall considera la sua nuova scienza come parte della fisiognomica. I libri di fisiognomica illustrati di Lavater, risalenti agli anni ’70 del XVII secolo, sono ancora molto popolari quando Gall sviluppa la sua dottrina frenologica. Ma a differenza dei suoi predecessori, da cui diffida, Gall si concentra interamente sulla testa e mette in relazione le caratteristiche del cranio con parti cerebrali superiori distinte, che associa a funzioni diverse. In breve, la sua fisiognomica, con la sua enfasi sul cervello e sulle sue funzioni, rappresenta una rottura importante con le formulazioni precedenti.
[vedi Sanders, F.H., Fisahn, C., Iwanaga, J. et al., Johann Gaspar Spurzheim (1775–1832) and his contributions to our understanding of neuroanatomy, “Childs Nerv Syst“, 33, 2017, pp. 877–879;
Donato Verardi, L’organo dell’anima. Fisiognomica e fisiologia cerebrale in F. J. Gall, in “Psychofenia”, 22, 2010, pp. 87-108.
Stanley Finger, Physiognomy: “Facing” the Past, “Franz Joseph Gall: Naturalist of the Mind, Visionary of the Brain”, New York, Oxford Academic, 2019;
Rhonda Boshear, Harry Whitaker, Phrenology and Physiognomy in Victorian Literature. “Progress in brain research”, 205, pp. 87-112.
Richard Twine, Physiognomy, Phrenology and the Temporality of the Body, “Body & Society 8.1”, 2002, pp. 67-88.
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Internet Archive (Observations)
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Bartlett 1810
Opera
Aphorisms on Men, Manners, Principles, and Things… Physiognomy; a poem: and the Blessings of Poverty
Caratteristiche
Joseph Bartlett (1762 – 1827) avvocato e poeta statunitense, è l’autore di un poema satirico intitolato Physiognomy, che è stato pubblicato insieme ad alcuni suoi Aforismi sugli uomini nel 1810 a Portsmouth (in seguito in due edizioni a Boston nel 1823 e 1828). Bartlett aveva composto il poema Physiognomy in occasione di un discorso che aveva tenuto nel 1799 alla Phi Beta Kappa Society di Harvard, di cui faceva parte.
Bartlett sceglie di inserire nel frontespizio tre eloquenti citazioni che dimostrano il valore che attribuisce alla fisiognomica: una di Lavater (“La fisiognomica è tanto necessaria per l’uomo quanto il linguaggio”), una anonima (“Mark those, whom God marks”, cioè “Segna coloro che Dio segna”) e una di Erasmo tratta da una delle lettere che scrisse a Maarten van Dorp in risposta ad alcune accuse rivolte al suo Elogio della follia (“Admonere voluimus, non mordere”, ovvero “Abbiamo cercato di ammonire, non di offendere”).
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Lavater portatile 1811
Opere
Lavater portatile o sia compendio dell’arte di conoscere gli uomini dai tratti del volto
Il Lavater delle donne o sia l’arte di conoscere le femmine dalla loro fisonomia
Caratteristiche
Si tratta di due volgarizzamenti dell’opera di Lavater resa “portatile”, ovvero sintetizzata, da Vallardi a Milano nel 1811: uno dedicato alla fisiognomica dell’uomo e l’altro a quella della donna.
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HathiTrust (Conoscere gli uomini)
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Internet Archive (Lavater delle donne)
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Pitta 1812
Opera
Treatise on the influence of climate on the human species :
and on the varieties of men resulting from it; including an account of the criteria of intelligence which the form of the head presents; and a sketch of a rational system of physiognomy as founded on physiology
Caratteristiche
Trattato sull’influenza del clima sulla specie umana e sulle varietà di uomini che ne derivano; comprendente un resoconto dei criteri di intelligenza che la forma della testa rappresenta e uno schizzo di un sistema razionale di fisiognomica fondato sulla fisiologia di Nicholas C. Pitta, pubblicato a Londra nel 1812.
Pitta si dichiara riconoscente nei confronti di alcuni autori e professori: nella prima parte, esprime i suoi debiti nei confronti dell’Essay on the Causes of the Variety of Complexion and Figure in the Human Species del Dr. Smith di Philadelphia; nella seconda parte si dichiara debitore delle Opere di Camper di Franiker e del trattato De Generis Humani Varietate Nativa del professore Blumenbach di Gottingen; nella terza e quarta parte è debitore di Mr. Walker, fisiologo edimburghese; nella quinta parte applica i principi delle Passioni espressi da Camper e Le Brun.
La prima parte del libro tratta dell’influenza del clima in generale, la seconda degli effetti che il clima produce e della classificazione delle specie che risulta da tali effetti; nella parte terza esamina la forma della testa e il criterio di intelletto che tale forma presenta; la parte quarta tratta di “dettagli fisiognomici”; la quinta applica i suddetti principi all’espressione delle passioni. Nell’appendice numero III, Pitta fa un resoconto della dottrina di Gall, mentre nella IV fa alcune osservazioni sulla dottrina di Lavater.
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Delaunay 1815
Opera
Physionomies nationales des peuples, ou, Les traits de leur visage comparés à leur moeurs et caractères ; avec vingt-cinq planches
Caratteristiche
Opera poco conosciuta stampata a Parigi nel 1815 circa presso un certo Delaunay. Volendo scrivere una “fisiognomica dei vari popoli del mondo”, l’autore mette a confronto vari tipi europei con popoli recentemente scoperti in regioni poco esplorate come l’isola di Tanna, l’isola di Segalien, la baia di Nootka o la Kamchatka; i ritratti finemente incisi sono tratti, in alcuni casi, da grandi libri di viaggio come quello di Cook.
Spiega l’autore nella prefazione: “I tratti caratteristici che contraddistinguono gli individui della specie umana possono essere divisi in due classi: alcuni esprimono un carattere comune a un’intera “nazione” e la loro combinazione costituisce quella che può essere definita una fisionomia nazionale. Gli altri devono essere considerati secondari e indicano il carattere particolare di ciascun individuo. Discuteremo innanzitutto l’esistenza di questa fisionomia a carattere nazionale; poi dimostreremo le relazioni che esistono tra i tratti esterni che la compongono e il carattere nazionale e il carattere morale di ogni popolo. Queste indagini, basate su verità fisiologiche, ci forniranno forse nuove conoscenze sull’influenza della civiltà, delle arti e delle scienze sullo spirito umano; e l’esame delle maniere e dei costumi dei vari popoli servirà costantemente come prova delle relazioni fisiognomiche che stabiliremo.
Sarebbe inutile cercare di dimostrare l’esistenza del carattere nazionale della fisiognomica; l’uomo meno esperto lo riconoscerà spesso al primo sguardo. Può essere considerata come un monumento storico; sfidando i secoli, ci trasmette o ci conferma verità che la notte dei tempi cominciava a oscurare, imprimendo sulla fronte di ogni uomo il sigillo della sua origine. È in questo modo che il viaggiatore che, dalla Svezia e dalla Danimarca, si trova trasportato nelle pianure della Normandia, è colpito dal rapporto tra la fisionomia normanna e quella scandinava, tra l’aspetto del normanno e quello dello scandinavo: non può non riconoscere l’origine comune di questi due popoli”.
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Schimmelpenninck 1815
Opera
Theory on the classification of beauty and deformity, and their correspondence with physiognomic expression : exemplified in various works of art, and natural objects, and illustrated with four general charts, and thirty-eight copper plates
Caratteristiche
Trattato sulla bellezza e la deformità e la loro corrispondenza con l’espressione fisiognomica della scrittrice britannica Mary Anne Schimmelpenninck (1778 – 1856), pubblicato a Londra nel 1815. Oltre ad occuparsi teoricamente di fisiognomica, Schimmelpenninck sviluppa un sistema per registrare i risultati degli esami frenologici, pubblicato nel 1827 con il titolo Phrenographic Register, or Phrenologist’s Assistant in Recording Manipulations with Facility, Accuracy, and Despatch. Prima ancora, Schimmelpenninck aveva preparato il referto frenologico utilizzato nell’accusa dell’assassino John Horwood nel 1821.
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Spurzheim 1815 e 1826
Opera
The Physiognomical System of Drs. Gall and Spurzheim
Phrenology, in connection with the study of Physiognomy
Caratteristiche
Il tedesco Johann Gaspar Spurzheim (1776 – 1832), dapprima studente di teologia, diventa medico a Vienna nel 1799. L’anno dopo conosce il già celebre Gall, di cui diviene, dal 1804, segretario e assistente. Dopo una fruttuosa collaborazione (vedi scheda Gall), deterioratisi i rapporti col maestro, Spurzheim sceglie l’Inghilterra come sua nuova sede, confidando nel fatto che in Gran Bretagna la classe medica e scientifica è più culturalmente aperta e disponibile ad accettare nuove teorie. Inoltre, nella popolazione inglese, in quel periodo storico, vi era un diffuso interesse per la storia naturale, la salute e per gli argomenti ad essi correlati. Nonostante il contesto ambientale e culturale favorevole, però, a Londra le nuove teorie dello scienziato sono inizialmente oggetto di grande scetticismo. Spurzheim non si perde d’animo e, come risposta alle critiche che gli vengono avanzate, soprattutto dalla stampa medica, pubblica nel 1815 una serie di lavori, tra i quali “The Physiognomical System of Drs. Gall and Spurzheim”, nel quale venivano esposte altre nuove teorie, oltre a quella dell’organologia, e che costituisce un ottimo risultato nella sua opera di capillare propaganda e diffusione delle teorie frenologiche.
Nel 1826, sempre a Londra, Spurzheim dà alle stampe un altro trattato sul rapporto tra frenologia e fisiognomica, Phrenology, in connection with the study of Physiognomy.
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Internet Archive (The Physiognomical System)
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Google Books (The Physiognomical System)
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Anonimo 1816
Opera
Three Familiar Lectures on Craniological Physiognomy, delivered before the City Philosophical Society, by a Member
Caratteristiche
Tre lezioni sulla “fisiognomica craniologica” tenute alla City Philosophical Society di Londra nel 1816 da un relatore anonimo e accompagnate da incisioni.
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Nicolai 1816
Opera
Über Selbstkunde, Menschenkenntniss und den Umgang mit Menschen
Caratteristiche
Trattato di Carl Nicolai sulla “conoscenza di sé, conoscenza delle persone e rapporti con le persone”, pubblicato a Quedlinburg nel 1816. Nicolai vede la propria opera più come un manuale utilizzabile concretamente nella vita reale che come un libro teorico (“Lo scopo di questo scritto è più pratico che calcolato per la filosofia speculativa”) e si dichiara debitore dell’opera succitata di Knigge (“Nel sapiente lavoro di Knigge sui suoi rapporti con le persone, è evidente ovunque che egli è stato a contatto con molte persone e che, senza dimenticare il vero significato della vita al di sopra delle passioni, ha osservato anche i più piccoli attriti della vita sociale con una sobrietà degna di ammirazione”).
Nicolai esamina fisiognomicamente il corpo umano dalla testa ai piedi, per concentrarsi infine sui comportamenti e le abitudini umane, sul mangiare e bere, sul sonno, le paure, i dolori, le malattie eccetera.
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Crosse 1817
Opera
An Attempt to Establish Physiognomy upon Scientific Principles
Caratteristiche
Questo trattato pubblicato a Glasgow nel 1817 costituisce un tentativo di dare una fondatezza scientifica alla fisiognomica ed è il resoconto di alcune lezioni tenute dal chirurgo inglese John Green Crosse (1790 – 1850).
Crosse è interessato alla fisiognomica ma lamenta l’arretratezza a cui questa scienza è stata costretta: “Nonostante sia stato scritto molto e si sia parlato molto di più di fisiognomica e nonostante tutti gli uomini, nei loro rapporti reciproci, siano fisiognomisti pratici, non è stato dato un inizio adeguato a questa interessante scienza. Il fatto che una scienza così interessante e utile sia rimasta così indietro non può essere attribuito a quello statuto proibitivo, Geo. II. c. 5. 1741, che denuncia “tutte le persone” che “fingono di essere esperte in fisiognomica, chiromanzia o altre scienze astute” come “furfanti e vagabondi” e come tali passibili di punizione; perché gli abili filosofi non sono stati dissuasi dall’indagine, ma con il loro fallimento hanno fatto ciò che lo statuto non poteva fare, hanno gettato uno scoraggiamento sulla strada degli altri e un’aura di sospetto intorno alla scienza stessa, come se si trattasse di un fantasma dell’immaginazione, o di una frode astuta, che richiedeva la promulgazione di uno statuto del genere. La vera causa del fallimento risiede nella modalità di indagine […]”.
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Cooke 1819
Opera
A Practical and Familiar View of the Science of Physiognomy, compiled chiefly from the papers of the late Mr. T. Cooke, of Manchester, with a memoir, and observations on the temperaments, by the editor. Illustrated by lithographic plates
Caratteristiche
Guida pratica alla fisiognomica pubblicata a Londra nel 1819, compilata principalmente “attraverso le carte del defunto signor Thomas Cooke di Manchester” (1763 – 1818), “con una memoria e osservazioni sui temperamenti dell’editore. Illustrato da tavole litografiche”. Obiettivo di Cooke è dar prova della scientificità della fisiognomica.
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Abernethy 1821
Opera
Reflections on Gall and Spurzheim’s System of Physiognomy and Phrenology
Caratteristiche
Resoconto del discorso sul sistema fisiognomico e frenologico di Gall e Spurzheim tenuto nel giugno del 1821 alla Court of Assistants of the Royal College of Surgeons di Londra dal chirurgo inglese John Abernethy (1764 – 1831).
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Rostan 1822
Opera
Traité élémentaire de diagnostic, de prognostic, d’indications thérapeutiques, ou Cours de médecine clinique
Caratteristiche
Trattato medico diagnostico e prognostico con indicazioni terapeutiche pubblicato a Parigi in tre volumi nel 1822 dal medico francese Léon Rostan (1790-1866), professore alla Facoltà di Medicina di Parigi, membro dell’Accademia di Medicina. Alcune descrizioni preservano alcune caratteristiche tipiche dell’analisi fisiognomica. Si veda ad esempio la descrizione dei rachitici a pag. 759: “Les rachitiques ont la tête volumineuse, le front saillant, l’intelligence vive et précoce , une physionomie vieille; leur membres sont grêles, faibles, décharnés , leurs articulations volumineuses. […]”.
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Lewis 1823
Opera
A series of groups, illustrating the physiognomy, manners, and character of the people of France and Germany
Caratteristiche
Trattasi di una serie di tavole di ritratti fisiognomici disegnati dal pittore inglese George Robert Lewis (1782-1871). Inizialmente intese come corredo di immagini per il libro di Thomas Frognall Dibdin intitolato “A Bibliographical, Antiquarian and Picturesque Tour in France and Germany”, ma successivamente non incluse nella sua pubblicazione, vengono presentate incise, ciascuna accompagnata da una breve èkphrasis, in questa pubblicazione del 1823 a Londra.
Lo stesso Lewis nell’introduzione spiega la genesi di questi disegni: “Nell’anno 1819, accompagnai il Rev. THOMAS FROGNALL DIBDIN nel suo “Viaggio Bibliografico, Antiquario e Pittoresco in Francia e Germania”, allo scopo di fare disegni di quei soggetti che si potesse ritenere appropriati da introdurre nell’opera che il signor DIBDIN intendeva pubblicare. Sbarcammo a Dieppe il 17 aprile; e di là procedemmo fino a Rouen, Caen e Bayeux, e attraverso la maggior parte delle principali città della Normandia, fino a Parigi: da Parigi andammo a Strasburgo, Monaco di Baviera, e attraverso il Tirolo a Vienna; di là a Ratisbona e Manheim, sulla via del ritorno a Parigi, e sbarcammo sani e salvi a Dover, dopo un’assenza di quasi sette mesi. Durante tutto il nostro viaggio, mi sono avvalso avidamente di ogni occasione che si è presentata per fare disegni di quegli oggetti che ritenevo interessanti, e che tendessero a illustrare o gli abiti e i caratteri particolari degli abitanti, o il paesaggio vario e interessante dei diversi paesi attraverso i quali passavamo. I disegni fatti durante il nostro tour che erano destinati al lavoro del signor Dibdin sono già stati pubblicati; e sono pochi gli artisti che sono stati fortunati quanto me, avendo visto gran parte dei miei disegni così fedelmente ed abilmente incisi: e quali che siano i meriti degli originali, le lastre offrono almeno un bellissimo esemplare dell’attuale stato dell’arte dell’incisione in questo paese”.
Al di là delle intenzioni dell’autore e del titolo scelto per la raccolta, i disegni raffigurano ampie scene d’insieme osservate da una distanza troppo lontana perché si possa parlare di vera e propria indagine fisiognomica. Qui l’indagine e l’interesse sono più probabilmente diretti alle abitudini e ai costumi dei vari gruppi ritratti. Si può pertanto parlare di una sorta di fisiognomica dei costumi.
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Keyserlingk 1827
Opera
Hauptpunkte zu einer wissenschaftlichen Begründung der Menschen-Kenntniss oder Anthropologie. Eine philosophische Abhandlung
Caratteristiche
Trattato filosofico/antropologico sulla conoscenza dell’uomo di Herrmann von Keyserlingk, pubblicato a Berlino nel 1827. Presenta alcuni contenuti fisiognomici.
Superville 1827
Opera
Essai sur les signes inconditionnels dans l’art
Caratteristiche
Essai sur les signes inconditionnels dans l’art è un trattato sull’arte, sulla teoria del segno e sulla fisiognomica del pittore, incisore e scrittore olandese David Pierre Giottino Humbert de Superville (1770 – 1849), pubblicato in modo seriale a Leida tra 1827 e 1832, ma mai completato. Come trattato di fisiognomica, pubblicato in piena epoca incline alle speculazioni sulle comuni origini ideografiche della pittura e della scrittura e sulla fisiognomica come scienza dell’espressione esterna delle realtà interiori, è alquanto inusuale.
Nell’Essai, Humbert non manifesta alcuna intenzione di esaminare la natura della bellezza, ma considera invece le forme più essenziali e astratte del simbolismo: la linea e il colore. Humbert sviluppa la teoria secondo cui certe linee direzionali e certi colori trasmettono infallibilmente e incondizionatamente, in tutti gli uomini, determinate emozioni. Tale teoria sulle corrispondenze tra linee e colori eserciterà in seguito una profonda influenza sulla formazione dell’estetica simbolista di fine secolo.
Superville elabora un sistema di fisiognomica basato su un linguaggio grafico universale e su una mitologia del colore, che affronta il complesso problema del significato quando l’espressione non è inserita in un contesto particolare. Il segno lineare o colorato, piuttosto che l’oggetto fisico fin troppo tangibile, diventa il vettore dell’espressione. Inoltre, per creare un sistema di segni così assoluto, egli esamina la ragione delle risposte affettive dell’uomo di fronte a certi fenomeni primordiali. Dalla sua teoria dobbiamo dedurre che l’origine della nostra interpretazione di certe espressioni è legata a un incontro primordiale con l’universo sostenuto dall’uomo primitivo, che ha segnato tutti i miti, le cosmologie e le religioni successive. Questa verità essenziale, sepolta nell’inconscio collettivo, viene portata alla luce nell’ Essai di Humbert, integrando così la teoria espressiva con tutte le altre discipline umane storicamente rilevanti.
Nella visione sintetica di Cassirer, il mito è l’espressione di un’emozione. Humbert fonda un sistema assoluto e infallibile di fisiognomica sull’assioma che l’interpretazione dell’espressione umana si basa su una sensibilità primordiale ben visibile nel mito primitivo, ma progressivamente più oscura man mano che ci si allontana dall’origine del mondo. Il mito ci parla dell’esistenza dell’uomo nel mondo, di ciò che ha in comune con esso. Significativamente, è una rappresentazione irriducibile dell’esperienza, l’unità pura e primitiva della percezione.
L’aspetto più originale per l’epoca è che Humbert percepisce questo tema come eminentemente adatto alla rettifica dei sistemi di fisiognomica, fino ad allora imprecisi. Egli afferma che l’interpretazione dell’espressione umana può diventare infallibile solo quando l’uomo ha proceduto sistematicamente a ritroso attraverso il ciclo dell’evoluzione della coscienza umana per arrivare al suo stadio più antico. A quel livello lo studioso deve ricreare i processi di pensiero, la sensibilità stessa degli uomini il cui linguaggio non verbale, prelogico, rappresentava la risposta affettiva naturale e spontanea al problema dell’esistenza. Di ulteriore interesse è la sua convinzione kantiana che la natura non sia altro che il processo di denominazione o interpretazione del mondo esterno attraverso la metafora. Se l’artista non imita la realtà, ma la evoca dalla propria coscienza, la fisiognomica deve esplorare la natura stessa della percezione primitiva perché, anche se ormai rivestita di una patina sociale, promette ancora di individuare i segni incondizionati che costituiscono il linguaggio espressivo universale dell’arte.
In sintesi, il sistema di Humbert può essere percepito nel contesto più ampio del Romanticismo. Egli, come tutti i romantici, si è trovato di fronte alla necessità centrale di trovare una relazione significativa tra il mondo oggettivo e quello soggettivo.
L’assioma di base che governa il sistema di Superville si trova già nella frase di apertura del trattato: la funzione e l’essenza dell’uomo sono contenute nell’asse verticale: “Altre tre direzioni lineari sono possibili per l’arte: l’orizzontale che, come la verticale, è una e invariabile, e due tipi di linee oblique. Queste diagonali sono suscettibili di un’infinita gamma di modifiche, a seconda del loro rapporto con l’asse verticale. Esse formano i “signes sensibles”, i segni simmetrici che appaiono a destra e a sinistra della perpendicolare normativa. Nel volto umano, gli organi fisici – occhi, naso, bocca – sono sostituiti da segni direzionali; quando questi si muovono orizzontalmente indicano il riposo psichico; quando si posizionano in diagonale, sono espansivi o contraenti. In questo modo Humbert vede due grandi possibilità espressive che si affiancano all’immobilità e all’insipidezza centrale di un volto a riposo.
L’originalità della sua teoria consiste nel fatto che il significato non viene attribuito agli organi del viso in quanto tali, ma alle loro direzioni come segni estetici, cioè come elementi visibili e costanti che dominano il movimento non convulso del viso. Egli sostiene che questi segni estetici sono universalmente e incondizionatamente veri per tutti gli uomini, da cui il titolo del libro.
Humbert crea tre tipi eloquenti, che identifica con le dee del Giudizio di Parigi – ovvero con quelle che per lui sono le tre pulsioni fondamentali dell’uomo: piacere, saggezza e potere. La Giunone Ludovisi rappresenta il riflesso quasi solenne dell’egoismo, cioè la concentrazione dell’energia all’interno. Il suo opposto polare è rappresentato dalla Venere dei Medici, caratterizzata da un sorriso voluttuoso. In posizione intermedia si trova la Pallade di Velletri, che indica la calma della saggezza. Humbert associa alla serenità di quest’ultima i concetti di ordine, equilibrio, dignità, stabilità e durata. La Regina di Citera incarna la passione, il movimento, l’agitazione, la bellezza, l’incostanza e il cambiamento. L’orgoglio e il potere egoistico di Giunone si riferiscono anche alla meditazione, alla profondità di pensiero, alla grandezza d’animo, alla gravità e al sublime. I temperamenti mitici delle dee permettono a Humbert di travasare nei suoi versi disincarnati la disposizione contenuta nei loro tratti individuali. Ad esempio, ciò che Venere simboleggia nella sua intera Gestalt, letta dai suoi tratti, è ora riassunto da una direzione diagonale espansiva. In effetti, Venere, Pallade e Giunone sono solo il prodotto di una personificazione allegorica.
Va notato che c’è un’ambiguità teorica che attraversa tutto il libro. L’esperimento pratico di sottoporre i tre volti schematici al giudizio istintivo ha fatto sì che venissero interpretati come rappresentanti del riso e delle lacrime, mentre il volto centrale produceva un effetto indeterminato. Questi volti mostrano le tracce di passioni transitorie, la patognomica. Tuttavia, quando Humbert mette in relazione questo schema con le dee, le converte in rappresentazioni di tipi temperamentali, modelli fisiognomici permanenti.
Uno dei fatti che colpiscono dell’Essai è la sua esclusività. Humbert è preoccupato dall’uomo, eretto, frontale, che si mostra nella simmetria delle sue membra. L’animale, in confronto, è un fenomeno limitato e non si rivolge incondizionatamente ai nostri sentimenti. Quando entra nella sua teoria è solo in virtù del suo volto. Egli sostiene che, senza conoscere già il carattere e l’habitat di una bestia, è estremamente difficile comprendere il linguaggio che il suo volto rivolge anche all’osservatore più acuto. Il bruto è incapace di esibire le tre varietà di espressione al loro massimo morale, cioè come stati d’animo regolari e non distorti. Tutto ciò che ha a che fare con la rabbia, l’ira o la disperazione non trova applicazione in questa teoria, perché queste passioni sono essenzialmente subumane.
Gli occhi dei principali quadrupedi sono fissati in un’immobilità permanente. Se solo un animale avesse la sua intelligenza radicata tra le sopracciglia, localizzata in una qualche ghiandola pineale cartesiana, allora anch’esso sarebbe dotato di libertà di espressione. Due animali, tuttavia, costituiscono un’eccezione a questa regola fisiognomica: il cavallo e il leone, le cui qualità fisiche e morali, per quanto è possibile determinare, sembrano perfettamente in sintonia. Humbert si lancia in un panegirico dedicato al cavallo, contraddistinto dal parallelogramma di una testa lunga e bella che contiene la direzione espansiva di narici e occhi; non ha rivali e costituisce il più nobile, elegante e focoso dei quadrupedi.
Il leone magnanimo e generoso ha occhi scintillanti e obliqui, e una testa coronata da una superba criniera, che compensa tutto ciò che il suo volto potrebbe avere in comune con la tigre o, peggio, con il gatto maligno. Humbert è felice che Winckelmann abbia sottolineato la somiglianza tra i capelli di Giove e la criniera di un leone sulla base di un’analogia espressiva. È giusto che l’animale più regale conferisca i suoi attributi al padre degli dei. Humbert rimpiange persino la soppressione delle parrucche durante la Rivoluzione francese e ammira le peruke indossate alla corte di Luigi XIV, nonostante le loro dimensioni ridicole, per la dignità leonina che conferivano al volto. Per le sue implicazioni fisiognomiche, esprime un notevole disprezzo per lo “Zopfstil” in voga alla fine del XVIII secolo.
Humbert procede a tracciare un’analogia tra la fisiognomica generale di una nazione e quella delle sue strutture tipiche. Le pagode dei cinesi imitano l’espansività lineare e coloristica della fisionomia cinese. Egli sostiene che ciò è dovuto alla frivolezza delle loro istituzioni. Paragona la meschina capricciosità del tempio cinese all’audace e solenne cattedrale gotica. Tuttavia, potrebbe esserci una caratteristica mitologica e quindi redentrice in questo modo di costruire altrimenti bizzarro. Egli ipotizza che forse la sua origine sia dovuta a una venerabile, ma fraintesa, favola che narra di un santo nato da una vergine che navigò sulle acque del grande diluvio per predicare la pace alle nazioni lontane. Humbert ipotizza che la forma della sua nave possa essere ricordata nel tetto curvo del tempio cinese.
[Cfr. Barbara Maria Stafford, Symbol and Myth: Humbert de Superville’s Essay on Absolute signs in Art. Cranbury, NJ: Associated University Presses, 1979.]
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Combe 1828
Opera
The Constitution of Man
Caratteristiche
George Combe (1788 – 1858), avvocato scozzese, è stato un portavoce della dottrina frenologica per oltre vent’anni. A Edimburgo nel 1820 fonda la Società frenologica e nel 1828 pubblica The Constitution of Man, la sua opera più nota in cui presenta la sua formulazione della frenologia e i suoi usi pratici. Oramai tutte le maggiori città inglesi hanno società frenologiche e la figura del frenologo è riconosciuta e apprezzata: nonostante lo scetticismo che sfocia addirittura nella derisione da parte dell’establishment scientifico britannico, la frenologia diventa una “scienza popolare” con tanto di giornali e pubblicazioni dedicate. A causa del suo trattato frenologico, Combe viene criticato come materialista e ateo. In esso, egli sostiene che: “Le qualità mentali sono determinate dalle dimensioni, dalla forma e dalla costituzione del cervello; e queste sono trasmesse per discendenza ereditaria”. Combe fa parte di un’attiva scena edimburghese di persone che riflettono sulla natura dell’ereditarietà e sulla sua possibile malleabilità, come aveva proposto Lamarck. Combe stesso non è un lamarckiano, ma nei decenni precedenti la pubblicazione dell’Origine delle specie di Darwin, la Costituzione è probabilmente il veicolo più importante per la diffusione del progressismo naturalistico nel mondo di lingua inglese. Le Answers to the Objections Urged Against Phrenology del 1838 sono seguite nel 1840 da Moral philosophy e nel 1841 da Notes on the United States of North America. Phrenology Applied to Painting and Sculpture.
[vedi Bill Jenkins, Phrenology, heredity and progress in George Combe’s Constitution of Man, “The British Journal for the History of Science 48“, n. 3, 2015, pp. 455-73]
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Varley 1828
Opera
A treatise on zodiacal physiognomy; illustrated by engravings of heads and features; and accompanied by tables of the time of rising of the twelve signs of the zodiac; and containing also new and astrological explanations of some remarkable portions of ancient mythological history
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di John Varley (1778-1842) pittore e astrologo inglese, amico stretto di William Blake, con cui collabora tra 1819 e 1820 per il libro Visionary Heads, scritto da Varley e illustrato da Blake.
Il trattato di fisiognomica, pubblicato a Londra nel 1828, è illustrato da incisioni di teste e lineamenti di John Linnell sulla base di disegni di William Blake.
Blake è interessato all’argomento del trattato di Varley, essendo stato impegnato, grazie alla mediazione di Füssli, nell’incisione di quattro tavole per la traduzione inglese degli Essays on Physiognomy, Designed to Promote the Knowledge and the Love of Mankind di Johann Caspar Lavater. È anche a conoscenza dello sviluppo delle teorie di Lavater da parte di Johann Caspar Spurzheim, che si era stabilito a Londra nel 1814 e di cui aveva annotato nel 1817 le Observations on the Deranged Manifestations of the Mind, or Insanity. Varley, tuttavia, si spinge molto più in là di questi autori nella sua visione determinista secondo cui il momento preciso della nascita determinava la fisiognomica e il carattere di una persona.
[vedi Martin Butlin, Blake, Linnell and Varley and A Treatise on Zodiacal Physiognomy, “Burning Bright: Essays in Honour of David Bindman”, edited by Diana Dethloff et al., UCL Press, 2015, pp. 126–35;
A.K. Mellor, Physiognomy, phrenology, and Blake’s Visionary Heads, in R.N. Essick and D. Pearce, eds., “Blake in His Time, Bloomington and London”, 1978, pp. 53– 74; S. Erle, Blake, Lavater and Physiognomy, London, 2010. ]
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Princeton University Library Catalog
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Price 1829
Opera
An Essay on the physiognomy and physiology of the present inhabitants of Britain; with reference to their origin, as Goths and Celts. Together with remarks on the physiognomical characteristics of Ireland, and of some of the neighbouring continental nations
Caratteristiche
Si tratta di uno studio fisiognomico sugli abitanti britannici ad opera dello storico e scrittore gallese Thomas Price (1787 – 1848), pubblicato a Londra nel 1829. Scrive Price nella prefazione: “Le pagine che seguono, pur essendo scritte principalmente sul tema della fisiognomica, non hanno alcun riferimento a quella scienza riferibile a Lavater o ai dipartimenti astrologici; ma sono state concepite esclusivamente come una confutazione di un altro e più pernicioso sistema di opinioni, cioè della moderna teoria delle distinzioni nazionali originarie e delle diversità generiche della razza umana, e per rimuovere quell’ostacolo che negli ultimi anni ha ingombrato così tanto il cammino della Storia e della Fisiologia”.
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Ungewitter 1830
Opera
Die Hauptlehren der Physiognomik. Schädel-Lehre und andere Theorien zur Beurtheilung des äussern Menschen nach Haltung des Körpers, Gang, Handschrift, Manier, etc.: Nach Lavater, Gall u. a. älteren und neuern physiognomischen Schriftstellern bearbeitet
Caratteristiche
Lo scrittore austriaco Franz Heinrich Ungewitter è l’autore di questo trattato pubblicato a Ilmenau nel 1830 che riassume le principali teorie della fisiognomica e diffonde la dottrina frenologica di Gall. Il titolo si può così tradurre: “Le principali teorie della fisiognomica. La dottrina del cranio e altre teorie per il giudizio dell’essere umano esterno in base alla postura, all’andatura, alla grafia, ai modi, ecc: Secondo Lavater, Gall e altri scrittori di fisiognomica più vecchi e più recenti”.
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Francis 1831
Opera
The characters of Theophrastus; illustrated by physionomical sketches to which are subjoined hints on the individual varieties of human nature and general remarks
Caratteristiche
Traduzione inglese dei Caratteri di Teofrasto ad opera di Francis Howell, accompagnata da una serie di incisioni/schizzi fisiognomici, “a cui si aggiungono cenni sulle individuali varietà della natura umana”.
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Hach 1832
Opera
Ideen über natur und Wesen, Umfang, Hülfsmittel, Werth und Gebrauch, Geschichte und Literatur des physiognomischen Studiums
Caratteristiche
Trattato “sulla natura e l’essenza, il contesto, gli ausili, il valore e l’uso, la storia e la letteratura degli studi fisiognomici” ad opera dello scrittore tedesco Ludwig Christian Hach (1799 – 1873), pubblicato a Marburgo nel 1832.
Ottin 1834
Opera
Précis analytique et raisonné du système de Lavater sur les signes physiognomoniques; ou, Moyen de pénétrer les dispositions des hommes, leurs penchans, leurs aptitudes, leur genre d’esprit, son degré de culture et de maturité, par l’observation de leur constitution, de leurs habitudes extérieures, et principalement par l’examen des formes de la tête, de sa capacité et des traits de la physionomie
Caratteristiche
In questo trattato pubblicato a Bruxelles nel 1834, N. J. Ottin offre una “Descrizione analitica e ragionata del sistema di Lavater sui segni fisiognomici; ovvero, metodo per valutare le disposizioni degli uomini, i loro caratteri, le loro attitudini, il loro genere di spirito, il loro grado di cultura e di maturità, attraverso l’osservazione della loro costituzione, delle loro abitudini esterne, e principalmente attraverso l’esame delle forme della testa, della sua dimensione e dei tratti della fisionomia.
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Walker 1834
Opera
Physiognomy Founded on Physiology, and Applied to Various Countries, Professions, and Individuals: With an Appendix on the Bones at Hythe, the Sculls of the Ancient Inhabitants of Britain and Its Invaders
Caratteristiche
Alexander Walker (1779–1852) è stato un fisiologo, docente di anatomia, enciclopedista e giornalista scozzese, fondatore e curatore della rivista The European Review (1824-26), pubblicata in inglese, francese, tedesco e italiano con contributi di letterati eminenti come Goethe e Curvier. È conosciuto soprattutto per questo suo trattato di fisiognomica e frenologia pubblicato a Londra nel 1834, Physiognomy Founded on Physiology.
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Quételet 1835
Opera
Sur l’homme et le développement de ses facultés ou Essai de physique sociale
Caratteristiche
Lambert Adolphe Jacques Quételet (1796 – 1874) è stato un astronomo, matematico, statista e sociologo belga noto, soprattutto, per aver fondato la scienza dell’antropometria e aver sviluppato l’indice della massa corporea (BMI).
In Sur l’homme et le développement de ses facultés, trattato pubblicato nel 1835 in due volumi, Quételet misura le caratteristiche umane e studia le cause naturali e perturbatrici che agiscono sullo sviluppo fisico, morale e intellettuale dell’uomo, delineando il progetto di una fisica sociale. Descrive dunque il concetto di homme moyen (“uomo medio”), caratterizzato dai valori medi delle variabili misurate che seguono una distribuzione normale, e presenta i dati che ha raccolto su molte variabili di questo tipo. Quételet descrive questi valori come “ideali” e le deviazioni da essi come inferiori o superiori all’ideale. Attraverso questo lavoro, che ha influenzato Francis Galton, Quételet ha giocato un ruolo chiave nelle origini dell’eugenetica.
Nel suo trattato, Quételet affronta inevitabilmente anche la fisiognomica e la dottrina di Lavater e Gall, facendo anche considerazioni sull’arte e sull’estetica:
“Lavater non temeva di analizzare le passioni di un uomo solo ispezionando la sua fisionomia, e il dottor Gall ha cercato di stabilire che risultati analoghi potevano essere ottenuti ispezionando le protuberanze del cranio. Esiste un’intima relazione tra gli aspetti fisici e morali dell’uomo, e le passioni lasciano tracce percepibili negli strumenti che mettono costantemente in azione; ma quali sono queste tracce? Siamo d’accordo che esistono; l’artista le studia, cerca di coglierle; e, con un singolare pregiudizio, rifiutiamo la possibilità di determinarle con precisione, o l’utilità di una tale determinazione. Ma perché un artista o un poeta può fare quello che vuole e ci presenta costantemente il tipo greco o italiano, a seconda che abbia studiato la scuola antica o quella italiana in particolare; perché Rubens, nonostante il suo genio, nel rappresentare le divinità della mitologia antica, presta loro figure che l’antichità non avrebbe mai ammesso? Perché anche Rubens aveva un tipo, e questo tipo era stato scelto tra i moderni. La monotonia e la freddezza della maggior parte delle opere dell’immaginazione è senza dubbio dovuta alla mancanza di cura nello studiare le sfumature attraverso cui transitano le qualità fisiche e morali dell’uomo nei diversi popoli e nei diversi secoli. È vero che gli uomini hanno sentito il bisogno di studiare la natura e di essere fedeli ad essa; ma non credo che abbiano notato abbastanza che la natura non è invariabile. Gli antichi hanno raffigurato con infinita maestria l’uomo fisico e morale, così come esisteva allora; e la maggior parte dei moderni, colpiti dalla perfezione delle loro opere, hanno pensato di non avere niente di meglio da fare che imitarli pedissequamente; non hanno capito che il tipo era cambiato; e che, pur imitandoli per la perfezione dell’arte, avevano un’altra natura da studiare. Da qui il grido universale: Chi ci libererà dai Greci e dai Romani!”.
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Viola 1835
Opera
Ragionamento Se i caratteri esterni di una fisionomia siano sufficienti a far conoscere le occulte inclinazioni di un uomo
Caratteristiche
In questo trattato del 1835, Antonino Viola enuncia il rapporto tra il grado di civilizzazione e una chiara, infallibile fisiognomica. I veri pericoli vengono dai volti che risultano illeggibili:
“Le fisionomie più pericolose sono quelle le quali, o per una disposizione naturale, o per una specie di paralisi ai muscoli del volto, non presentano carattere di sorta alcuno, poiché lisci i loro contorni, e senza movimento non danno veruno indizio, né presentano carattere alcuno ove si possa leggere pria di avvicinarli le buone o le cattive qualità che le predominano, onde regolare quindi la propria condotta, premunendosi contro le cattive inclinazioni, o procurando di mettere a profitto le buone”.
Hacket 1836
Opera
The Student’s Assistant in Astronomy and Astrology … Also a Discourse on the harmony of Phrenology, Astrology, and Physiognomy
Caratteristiche
Manuale per studenti di astronomia e astrologia pubblicato a Londra nel 1836, con un discorso sull’ “armonia” tra frenologia, astrologia e fisiognomica ad opera dell’astrologo irlandese James Thomas Hacket (1805? – 1876), membro della London Astrological Society.
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Thoré 1836
Opera
Dictionnaire de phrénologie et de physiognomie à l’usage des artistes, des gens du monde, des instituteurs, des pères de famille, des jurés.
Caratteristiche
Théophile Thoré (1807 – 1869) giornalista e critico d’arte, è l’autore di questo dizionario di frenologia e fisiognomica, che presenta anche numerose incisioni. Scrive l’autore nella Prefazione:
“La frenologia è la scienza dell’uomo dal punto di vista dell’unità. Il Cristianesimo aveva spiegato tutte le cose con il dualismo. Dio e il Diavolo, lo Spirito e la Materia, l’Anima e il Corpo, il Bene e il Male, il Vero e il Falso, il Bello e il Brutto, ecc… E ovunque il secondo termine è stato sacrificato al primo. Sembra che ora ci sia una nuova religione basata sull’unità. Dio è in tutto e tutto è in Dio. L’antropologia corrispondente a questo dogma deve trasformare la nozione di corpo e di anima, di fisico e di morale. Deve assorbire la dualità nell’unità. La frenologia è l’annuncio di questa antropologia panteista. Ecco perché l’autore di questo libro crede nella frenologia. Crede che non dobbiamo essere rivoluzionari a metà; che dobbiamo avere la logica di protestare simultaneamente contro tutto il passato, nella Religione, nella Morale, nella Politica, nella Scienza, nell’Arte. Perché le rivoluzioni sono interdipendenti. La nuova Antropologia non è ancora molto avanzata in termini di sperimentazione e analisi. Così, le analogie tra frenologia e fisiognomica sono appena accennate. Tuttavia, è importante studiare l’uomo in tutte le sue manifestazioni. L’autore di questo libro ha cercato di conciliare questi rami della stessa dottrina; ma la forma frammentaria di un Dizionario si è rivelata spesso contraria a un’esposizione metodica. Per quanto lo riguarda, il suo libro è una ricerca inquieta che lo porterà ad altri lavori più sistematici; per quanto riguarda il pubblico, si tratta di un’opera di divulgazione”.
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Esquirol 1838
Opere
Des passions considérées comme causes, symptômes et moyens curatifs de l’aliénation mentale
Des maladies mentales considérées sous les rapports médicales, hygiénique et médico-légal
Caratteristiche
Jean-Étienne Dominique Esquirol (1772-1840), il massimo rinnovatore della psichiatria nel XIX secolo, allievo di Philippe Pinel e continuatore dei suoi studi sull’alienazione mentale, è diventato conosciuto in Europa in seguito all’apertura del suo manicomio privato nel 1801 e alla pubblicazione della sua tesi, Des passions considérées comme causes, symptômes et moyens curatifs de l’aliénation mentale (“La considerazione delle passioni come cause, sintomi e mezzi di cura nei casi di alienazione mentale”). Esquirol crede che i disturbi mentali derivino da uno squilibrio delle passioni ed esorta il governo a creare strutture adeguate per la cura dei malati mentali. Nel 1838 pubblica Des maladies mentales considérées sous les rapports médicales, hygiénique et médico-légal. In questo trattato, Esquirol cerca di classificare i diversi tipi di disturbi mentali. Nel capitolo VIII, intitolato “De la lypémanie ou mélancolie“, cerca di riformulare e medicalizzare il concetto di malinconia. Esquirol sostituisce il termine “melanconia” con un termine che caratterizzerà a lungo gli studi sulle alienazioni mentali: monomania. Esquirol crea il termine lipemania per indicare un tipo di monomania depressiva. La lipemania è ereditaria e colpisce soggetti con “un tempérament mélancolique”. Le caratteristiche antiche della malinconia non sono del tutto scomparse dal trattato di Esquirol, poiché le caratteristiche fisiche del lypémaniaque assomigliano a quelle dell’antico malinconico. Scrive l’autore:
“Da Ippocrate in poi, gli autori hanno dato il nome di melanconia al delirio caratterizzato da morigeratezza, paura e tristezza prolungata. Il nome melanconia è stato imposto a questo tipo di follia perché, secondo Galeno, gli affetti morali tristi dipendono da una depravazione della bile. (…) È certo che la parola melanconia, anche nel senso antico, dà spesso un’idea sbagliata, perché la melanconia non dipende sempre dalla bile. Questo nome non si adatterebbe alla malinconia così come viene definita dai moderni. Questa duplice considerazione mi ha portato a proporre la parola monomania, formata da seul e manie, un termine che esprime il carattere essenziale di questa specie di follia in cui il delirio è parziale, permanente, allegro o triste. La parola malinconia… dovrebbe essere lasciata ai moralisti e ai poeti”.
Il nesso tra passioni e follia, che Esquirol afferma nella sua tesi del 1805 Des passions, Considérées comme Causes, Symptômes et Moyens curatifs de l’Aliénation mentale (Le passioni considerate come cause, sintomi e mezzi curativi della malattia mentale), costituisce un cardine del sistema di pensiero di Esquirol e, più in generale, della nozione di trattamento morale. Dando la preminenza alle passioni estreme rispetto ai disturbi fisiologici nelle cause della follia, il disturbo mentale viene analizzato come uno stato transitorio in cui il soggetto, anche se oscurato, è ancora presente. Esquirol cambia quindi radicalmente lo sguardo sul malato di mente, stabilendo una relazione che abolisce la mediazione della metafora o dell’allegoria per nascondere il terrore ispirato da questa figura di assoluta alterità. Affermando la centralità del soggetto nel folle, egli dichiara di conseguenza la curabilità della follia e quindi la transitorietà della follia, condizione dinamica ed evolutiva. Da questo momento la follia diviene una malattia associata a sintomi che devono essere decifrati da un occhio esperto.
Esquirol concepisce il ritratto e lo studio fisiognomico dei malati come fondamentale per l’individuazione di una cura. Così facendo, inserisce senza ambiguità la fisiognomica nell’epistemologia della psichiatria francese del XIX secolo e pone le basi di una nuova iconografia del manicomio, visto come parte integrante della procedura terapeutica. Nella sua Tesi del 1805 riconosce il legame tra interpretazione artistica e osservazione scientifica, affermando: “Le passioni presuppongono sempre uno sforzo da parte di coloro che le scatenano, sia che le respingano sia che le attirino. Questi sforzi determinano alcuni movimenti fisiognomici più o meno apparenti che danno la misura della reale influenza della passione. Questi movimenti colti da un abile osservatore, sono in grado di fornirgli i tratti appropriati per caratterizzare ogni passione e per determinare i suoi effetti sull’economia (…). Questi stessi tratti fisiognomici, questi stessi effetti organici si osservano nei pazzi in misura ancora maggiore. Per cogliere i tratti della fisiognomica dei folli, sarebbe necessario disegnare le teste di un gran numero di essi, conservare il carattere della fisionomia di ciascuno durante l’attacco, e confrontare queste teste con quelle in cui i più grandi maestri si sono sforzati di dipingere le passioni. Questo confronto darebbe risultati tanto utili quanto curiosi, che servirebbero non solo a curare questa malattia, ma anche a prevenirla” [Des Passions, 1805, pagine 26-27].
Esquirol aveva concepito un altro libro, mai realizzato, proprio sullo studio fisiognomico dei malati di mente, accompagnato da una serie di disegni ad opera di Georges-Francois-Marie Gabriel. Non avendo l’opera di Esquirol visto la luce, i disegni di Gabriel sono stati pubblicati in un album intitolato Tetes d’alienés dessinées par Gabriel, pour un ouvrage de M. Esquirol relatif à l’aliénation mentale.
L’interesse di Esquirol per l’aspetto fisico dei malati e la commissione da parte sua di numerosi ritratti dei pazienti sarà d’ispirazione per l’interesse per la fisiognomica di Alexander Morison [vedi Allan Beveridge, Sir Alexander Morison and The Physiognomy of Mental Diseases, Part 2. J R Coll Physicians Edinb-, 2018, Dec; 48 (4), pp. 352-367]
[vedi Benedicte Fougier, Seeing the subject in the insane, portraying the scientific eye of Jean-Etienne-Dominique Esquirol]
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Internet Archive (Des passions)
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Internet archive (De maladies)
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Morison 1838
Opera
The physiognomy of mental diseases
Caratteristiche
Alexander Morison (1779-1866) è stato uno psichiatra forense specializzato in malattie mentali e cerebrali. La pubblicazione di Morison del 1838, The Physiognomy of Mental Diseases (La fisiognomica delle malattie mentali), che include alcune delle sue famose conferenze, è di particolare interesse per l’inclusione di diverse tavole che ritraggono i pazienti incontrati da Morison nel corso della sua carriera. Morison ritiene che sia possibile diagnosticare le malattie mentali osservando i volti e il linguaggio del corpo dei pazienti. Egli insegna che esistono “tratti caratteristici” del volto che possono essere riconosciuti per distinguere tra diverse diagnosi e utilizzati per avvertire ” il sopraggiungere della malattia” in persone che, a suo dire, potrebbero essere predisposte ad ammalarsi. Secondo Morison, il viso è uno specchio dello stato d’animo e i muscoli degli occhi e le espressioni facciali possono essere particolarmente rivelatori.
The Physiognomy of Mental Diseases viene pubblicato nel 1838 accompagnato da alcuni ritratti di malati, e una seconda volta nel 1840 con un appendice contenente ulteriori ritratti.
L’interesse di Esquirol per l’aspetto fisico dei pazzi e il suo esempio di committenza di ritratti dei pazienti ispira l’interesse di Morison per la fisiognomica. Morison visita Esquirol diverse volte e le annotazioni del suo diario forniscono un quadro dei contatti con l’eminente medico francese. Nella sua annotazione del 22 marzo 1818, Morison registra il suo primo incontro: “Sono andato dal dottor Esquirols e da lì alla Salpetrière dove l’ho conosciuto tra i 30 e i 40 anni, un uomo intelligente che per 10 anni ha prestato grande attenzione al tema della follia e ha scritto e raccolto molto sul tema degli ospedali e dei ricoveri privati per i pazzi. – Ha quasi 200 calchi in gesso di Parigi di volti di pazzi e 60 teschi”.
Le origini di The Physiognomy of Mental Diseases risalgono alle pubblicazioni precedenti di Morison. Nella seconda edizione di Outlines of Lectures on Mental Diseases, Morison incluse alcuni ritratti di pazienti. Si tratta di copie di 13 illustrazioni di Esquirol. Nel libro, Morison osserva: “Sono state prese le maschere dei pazzi… per accertare se esista o meno una qualche connessione tra quella che viene definita la fisionomia “difettosa”, o la forma e la posizione delle ossa del viso, e le diverse specie di pazzia”. Ribadisce dunque il suo approccio: “La seguente serie di tavole ha lo scopo di dare un’idea della fisionomia mobile in alcune specie di malattie mentali”. Qualche anno dopo, Morison dispone di un numero sufficiente di ritratti per realizzare un libro. Nel 1838 pubblica The Physiognomy of Mental Diseases. Contiene 98 tavole. Nel 1840 viene pubblicato con un’appendice contenente altre otto tavole. Delle 98 tavole, 44 ritraggono uomini.
[cfr. Allan Beveridge, Sir Alexander Morison and The Physiognomy of Mental Diseases, Part 2. J R Coll Physicians Edinb-, 2018, Dec; 48 (4), pp. 352-367]
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McEwan 1840
Opera
Principles of scientific physiognomy
Caratteristiche
Opera sui principi della “fisiognomica scientifica” di George McEwan, pubblicata nel 1840.
Bourdon 1842
Opera
La physiognomonie et la phrénologie, ou Connaissance de l’homme d’après les traits du visage et les reliefs du crâne
Caratteristiche
Isidore Bourdon (1795 – 1861), medico francese membro dell’Académie de médecine, è l’autore di questo trattato di fisiognomica e frnologia pubblicato a Parigi nel 1842. Bourdon propone un esame critico dei sistemi di Aristotele, Della Porta, La Chambre, Camper, Lavater, Gall e Spurzheim, e includ enel suo trattato una tavola frenologica e i ritratti interpretati fisiognomicamente di: MM. Thiers, Guizot, Villèle, Lamartine, Espartero, Wellington, e “altri sedici contemporanei illustri”.
Nell’incipit, Bourdon scrive un pensiero preliminare sulla fisiognomica: “La gente credeva nella fisiognomica e nella realtà delle sue rivelazioni, molto prima che il famoso Lavater trasformasse questo argomento di osservazione in una specie di scienza. Le persone che vivono in compagnia hanno sempre avuto l’interesse di conoscersi e la curiosità di capirsi. Siamo stati costretti a giudicare tutto l’uomo dall’unica parte del corpo che cambia in base alle diverse situazioni dell’anima, l’unica che si colora e si corruga istantaneamente durante il governo delle passioni, l’unica, inoltre, che è costantemente scoperta nella maggior parte dei popoli, l’unica, o quasi, che simpatizza sempre con il pensiero e l’emozione. L’unico che simpatizza sempre con il pensiero e sul quale si riflettono le emozioni del cuore.
Forse è anche con lo scopo istintivo di conoscersi meglio o di capirsi, e per meglio saggiare la sincerità delle parole, che gli uomini in quasi tutti i Paesi hanno il volto scoperto, senza vestiti o ornamenti. È vero che ci sono popoli tra i quali il viso è l’unica parte del corpo ad essere coperta; ma questo è senza dubbio dovuto al fatto che hanno più interesse di noi a nascondere le loro passioni. La gelosia e il dispotismo potrebbero aver suggerito l’idea di queste maschere perpetue. Per meglio mantenere il mistero di azioni e pensieri che sarebbero condannati e severamente puniti, abbiamo velato uno specchio troppo fedele, abbiamo mascherato noi stessi. Per quanto ci si sforzi di rendere immobili i propri lineamenti, la fisionomia esprime sempre una parte dei propri pensieri. Non ci sono nemmeno due diplomatici in Europa la cui fisionomia sia perfettamente muta; e a pronunciarsi a favore della dissimulazione sono proprio gli uomini che governano le nazioni.
Ci sono passioni, come l’amore, che si esprimono quasi esclusivamente attraverso il volto: i veri amanti potrebbero, come minimo, fare a meno delle parole. Eppure, se chiedete ai corrotti delle capitali, vi diranno che, dopo i vent’anni, coloro che hanno il maggior controllo sui propri lineamenti sono quasi sempre gli amanti più felici. Questo perché, per non parlare di coloro che agiscono emotivamente senza provare nulla, l’amore ha sempre tante cose da tacere, tante spie, tante persone gelose o invidiose da ingannare.
Quando la fisiognomica non è il potente ausiliario delle parole, è il loro efficace controveleno. Si tratta di un controveleno efficace, che conferma ogni discorso sincero e smentisce tutto ciò che è falso. Gli impostori portano sul volto l’orribile marchio della falsità. L’invenzione della maschera è dovuta all’impostura; sarebbe degno dell’ipocrisia dei nostri giorni farne una moda.
Le fisionomie si imitano l’una con l’altra, o almeno si imitano a vicenda. Le persone il cui volto è costantemente velato hanno poca o nessuna fisionomia. Lo stesso vale per i ciechi e le persone sole. Ma gli uomini di mondo, le persone spiritose, le persone appassionate, hanno per lo più volti di estrema mobilità. Solo gli schiavi o gli uomini tristi hanno un volto simile […]”.
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Davis 1843
Opera
Principles of Physiognomy and Natural Language
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di Samson Davis pubblicato a Londra nel 1843. Scrive Davis nel primo capitolo: “Istintivamente conosciamo le qualità superficiali della nostra natura quando siamo ancora troppo giovani per ragionarci sopra, e troppo spesso le consideriamo in modo vago come “cose scontate”. Ma riflettiamo un attimo sul fatto che nulla nella creazione è “scontato”, che tutto è stato ideato dalla stessa mente onnisciente ed eseguito dallo stesso braccio onnipotente, e che la bellezza deve essere il suo modello e la perfezione la sua impronta. La fisiognomica e il linguaggio dei gesti sono conosciuti e percepiti da tutti, eppure pochi hanno pensato alle loro cause o si sono soffermati a considerare la saggezza e la bontà mostrate nella loro istituzione e disposizione”.
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Hocquart 1843
Opera
Physiognomies des hommes politiques du jour, jugés d’apres̀ le système de Lavater, avec un précis de la science physiognomonique
Caratteristiche
Édouard Auguste Patrice Hocquart (1789-1870), editore, scrittore, artista e incisore francese, è l’autore di questo trattato sulla fisiognomica pubblicato a Parigi nel 1843, che recupera e adatta la dottrina di Lavater al fine di analizzare fisiognomicamente certi politici contemporanei.
Nell’incipit del trattato, Hocquart scrive alcune considerazioni generali sulla fisiognomica:
“Il secolo in cui viviamo è il secolo delle scienze positive. Oggi le persone vogliono esplorare e spiegare tutto.
Ogni giorno porta una nuova scoperta. L’uomo ha moltiplicato le sue forze all’infinito; è riuscito ad attraversare lo spazio in modo quasi favoloso; ha fissato la luce e la forma dei corpi su una lastra di metallo; ha portato la chimica nelle belle arti e la fisica nella nostra intera esistenza. Ma in mezzo a questo diluvio di scienza, invenzioni e scoperte, c’è un settore della conoscenza che è rimasto indietro, una scienza che è completamente in ritardo: la scienza del cuore umano. […] Eppure questa è la grande scienza, la scienza per eccellenza! Dopotutto, non è forse più importante riconoscere e discernere i vizi e la cattiva volontà di un cattivo amico, di un commensale in casa vostra, che analizzare le proprietà di una pianta che non incontrerete dieci volte nella vostra vita e che non comprometterà mai la vostra salute o il vostro futuro? Impariamo dunque questa scienza, impariamo a comprendere le relazioni che esistono tra le caratteristiche esterne e le inclinazioni dell’anima, tra le forme della struttura ossea e la direzione dello spirito. Questo studio sarà proficuo per noi e ne trarremo i frutti in ogni momento della nostra vita.
Vogliamo far conoscere ai nostri lettori l’arte di Lavater. I suoi principi non sono invecchiati, perché è una scienza immutabile come le regole della morale. È e sarà sempre la stessa. Tuttavia, pur ammirando il sistema di Lavater nel suo complesso, non possiamo fare a meno di notare che spesso presenta principi troppo assoluti, dati troppo sistematici. È quindi necessario fare una selezione di questi principi, scartare tutto ciò che l’esperienza non ha confermato pienamente; perché gli insegnamenti fisiognomici devono basarsi su fatti certi e non su probabilità”.
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Zender 1843
Opera
Physiognomony and craniology
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica e craniologia e manuale di frenologia di Joachim Denis Laurent (1805 – ?), pubblicato a Philadelphia nel 1843.
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Topffer 1845
Opera
Essai de physiognomie
Caratteristiche
Primo trattato sull’arte del fumetto e trattato di fisiognomica del celebre fumettista, illustratore, scrittore e pedagogista svizzero Rodolphe Töpffer (1799-1846). Nei primi quattro capitoli dell’Essai de physiognomie, pubblicato a Ginevra nel 1845, Töpffer documenta i suoi pensieri e le sue esperienze nello scrivere e disegnare fumetti. Espone i valori, le tecniche e i metodi per comporli1. Nel terzo capitolo, spiega l’obiettivo della “letteratura a stampa”: “inventare […] un tipo di dramma”. Nello stesso capitolo, descrive il potenziale dell’autografia, un’innovazione nelle tecniche di stampa che ha facilitato il lavoro del disegnatore.
Dal quinto al dodicesimo capitolo, Töpffer si occupa di fisiognomica:
- Capitolo 5 – Un metodo che porta a una sufficiente conoscenza fisiognomica, indipendentemente dallo studio del disegno.
- Capitolo sesto – La continuazione e la direzione di questo metodo.
- Capitolo sette – Distinzione tra i principi e i risultati della frenologia e della fisiognomica.
- Capitolo Otto – Due ordini di segni di espressione nella testa umana. Il permanente e il non permanente.
- Capitolo Nove – La combinazione dei segni espressivi.
- Capitolo dieci – Segni di espressione permanenti.
- Capitolo Undici – Segni di espressione non permanenti.
- Capitolo Dodici – Segni fisiognomici della conformazione e conclusione di questo saggio.
[vedi Maurizio Giuffredi, Interludio – La fisiognomica di Rodolphe Töpffer, in “Fisiognomica, arte e psicologia tra Ottocento e Novecento, Lexis. 3: Biblioteca delle arti; 7, Bologna, CLUEB, 2001 pp. 1-23].
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Boll 1846
Opera
Histoire pittoresque des Passions … particulièrement de l’amour. Ouvrage illustre, etc. [By A. B. *** and J. Boll] / Mimicologie, ou Règles du geste et de l’éloquence dramatique, fondées sur l’analyse philosophique et psychologique des passions
Caratteristiche
Studio sui gesti, sulle espressioni e sulle passioni e trattato di fisiognomica ad opera di due autori anonimi (J. Boll e A. B.), pubblicato a Parigi nel 1846, anche al fine di far progredire l’arte teatrale.
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Lachaisnés 1846
Opera
Procédé pour mesurer la tête humaine, en trouver les proportions et la dessiner ressemblante depuis sa grandeur réelle jusqu’à la plus petite dimension; et méthode théorique et pratique pour prendre les signalements. Observations physiologiques, physionomiques, physiognomoniqueset phrénologiques d’après Lavater, Gall, le peintre Lebrun, Winkelmann, Jourdan, Esquirol, Virey, Orfila, etc. par J. R. Lachaisnés-Piere
Caratteristiche
Pierre Jean Richard Lachaisnés 1789 – 1850), pittore e disegnatore francese, è l’autore di questo manuale che offre agli artisti un metodo per misurare la testa e osservazioni fisiognomiche e frenologiche per conoscere l’uomo.
Nella prima parte, divisa in dodici capitoli, Lachaisnés propone un metodo per misurare la testa umana; nella seconda parte invece una “théorie des signalements” (“quelques connaissances qui pourraient aider à prendre les signalements exactement; des proportions de la téte donnant l’idée du beau type humain considéré comme devant servir de base pour prendre les signalements”), e procede a una analisi di tutte le parti del corpo umano dalla testa ai piedi, per arrivare a trattare delle attitudini, di voce, parole, educazione, maniere e abitudini. La terza parte infine offre un metodo pratico con illustrazioni per prendere le misurazioni,
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Bruyeres 1847
Opera
Phrénologie, le geste et la physionomie démontrés par 120 portraits, sujets et compositions, gravés sur acier
Caratteristiche
Opera dedicata alla frenologia, al gesto e alla fisiognomica, del pittore Hippolyte Bruyères (Jean Hippolyte Simon Bruyères, 1801 – 1855), genero di Johann Gaspar Spurzheim, frenologo e collaboratore di Franz Joseph Gall. Il testo viene pubblicato in due volumi a Parigi nel 1847 ed è accompagnato da 120 incisioni, composizioni e ritratti vari realizzati da Louis-Joseph-Isnard Desjardins, Charles Devrits, Jean-Denis Nargeot, Adolphe Portier e altri.
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Warwick 1848
Opera
Nasology, or, hints towards the classification of noses
Caratteristiche
Deliziosa ed elaborata parodia dei trattati di fisiognomica e frenologia scritta dall’inglese George Jabet (1815–1873) e pubblicata con lo pseudonimo “Eden Warwick” a Londra nel 1848, e di nuovo nel 1852 con il titolo Notes on noses.
Jabet/Warwick offre una ironica classificazione di nasi e una loro interpretazione fisiognomica, dichiarando che le sue osservazioni “sono del tutto originali e non influenzate dalle teorie di altri scrittori di fisiognomica”. Spiega l’autore: “quando abbiamo iniziato a osservare i nasi, sapevamo solo che ad alcune forme di naso erano stati attribuiti dei nomi, come quello romano, quello greco e così via; ma li consideravamo mere definizioni artistiche formali e ignoravamo del tutto quali caratteristiche mentali fossero state loro attribuite. Per quanto riguarda questa nomenclatura, ci è sembrato meglio adottarla, in quanto fornisce denominazioni ben note dei profili nasali; le nostre indagini sono quindi iniziate cercando di scoprire se queste forme di naso presentavano qualche proprietà mentale e quali”.
E continua, sardonico: “In seguito a una lunga, personale osservazione, crediamo che nel naso ci sia più di quello che i possessori di questo ‘prolungamento’ possono pensare. Pensiamo che, più che essere un ornamento del volto, o una utile maniglia a cui appendere un tizio impudente, esso sia un indice importante del carattere del suo padrone; e che un’osservazione accurata e un minuzioso confronto di un ampio catalogo di nasi di persone le cui caratteristiche mentali sono conosciute, giustifichi una classificazione nasale, da cui trarre una deduzione di alcuni aspetti dell’organizzazione mentale. Non sosterremo che tutte le facoltà e le proprietà della mente possano essere lette attraverso il naso; per esempio, non possiamo leggere la rabbia o le passioni attraverso esso. Piuttosto, il naso rivela il potere e il gusto, il potere o l’energia di portare a compimento delle idee, e il gusto o l’inclinazione che le detta o le guida. […] Ciò che vogliamo dimostrare è che ‘il naso è un importante indice del carattere'”.
Warwick dichiara di fidarsi della dottrina fisiognomica ma non della frenologia: “Ripudiamo la dottrina dei frenologi che la forma del corpo influenzi le manifestazioni e persino le proprietà della mente. Noi crediamo che la mente formi il naso, e non il naso la mente. Ci siamo impegnati ad evitare una fraseologia che possa far pensare che sosteniamo quest’ultima assurdità”.
Della fisiognomica, invece, ci possiamo servire quotidianamente: “E qui potremmo parlare, a lungo e con molta erudizione, dell’influenza della mente sul corpo. Potremmo contestare la saggezza di coloro che, impegnandosi a curare l’uno o l’altro, hanno dimenticato che sono così intimamente uniti e reciprocamente dipendenti che non possono essere trattati separatamente con successo. Potremmo far notare che il primo passo del medico per curare il disordine mentale è liberare il corpo dalla malattia; e quello di chi vuole curare il corpo è, spesso, applicare i suoi rimedi al disordine della mente. […] Non sarebbe tuttavia fuori luogo ricordare al lettore che la fisiognomica, ovvero la forma che la mente dà ai lineamenti, è universalmente riconosciuta. Una bocca piacevole, un occhio allegro, un viso aspro, un aspetto severo sono alcune delle frasi comuni con cui ci riconosciamo quotidianamente come fisiognomisti; con queste espressioni, infatti, non intendiamo dire che la bocca è piacevole o il viso aspro, ma che tale è la mente che traspare da essi. Se si intendesse solo il viso, non ci preoccuperemmo mai di un volto umano, né ne saremmo attratti o respinti, come se si trattasse di una testa scolpita su una canna d’acqua gotica o di una serratura di un cittadino”.
Warwick prosegue dunque con la classificazione e la interpretazione dei nasi. Del naso “romano o aquilino”, dice per esempio: “è piuttosto convesso, ma ondulato come implica il suo nome aquilino. Solitamente è rugoso e ruvido; ma se altrimenti, si avvicina al naso greco, e il carattere ne risulta materialmente alterato. Indica grande decisione, una considerevole energia, fermezza, assenza di raffinatezza, e sdegno per le bienséances (i “convenevoli”) della vita”.
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Redfield 1849
Opere
Outlines of a new system of physiognomy
Comparative Physiognomy or resemblances between Men and Animals
Caratteristiche
Il medico americano James Wakeman Redfield (1815 – 1892) è l’autore di due trattati di fisiognomica: Outlines of a New System of Physiognomy (pubblicato a New York 1849, poi a Londra 1852) e il più conosciuto Comparative Physiognomy or resemblances between Men and Animals (New York, 1852).
Redfield pone in esergo nel frontespizio di Outlines una frase di Bryant “To him who in the love of Nature holds Communion with her visible forms, she speaks A various language“.
Scrive Redfield nella Prefazione: “Poco o niente hanno saputo della fisiognomica gli antichi o i moderni, se non che tale scienza esisteva da qualche parte tra gli arcani della Natura. Anche la fede nella sua esistenza è diminuita nei tempi moderni, in parte, senza dubbio, a causa dei vani tentativi di conoscerla. Tutti i sistemi di un tempo sono stati considerati come “arti fantasiose” piuttosto che come scienze naturali, e questa conclusione è senza dubbio giusta. I sofisti insegnavano la corrispondenza tra il carattere interno e gli sviluppi esterni, senza poterla dimostrare; e il nome “sofista” è diventato sinonimo di vano ragionatore. Aristotele, uno di questa setta di filosofi, fece osservazioni corrette sulla somiglianza tra alcuni uomini e animali, ma non scoprì così la somiglianza del carattere che è indicata dalla somiglianza dell’aspetto esteriore. Lavater, animato da una percezione intuitiva dei caratteri degli uomini nei tratti e nelle espressioni dei loro volti, con un entusiasmo particolare proseguì le sue osservazioni fisiognomiche, credendo che un giorno avrebbero potuto essere “migliorate e trasformate in una scienza. La sua passione era quella di un ammiratore, la cui ammirazione per la verità non cessa mai, anche se viene mille volte delusa nel perseguirla. Le sue descrizioni sono per lo più troppo generiche per dare al lettore una conoscenza del carattere attraverso il volto; e nei casi in cui egli attribuisce un particolare tratto del carattere a un particolare segno della fisiognomica, le osservazioni sono raramente confermate dall’esperienza.
La fiducia che l’umanità avrà nella fisiognomica non dipenderà più solo dalla percezione intuitiva della sua verità, ma si baserà sulla comprensione. L’accoglienza o il rifiuto di questa scienza, o la credenza o l’incredulità nella sua esistenza, non dipenderà dalla presunta correttezza dei giudizi popolari su quali siano i bei volti e quali i cattivi. I moderni maestri della pittura e della scultura, non più dei loro discepoli, sono da considerarsi infallibili nelle loro idee di carattere nelle forme e nei tratti che danno ai loro esseri immaginari; infatti, anche se possono essere corretti nei contorni generali delle loro figure, hanno avuto bisogno di una più profonda comprensione della Natura per ritrarre il carattere nei tratti e nelle espressioni del viso. Possiamo ben credere che M. Sturtz abbia detto la verità quando dichiarò a Lavater che “una volta gli capitò di vedere un criminale condannato alla ruota che, con satanica malvagità, aveva ucciso il suo benefattore, e che tuttavia aveva il volto benevolo e aperto di un angelo di Guido”; ma non crediamo che una tale persona ma non crediamo che una persona del genere avesse il volto di un angelo del cielo. Si potrebbe dire con altrettanta verità che il volto di un “Ecce Homo”, come viene rappresentato in novantanove casi su cento, potrebbe essere trovato tra i criminali colpevoli, perché non c’è quasi nessuna rappresentazione dell’uomo divino che non mostri un volto più spoglio di sentimenti sociali, morali e religiosi di quanto non lo sia la maggior parte degli uomini. Non vogliamo dare al lettore l’impressione di aver scoperto l’intera Fisiognomica o di non aver fatto osservazioni che dovranno essere corrette. Nelle pagine seguenti leggerà solo una breve descrizione dell’argomento per quanto riguarda il viso; e il viso, sebbene sia il principale indice del carattere, non è affatto l’unico. Le scoperte di Gall erano fisiognomiche, e così le considerava lui; e queste hanno aperto la porta del tempio della Natura, in modo che altri, per quanto umili, possano entrare ed esplorarne i misteri. Chi può entrare senza provare un sentimento di timore e di riverenza, di sacra quiete e di presenza dell’Essere Supremo, o senza respirare il desiderio di distinguere il vero dal falso e di obbedire all’uno e respingere l’altro?
Molti, e forse la maggior parte delle persone, pensano che la Fisiognomica e la Frenologia, come comunemente intese, debbano essere in conflitto tra loro, e che se una si eleva, l’altra cade. Questa idea è probabilmente dovuta all’impressione comune e naturale che la mente plasmi i lineamenti e si esprima attraverso il volto e che nessuno, prima delle scoperte di Gall, potesse pensare di ispezionare il cranio delle persone per scoprirne il carattere.
L’idea dell’antagonismo tra il cranio e il viso è probabilmente nata anche dall’eclissi totale che la fisiognomica ha subito quando è nata la frenologia; ma siccome la luce maggiore è stata per un po’ oscurata da quella minore, l’occhio della mente ha potuto guardarla senza danni, facendo così la grande scoperta di una scienza universale nello stesso momento in cui l’attenzione di migliaia di persone è stata rivolta ad essa. Senza metafora, crediamo che la scoperta dei segni del carattere nel cranio sia stata necessaria per scoprire quelli nel volto, e ogni persona può vedere la bella armonia tra le due cose. Per esempio: nel viso, i segni delle diverse facoltà dell’amore si trovano nel mento; e secondo Gall, la forza dell’amore è proporzionale allo sviluppo del cervelletto, che è esattamente opposto al segno del viso, e che è separato dal cervelletto come la mascella inferiore è separata da quella superiore. Le facoltà dell’amore per il cibo di diverso tipo sono indicate nei denti molari e del giudizio piccoli e grandi, nella mascella superiore e in quella inferiore; e, secondo la frenologia, il segno dell’alimentazione si trova proprio sopra l’articolazione in cui si uniscono la mascella superiore e quella inferiore. Ma i segni sul viso sono in tutti i casi i più sicuri ed esatti, oltre ad essere più facili da osservare. Questi suggerimenti sono forniti come illustrazione dell’armonia che esiste tra il contorno della testa e i lineamenti e le espressioni del viso, una relazione che possiamo sperare di spiegare in seguito […]”.
Nel trattato di pochi anni dopo, Comparative physiognomy, Redfield si concentra sulle “somiglianze tra uomini e animali”, illustrate anche da 330 incisioni, e porta avanti il lavoro di Lavater, il quale, seguendo Aristotele, riteneva che gli esseri umani asinini assomigliassero letteralmente agli asini – “Le orecchie lunghe sono un segno che il loro possessore è estremamente sboccato, sia nel linguaggio che nell’azione” – e che la differenza tra rane e dei fosse una questione di aspetto. Secondo Brian Bantum, l’opera di Lavater “non invoca mai esplicitamente la nomenclatura razziale”, ma articola comunque “una visione teologica di un corpo cristiano ideale, un santo, come un corpo maschile bianco”. Ciò che era implicito per Lavater diventa esplicito nella Fisiognomica comparata di Redfield, un testo informato dall’intersezione tra la teoria evolutiva, l’eugenetica e l’emergere dell'”antropologia razziale” nel XIX secolo, che cercava di gerarchizzare gli esseri umani attraverso l’aspetto fisico.
Come si evince dal titolo, il libro si occupa del confronto tra animali e volti umani, raggruppati per nazione e gruppi etnici. Gli abbinamenti specifici (i tedeschi con i leoni, i negri con gli elefanti e i pesci, i cinesi con i maiali, gli yankee con gli orsi, gli ebrei con le capre ecc.) raccontano la storia delle inclinazioni razziste che ribollono sotto la superficie. La logica di Redfield per paragonare i turchi ai tacchini (turkey) si basa su una coincidenza omonima in inglese assente dall’etimologia di “Turk”. Tuttavia, il fisiognomista sostiene che “il tacchino è troppo simile al turco (che sembra essere del tutto inconsapevole della posizione in cui lo abbiamo collocato)”. Il “noi” qui è eloquente. I tedeschi, gli “yankee” e i britannici si ritrovano con un trio di animali associati alla forza: rispettivamente leoni, orsi e tori. Altri sono “collocati” da Redfield in sfortunati paragoni con topi, pesci e cammelli di qualità inferiore.
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Public Domain review (Comparative Physiognomy)
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Internet Archive (Comparative Ph.)
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Google Books (Comparative Ph.)
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Bossard 1851
Opera
Caratteristiche
Trattato di frenologia e fisiognomica di Heinrich Bossard, pubblicato a Berlino nel 1851.
Rogers 1851
Opera
La buccomancie; ou, L’art de connaître le passé, le présent et l’avenir d’une personne, d’après l’inspection de sa bouche. Nouveau système buccognomonique, basé sur la doctrine des plus célèbres physiognomonistes, et principalement sur la découverte d’un alphabet buccal, c’est-à-dire sur les signes caractéristiques et révélateura de la bouche humaine
Caratteristiche
“Montrez-moi la bouche d’une personne et je vous dirai ce qu’elle a été, ce qu’elle est, ce qu’elle sera” è il motto che il dentista inglese William Rogers (1818-1852) pone in esergo al frontespizio della sua opera dedicata all’interpretazione fisiognomica della bocca, la Buccomancie, pubblicata a Parigi nel 1851, dopo che Rogers si era stabilito in Francia e aveva acquisito la nazionalità francese nel 1848. Rogers dichiara di essere un “innovatore”, in quanto insegna “una scienza nuova”. Scrive nella Prefazione: “Voglio condurre i miei lettori in un filone non ancora esplorato di quella ricca miniera che si chiama fisiognomica (physiognomonie). […] Sono un buccomancien, ovvero cerco di scoprire, attraverso la conformazione della bocca umana, dei denti, dal loro stato di conservazione o deterioramento, l’indice del carattere, delle passioni, dei gusti e delle inclinazioni di ciascun individuo”.
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Carus 1853
Opera
Symbolik der menschlichen Gestalt Ein Handbuch zur Menschenkenntnis
Caratteristiche
Carl Gustav Carus (1789 – 1869) fisiologo e pittore tedesco è l’autore della Simbolica della forma umana, un “manuale per comprendere la natura umana” pubblicato a Stoccarda nel 1853.
Carus reputa opportuno conoscere a fondo il progetto che determina l’esterno e l’interno dell’uomo. Prima di tutto si studia l’elemento caratteristico delle forme corporee (organoscopia), quindi la relazione di queste con le proprietà psichiche (fisiognomica), mettendo da parte ciò che registrano gli affetti momentanei e che è stato già registrato da quelli passati (patognomica). In realtà Carus sviluppa soltanto la fisiognomica sulla base di un’organoscopia, mentre trascura la patognomica.
Tutto gira intorno al tipo “medio”, il quale rappresenta il caso esteticamente ideale e attraverso deviazioni dà luogo ai casi e ai tipi fisiognomicamente interessanti. Carus definisce l’uomo medio metricamente secondo misure e proporzioni assolute, sicuramente influenzato dalle teorie di Quételet e dal suo concetto di homme moyen.
[cfr. Karl Buhler, Teoria dell’espressione: il sistema alla luce della storia, Roma, Armando, 1978, pp. 45-46].
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Woolnoth 1854
Opera
Facts & faces; being an enquiry into the connection between linear & mental portraiture; with a dissertation on personal & relative beauty
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica dell’inglese Thomas Woolnoth (1785 – 1836?), pubblicato a Londra nel 1854.
Nel I capitolo, Woolnoth fa alcune osservazioni generali sulla fisiognomica:
“La natura, che nella sua saggia disposizione non ha formato due facce uguali, per lo stesso motivo ha dato alla mente le stesse varietà; ma quali siano le loro reciproche influenze, o quale sia il loro giusto effetto, quando sono prese insieme, è il presente proposito che intendiamo spiegare nel modo più familiare possibile. Forse non tutti sanno che, in questo nostro mondo mutevole, il movimento è svolto più dalla faccia che dalle mani; e la lingua, che sembra essere l’agente principale dell’attività, ha spesso un ruolo secondario, mentre la faccia è in realtà il centro di tutto. Per regolare questa moneta fittizia e separare la contraffazione dalla moneta, è necessario che l’intervento della scienza produca sia la prudenza che la fiducia nei confronti degli altri, oltre che il rispetto per ciò che è uguale e giusto per noi stessi; togliendo il diritto di dissezione dalle mani dell’amor proprio che, se avesse un centauro da dividere, prenderebbe la metà migliore e darebbe l’altra al suo vicino.
Sebbene tutti noi siamo fisiognomici per natura, più o meno, e possiamo avere ragione nelle nostre conclusioni generali, tuttavia possiamo essere soggetti a molti errori gravi, che quest’arte geroglifica può correggere da sola, rendendo il volto leggibile senza la fatica di leggere, riducendo tutti i suoi segni e le sue meraviglie a una mera espressione di fatto, e sollevandoci ugualmente dal pregiudizio da un lato e dalla preconoscenza dall’altro. I nostri poteri di riconoscimento sono molto indeboliti per la mancanza di un semplice esercizio, e questa è la ragione per cui i bambini sono più abili degli adulti nella Fisiognomica naturale; gli uomini hanno imparato a scherzare, ma i bambini sono sempre seri; le loro percezioni minori sono forti, perché non c’è nulla in loro di secondaria importanza, e da qui l’acutezza dell’osservazione e la forza della memoria, grazie alle quali acquisiscono la conoscenza di questo linguaggio muto, con la stessa facilità con cui imparano la lingua madre: Osservano ogni movimento del volto dei genitori con la stessa precisione con cui noi osserviamo i cambiamenti del vetro meteorologico e sanno dire con altrettanta certezza che tipo di giornata li aspetta. Una delle cause principali dell’insuccesso, o meglio del declino di quest’arte, può essere il fatto che i ragazzi superano il loro piccolo genio per la scoperta; la loro buona opinione del mondo non va di pari passo con la loro conoscenza del mondo, imparano a non riporre più fiducia negli sguardi che nelle professioni, e così si privano insensibilmente di una facoltà che fino a quel momento poteva essere la loro migliore salvaguardia”.
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Powell 1856
Opera
Natural history of the human temperaments: their laws in relation to marriage and the fatal consequences of their violation to progeny, with the indications of vigorous life and longevity, followed by a fugitive essay on the protection of society against crime
Caratteristiche
Trattato sui temperamenti umani di William Byrd Powell (1799 – 1867), medico e professore di chimica e fisiologia americano, pubblicato a Cincinnati nel 1856. Questo piccolo volume corredato da illustrazioni è il resoconto di alcune lezioni tenute da Powell, che lo aveva inizialmente inteso come parte di una più ampia opera sulla fisiologia e sulla frenologia. Powell, appassionato di frenologia, possedeva anche una collezione di 500 teschi.
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Piderit 1858
Opera
Grundsätze der Mimik und Physiognomik
Caratteristiche
Theodor Piderit (1826 – 1912) medico e scrittore tedesco, si è distinto come autore nel campo degli studi dell’espressione facciale e della fisiognomica, pubblicando sull’argomento l’opera Grundsätze der Mimik und Physiognomik, data alle stampe a Braunschweig nel 1858, e aggiornata poi tramite la scrittura di altri due testi: Wissenschaftliches System der Mimik und Physiognomik (Detmold, 1867) e Mimik und Physiognomik (Detmold 1867, 2a ed. Detmold 1886). è anche l’autore dell’articolo The Physiognomy of the Mouth pubblicato sulla rivista Popular Science Monthly (vol. 36, marzo 1890).
Scrive Piderit nell’introduzione alla Grundsätze der Mimik und Physiognomik:
“I tratti del viso sono le scritture dello spirito. Cercherò di decifrarli; ma per capire l’effetto, devo riconoscerne la causa, per scandagliare le leggi dell’espressione facciale e della fisiognomica, devo conoscere la natura dell’anima umana.
L’attività mentale è una funzione del cervello. La psicologia dovrebbe quindi far parte della fisiologia. Se conoscessimo il significato delle singole parti del cervello, potremmo comprendere le condizioni di base della vita dell’anima. Ma il laboratorio della mente ci è precluso. Dove finisce l’esperienza, inizia la giustificazione dell’ipotesi. Chiamo la parte della massa cerebrale che è l’organo delle forze dell’anima cervello dell’anima, per distinguerla dalle altre formazioni nervose che giacciono nella cavità cranica. In questo modo procedo dal punto di vista che le fibre nervose del midollo spinale e degli organi di senso formano le radici del cervello, che, raccogliendosi e diffondendosi nella cavità cranica, si dispiegano al massimo della loro fioritura nel cervello animico, e che il cervello animico comprende le caratteristiche di attività delle sue formazioni radicali, Mi sento spinto a cercare di basare la divisione dei poteri dell’anima, per quanto possibile, su analogie con il midollo spinale e i poteri sensoriali, e quindi ad avvicinare la psicologia al suo terreno naturale, il campo della fisiologia”.
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Seidel 1858
Opera
Einblicke durch Fenster, Thür und dach in das Innerste des Menschen. Eine Quintessenz der Beobachtungen und Forschungen eines Lavater, Gall, Spurzheim, Roger, u. a. m. über Physiognomonik, Schädellehre, Mund, Zähne und Lippen, Haltung und Bewegung des Körpers, Stimme, Gang, Kleidung, Mimik, Deutung und Auslegung der Handschriften, Chiromantie
Caratteristiche
Compendio di fisiognomica, frenologia e chiromanzia composto dallo scrittore tedesco Friedrich Seidel sulla base delle osservazioni e delle ricerche di Lavater, Gall, Spurzheim, Roger ed altri, pubblicato a Weimar nel 1858. Si presenta come uno studio dell’ “essere più intimo dell’uomo” in tutte le sue componenti: oltre all’aspetto fisico, la postura, i movimenti, la voce, l’andatura, l’abbigliamento, le espressioni.
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Schack 1858
Opera
Physiognomische Studien
Caratteristiche
Nel 1858, il pittore danese Sophus Peter Lassenius Schack (1811 – 1864) dà alle stampe i suoi Studi fisiognomici. Scrive Schack nell’introduzione: “La fisiognomica è, come è noto, la scienza che cerca di capire cosa c’è dentro l’essere umano e cosa si muove al suo interno osservando le caratteristiche esterne del volto umano e i suoi lineamenti. Convinto che la fisiognomica è e resterà uno dei compiti più difficili della nostra ricerca, ho solo osato gettare qualche seme da parte mia in una piccola porzione del campo che altri si sono sforzati di coltivare in passato, con diffidenza verso me stesso e nella speranza della benevolenza e dell’indulgenza altrui. Solo la più incrollabile convinzione della verità dei principi insiti in questa scienza troppo spesso mal giudicata e fraintesa poteva darmi il coraggio di esprimere i miei pensieri in questo tentativo piuttosto imperfetto e frammentario. Fin dalla mia prima giovinezza, nulla è stato in grado di affascinarmi in misura maggiore, nulla è stato in grado di catturare la mia attenzione più intensamente di quel carattere che, dall’esterno dell’uomo, ci dà un’idea della natura del suo interno e che riflette davanti a noi l’impronta che testimonia il valore da attribuire a questo interno. In effetti, fin dal primo momento in cui il mio occhio interiore mi ha permesso di discernere, il mio desiderio più grande, lo scopo dei miei sforzi più ardenti, è stato quello di trovare la strada che mi permettesse di penetrare nell’io interiore attraverso l’osservazione attenta di questo esterno e di formarmi delle regole vivide per l’espressione di questo io, o dello spirito, così come si presenta nelle forme esterne. Una vita molto movimentata, fortemente toccata dalla luce e fortemente dall’ombra, che mi ha portato a contatto con le persone più diverse, può aver contribuito non poco a risvegliare e a sostenere questo interesse, a chiarire e a sviluppare le mie opinioni e a rafforzare le mie convinzioni, oltre alla fortunata opportunità che mi si è presentata ovunque come pittore, per mezzo della quale ho potuto osservare e cogliere la fisiognomica molto più acutamente di molti altri, e considerarne con precisione l’espressione e il significato. Nessun altro studio è più difficile da modellare secondo regole definite e generali di quello della fisiognomica. I nostri sforzi in questa direzione naufragheranno sempre più o meno completamente a causa della fine e infinitamente ramificata diversità dei caratteri fisiognomici, e renderanno almeno più difficile, se non impossibile, raccogliere e organizzare le singole osservazioni vaganti, che si dovrebbe essere in grado di fare, in un insieme generalmente comprensibile e scientificamente coerente. […] Ho sempre pensato, e credo di esserne convinto per esperienza, che la fisiognomica possa essere studiata e compresa solo attraverso la sua applicazione pratica in natura, e che se vogliamo risvegliare e guidare negli altri quel sentimento intuitivo che permette loro di vedere da soli, possiamo al massimo sforzarci di farlo per mezzo di allusioni fisiognomiche leggermente abbozzate. Nessuna parte della fisionomia è in grado di esprimersi chiaramente da sola o di presentare un significato indipendente, a meno che non la si guardi insieme alle altre parti del viso o non si metta a fuoco l’insieme delle sue impressioni nella nostra mente; Potremo quindi aiutare la nostra fisiognomica a raggiungere chiarezza e certezza solo se avremo un naturale e fine senso dell’armonia e se non ci mancherà l’occasione di fare osservazioni costanti e precise del viso nelle più svariate situazioni e stimoli sensoriali da ogni lato e osservando i movimenti espressivi dei lineamenti. A talvolta il volto calmo ci rivela ben poco, e altrettanto poco un disegno di contorno leggermente tracciato, può riprodurre e fornirci la chiave esplicativa dell’effettivo carattere del volto in questione, con la quale ci viene rivelata la grandezza dello spirito in questione, con la quale le parti solide del volto vengono impresse con il timbro della nobiltà, e che le aiuta a raggiungere un maggiore significato ai nostri occhi. Così il pittore, lo scultore e chiunque abbia avuto il dono di saper cogliere e riprodurre le caratteristiche della fisionomia, del suo spirito e della sua espressione, avrà senza dubbio notato come l’individualità, a seconda delle più svariate situazioni in cui ci si trova durante l’osservazione, si esprima sempre in modo molto diverso, a volte più, a volte meno chiaramente, e in alcuni, e forse nella maggior parte delle persone, venga veramente alla luce solo quando i lineamenti sono mossi ed eccitati in seguito a qualche tipo di effetto. Quanto spesso il volto a riposo non è paragonabile a un foglio di carta scritto con inchiostro chimico, che acquista contenuto e significato solo attraverso la sua spiritualizzazione […]”
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Goltz 1859
Opera
Exacte Menschen-Kenntniß in Studien Und Stereoscopen: Zur Physiognomie Und Characteristik Des Volkes.
Caratteristiche
Bogumil Goltz Bogumil Goltz (1801 – 1870), scrittore umorista e satirico tedesco noto soprattutto per la sua opera Buch der Kindheit (“Libro dell’infanzia”), è l’autore del trattato di fisiognomica pubblicato a Berlino nel 1859 Zur Physiognomie Und Characteristik Des Volkes, che costituisce il secondo volume della sua opera “Exacte Menschen-Kenntniß in Studien und Stereoscopen”.
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Duncombe 1860
Opera
Chit-Chat on Physiognomy. A lecture and dialogue
Caratteristiche
Trattazione in forma di dialogo (con tanto di didascalia iniziale che descrive la scena e la situazione) di F. Duncombe, pubblicato a Birmingham nel 1860. Scrive l’autore nell’incipit:
“La trattazione e il dialogo che seguono raccomandano la verità fisiognomica come uno studio appropriato, antico eppure nuovo, profondo eppure comune ovunque alla natura e ai sentimenti umani, ne espongono l’amabilità e l’utilità e mostrano Zopiro, il fisiognomista, che difende abilmente la sua scienza in un torneo con quattro teste, che egli caratterizza con la consueta fedeltà, secondo le loro qualità intrinseche: Primo: il buon senso; secondo: il casuista; terzo: il cavillatore; quarto: Jack Pudding”.
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Duchenne 1862
Opera
Mécanisme de la physionomie humaine, ou Analyse électro-physiologique de l’expression des passions applicable à la pratique des arts plastiques
Caratteristiche
Pubblicato a Parigi nel 1862, Mécanisme de la physionomie humaine del neurologo francese Guillaume-Benjamin Duchenne (1806 – 1875) è il primo testo di neurofisiologia sull’emozione e, illustrato dalle fotografie di Duchenne stesso, stabilisce un punto di riferimento nella storia della fotografia in ambito medico.
Influenzato dalla moda della fisiognomica del XIX secolo, Duchenne vuole determinare come i muscoli del volto umano producano le espressioni facciali, che rritienedirettamente collegate all’anima dell’uomo. Duchenne è noto, in particolare, per il modo in cui provoca le contrazioni muscolari con sonde elettriche, registrando le espressioni distorte e spesso grottesche che ne risultano con una macchina fotografica di recente invenzione. Pubblica tali le sue scoperte insieme a straordinarie fotografie delle espressioni indotte proprio nel libro Mecanisme de la physionomie Humaine (Meccanismo dell’espressione facciale umana, noto anche come Meccanismo della fisiognomica umana). Duchenne ritiene che il volto umano sia una sorta di mappa, le cui caratteristiche possono essere codificate in tassonomie universali di stati mentali; è convinto che le espressioni del volto umano siano una porta d’accesso all’anima dell’uomo.
A differenza di Lavater e di altri fisiognomisti dell’epoca, Duchenne è scettico sulla capacità del volto di esprimere il carattere morale; è piuttosto convinto che sia la sola lettura delle espressioni (nota come patognomica) a rivelare una “resa accurata delle emozioni dell’anima”. Crede di poter osservare e catturare un “naturalismo idealizzato” in modo simile (e persino migliore) a quello osservato nell’arte greca. Sono queste le nozioni che cerca di dimostrare in modo definitivo e scientifico nel Mecanisme de la physionomie humaine attraverso i suoi esperimenti e le sue fotografie. Il volume è diviso in tre parti:
- Considerazioni generali
- Una sezione scientifica
- Una sezione estetica
Queste sezioni sono accompagnate da un atlante di lastre fotografiche. Credendo di indagare su un linguaggio di segni facciali dato da Dio, Duchenne scrive:
“Il nostro creatore non si è preoccupato della necessità meccanica. Egli era in grado, nella sua saggezza o – scusate il modo di dire – nel perseguire una fantasia divina… di mettere in azione qualsiasi muscolo particolare, uno solo o più muscoli insieme, quando voleva che i segni caratteristici delle emozioni, anche le più fugaci, fossero scritti brevemente sul volto dell’uomo. Una volta creato questo linguaggio di espressione facciale, gli bastò dare a tutti gli esseri umani la facoltà istintiva di esprimere sempre i loro sentimenti contraendo gli stessi muscoli. Questo ha reso il linguaggio universale e immutabile”.
Duchenne definisce i gesti espressivi fondamentali del volto umano e associa ciascuno di essi a uno specifico muscolo facciale o gruppo muscolare. Identifica tredici emozioni primarie la cui espressione è controllata da uno o due muscoli. Inoltre, isola le contrazioni precise che danno luogo a ciascuna espressione e le separa in due categorie: parziali e combinate. Per stimolare i muscoli facciali e catturare queste espressioni “idealizzate” dei suoi pazienti, Duchenne applica scosse faradiche attraverso sonde metalliche elettrificate premute sulla superficie dei vari muscoli del viso.
Duchenne è convinto che la “verità” dei suoi esperimenti patognomici possa essere resa efficacemente solo dalla fotografia, essendo le espressioni dei soggetti troppo fugaci per essere disegnate o dipinte. “Solo la fotografia”, scrive, “veritiera come uno specchio, poteva raggiungere una perfezione così desiderabile”. Lavora con un giovane fotografo di talento, Adrien Tournachon (fratello di Felix Nadar), e impara anche da solo a documentare i suoi esperimenti. Da un punto di vista storico-artistico, il Meccanismo della fisiognomica umana è la prima pubblicazione sull’espressione delle emozioni umane a essere illustrata con fotografie reali. La fotografia è stata inventata da poco e si è diffusa la convinzione che sia un mezzo in grado di catturare la “verità” di qualsiasi situazione in un modo che altri mezzi non sono in grado di fare.
Nella sezione scientifica Duchenne utilizza sei modelli viventi, tutti tranne uno dei quali sono suoi pazienti. Il suo modello principale, tuttavia, è un “vecchio sdentato, con un viso magro, i cui tratti, senza essere assolutamente brutti, si avvicinavano alla banalità ordinaria”. Attraverso i suoi esperimenti, Duchenne cerca di catturare proprio “le condizioni che costituiscono esteticamente la bellezza”. Lo ribadisce nella sezione estetica del libro, dove parla del suo desiderio di ritrarre le “condizioni della bellezza: la bellezza della forma associata all’esattezza dell’espressione facciale, della posa e del gesto” Duchenne si riferisce a queste espressioni facciali come alla “ginnastica dell’anima”. Alle critiche sull’uso dell’uomo anziano, Duchenne risponde sostenendo che “ogni volto può diventare spiritualmente bello attraverso la resa accurata delle sue emozioni”, e inoltre che, poiché il paziente soffriva di una condizione anestetica del viso, ha potuto sperimentare sui muscoli del suo volto senza provocargli dolore.
Mentre la sezione scientifica deve mostrare le linee espressive del viso e la “verità dell’espressione”, la sezione estetica deve anche dimostrare che “il gesto e la posa contribuiscono insieme all’espressione; il tronco e gli arti devono essere fotografati con la stessa cura del viso in modo da formare un insieme armonioso”. Gli esperimenti di Duchenne per la sezione estetica del Meccanismo includono l’uso di performance e narrazioni che potrebbero essere state influenzate da gesti e pose presenti nella pantomima dell’epoca. Egli ritiene che solo con l’elettroshock e nella cornice di elaborati pezzi teatrali caratterizzati da gesti e simboli accessori si possano rappresentare fedelmente le complesse espressioni combinatorie derivanti da emozioni contrastanti e sentimenti ambivalenti. Questi tableaux melodrammatici includono una suora in “dolorosissima preghiera” che prova “santi trasporti di purezza verginale”; una madre che prova dolore e gioia allo stesso tempo mentre si china sulla culla di un bambino; una civetta a spalle scoperte che sembra allo stesso tempo offesa, altera e beffarda; e tre scene di Lady Macbeth che esprimono le “passioni aggressive e malvagie dell’odio, della gelosia, degli istinti crudeli”, modulate in varia misura da sentimenti contrari di pietà filiale. Questo teatro di effetto patognomico domina la sezione estetica del Mecanisme.
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The Virtual Laboratory – Max Planck Society
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Gratiolet 1862
Opera
De la physionomie et des mouvements d’expression
Caratteristiche
Louis Pierre Gratiolet (1815 – 1865), anatomista e zoologo francese, è ricordato per i suoi lavori su neuroanatomia, fisiognomica e antropologia fisica. De la physionomie et des mouvements d’expression, pubblicato a Parigi nel 1862, è il suo trattato dedicato alla fisiognomica e allo studio dei movimenti dell’espressione. Si legge nella Prefazione:
“Lo studio della fisiognomica, cioè delle modificazioni che i sentimenti, le sensazioni e le idee imprimono alla forma di un essere vivente, ha attirato l’attenzione di artisti, poeti e filosofi fin dall’antichità. Inoltre, l’interesse pratico che riveste nelle relazioni sociali ha fatto sì che nessun uomo, nemmeno il più umile, ne sia rimasto estraneo. Chi, infatti, non ha analizzato, a proprio uso e consumo, le emozioni del dolore o della gioia, della rabbia o del terrore? Chi non ha cercato la verità dietro il sorriso di un adulatore o lo sguardo di un invidioso? Ma per la scienza fisiognomica, come per la medicina, il desiderio, o meglio l’imperiosa necessità, di un’applicazione immediata ha per lungo tempo dato una direzione sbagliata allo studio dei movimenti espressivi. Gli osservatori hanno abbandonato i difficili sentieri della scienza pratica per gettarsi in un empirismo più o meno felice e più o meno onesto.
Così, l’antichità, il Medioevo e i tempi più recenti ci hanno lasciato in eredità un numero quasi innumerevole di scritti sulla fisiognomica; ma cosa sono la maggior parte di essi? O una serie di descrizioni isolate dei movimenti che esprimono questa o quella passione; o più spesso, ahimè! processi fallaci di divinazione, l’arte ingannevole di riconoscere il vero dal falso nella figura umana, o di prevedere, ispezionando le linee del viso di un bambino, le idee e le passioni che un giorno lo agiteranno: regole mendaci, alle quali la sicurezza delle affermazioni, la stranezza delle prove, talvolta la brillantezza dello stile, ma soprattutto l’attrazione del meraviglioso e quella sorta di vertigine che le domande insondabili danno alle menti deboli, hanno forse permesso di acquisire una dubbia popolarità, ma che sono per la vera Fisiognomica ciò che la Scienza degli almanacchi è per l’astronomia […]”.
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Rouget 1863
Opera
Traité de physiognomonie, ou Art de connaître et juger les moeurs et caractères d’après la physionomie
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica del medico francese Ferdinand Rouget pubblicato a Bordeaux nel 1863.
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Donovan 1864
Opera
The Ethnological Society and Phrenology: a paper, entitled “Physiognomy popular and scientific” … with a report of the discussion which followed, on the evening of 24th May, 1864, before the Ethnological Society
Caratteristiche
Saggio sulla fisiognomica popolare e scientifica del frenologo Cornelius Donovan (1820 ca. – 1872), presentato alla Ethnological Society di cui era membro, accompagnato dalla trascrizione della discussione che ne è conseguita, e pubblicato a Londra nel 1864. Donovan dichiara di aver voluto presentare un “piccolo sketch dei principi teorici fondamentali della frenologia”. La frenologia di Donovan non è una semplice copia delle opere dei principali frenologi. Donovan concepisce la frenologia come un sottodipartimento della fisiognomica e la pratica di conseguenza. Oltre a rilevare la forma generale e soprattutto le dimensioni e la circonferenza della testa, Donovan osserva anche le pieghe delle orecchie e la forma delle mani per determinare la disposizione costituzionale a vari disturbi. In seguito a queste valutazioni generali, Donovan pratica la sua arte di “manipolazione” della testa, che consiste nel tastare con le mani gli organi della testa in un ordine e in un modo particolare. Il libro di Donovan fornisce anche illustrazioni sulla sua arte di “manipolazione”. Contrariamente alle consuete interpretazioni storiche, Donovan non fa alcun riferimento all’alterazione o alla riforma della società, dell’educazione o della religione. Sottolinea invece la necessità di utilizzare la frenologia per ricavare conoscenze sulle caratteristiche di sé e soprattutto degli altri.
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Teza 1864
Opera
La fisiognomia, trattatello in francese antico colla versione italiana del Trecento. Pubblicato la prima volta sui codici per cura di E. Teza.
Caratteristiche
Emilio Teza (1831 – 1912) linguista, glottologo e traduttore italiano, pubblica per la prima volta a Bologna nel 1864 la quarta parte – dedicata alla fisiognomica – di un manuale di medicina in francese antico dal titolo Avicenne en roumauns, testo del XIV secolo che ha ritrovato nella Biblioteca Marciana di Venezia.
Scrive Teza: “Di questo libro, che credo inedito e quasi ignoto, io do la quarta parte, la Fisiognomia; cioè una compilazione, come parecchie nel medioevo, da’ greci e dagli arabi; forse più dagli ultimi, come accenna il titolo e alcuni raffronti. Certo poi non è di Avicenna; e basti notare che insieme ai fonti da’ quali riceve le dottrine, e Ippocrate e Galeno ed ‘Aly ben ‘Abbas, egli si richiama a sè stesso; poi, con vigore di profeta, ti vien citando anche i posteri. Ma io debbo lasciare a’ medici dotti nelle storie della loro scienza il ricercare da quale fonte provenga il manuale francese: a me basti notare, quanto alla Fisiognomia, che noi vi troviamo spesso gli insegnamenti di Aristotele in quel libro che gli è attribuito e che dello stagirita serba almeno i frammenti; come pure le dottrine di Polemone e di Adamanzio”.
Teza nota alcune somiglianze tra questo trattatello e il Secretum secretorum: “In questi e ne’ libri venuti più tardi è un dire e ridire e disdire; e innumerevoli le cose ripetute, confuse e travolte in contrario: e quindi è naturale che qua e là un trattato s’accordi con un altro. Ma ad un’opera di grande fama dopo il mille risponde più da vicino il nostro trattatello; al Secretum secretorum. Tutti sanno con quanta ragione se ne volesse autore Aristotele; pur corse sempre col suo nome; benchè ora ne conosciamo la origine arabica e i traduttori più antichi, de’ quali è principe quel Filippo, chierico di Tripoli, che diede al libro veste latina, già studiato da S. Tommaso, da R. Bacon, da Alberto M. e pubblicato poi del 1501 in Bologna. […] E l’Avicenna nostro e il Secretum si allontanano dai greci nella brevità dei precetti, e nell’ordine delle materie, che nei due libri invece si assomiglia di molto. Principalmente poi è da notare che spesso usano le stesse parole; e ne darò pochi esempi […]”.
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Baudet-Dulary 1865
Opera
Principes et résumé de physiognomie
Caratteristiche
Alexandre François Baudet-Dulary (1792 – 1878), politico e scrittore francese, dedica questo compendio dei principi fisiognomici, pubblicato a Parigi nel 1865, agli amanti del ritratto: “Quando si collezionano ritratti, si spera indubbiamente di trovare nella fisionomia dei personaggi gli indizi del loro carattere; si crede nel rapporto tra fisico e morale, tra esterno e interno: si è più o meno fisionomisti. Ecco perché, cari amanti del ritratto, di cui condivido da tempo i gusti, vi dedico questo libretto”. La prefazione è formata unicamente da citazioni, che vanno dalla Bibbia (“Il cuore dell’uomo cambia il suo volto, sia nel bene che nel male”) e dagli scrittori antichi (Cicerone, Seneca) fino alle osservazioni sulla fisiognomica di scrittori moderni (Montaigne, Bacon, Descartes, La Rochefoucauld, Leibniz, Wolff, Addison, Fielding, Gellert, Haller, Sulzer, Ernesti, Roussel, Necker, Brillat-Savarin, Feuchtersleben, Jean Reynaud, Topffer e infine Lavater).
Il trattato di Baudet-Dulary si apre con una definizione: “La fisiognomica cerca di conoscere attraverso i segni esteriori le proprietà e le facoltà interiori. Uomo, animale, vegetale, minerale, tutto ha la sua fisiognomica, poiché la natura ha fornito tutto d’armonia e unità”; e procede affrontando la fisiognomica dei sessi (uomo, donna) e del sesso neutro (gli eunuchi), la fisiognomica delle varie età (infanzia, pubertà, età adulta, vecchiaia, morte) e i rapporti tra fisico e morale nelle varie età. Tratta dunque della fisiognomica dei temperamenti, delle razze; delle misure del cranio e della faccia (angolo facciale); della fisiognomica di vari popoli (francese, inglese, tedesco, spagnolo, italiano, greco); della fisiognomica delle professioni, dei differenti stati della morale, della passione, del lavoro intellettuale; fisiognomica della sanità e della malattia; sulla frenologia; sui ritratti; fisiognomica degli animali. Il trattato è completato da una serie di illustrazioni di volti ritratti da varie angolazioni.
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De Venero 1865
Opera
Primer sistema del lenguaje universal, fisiognomonico de los ojos. Nuevo arte de conocer a los hombres. De la ciencia de lavater
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica, dedicato soprattutto agli occhi, di Mariano Aguirre de Venero, pubblicato a New York nel 1865.
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Lemoine 1865
Opera
De la physionomie et de la parole
Caratteristiche
Il filosofo francese Albert Lemoine (1824 – 1874) tratta, nel suo libro De la physionomie et de la parole (1865), del linguaggio e della comunicazione mimica o gestuale. Lemoine – ed è questo che Darwin apprezzerà della sua opera – prende in qualche modo le distanze dall’idea che la comprensione del linguaggio dei segni sia innata: anche se l’espressione stessa è legata alla fisiologia, i segni devono necessariamente essere interpretati da un’intelligenza. In questo modo, Lemoine stabilisce la necessità che il punto di vista fisiologico sia complementare a un approccio filosofico e psicologico. Il trattato è diviso in dieci capitoli, che trattano rispettivamente:
I: Del problema psicologico dell’origine del linguaggio; II: Dell’espressione delle passioni negli artisti, la teoria di Le Brun; III: Dell’espressione delle passioni nei fisiologisti (Moreau de la Sarthe, Charles Bell, Duchenne de Boulogne); IV: Che l’intelligenza dei segni della fisiognomica è acquisita e non istintiva; V: Come si apprende il linguaggio della fisiognomica; VI: Come l’infante impara a parlare; VII: Dell’unione del pensiero e della parola; VIII: Il sordo-muto; IX: Dell’origine della parola; X: Del linguaggio delle bestie.
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Delestre 1866
Opera
De la physiognomonie. Texte, dessin, gravure
Caratteristiche
Jean-Baptiste Delestre (1816 – 1872) artista e teorico dell’arte, è l’autore di questo trattato di fisiognomica pubblicato a Parigi nel 1866. Dopo alcune osservazioni generali sulla storia della fisiognomica, sulle razze e sulle proporzioni del corpo, e dopo aver sottolineato che la testa racchiude soprattutto l’individualità dell’uomo, Delestre esamina il corpo umano da cima a fondo dal punto di vista fisiognomico. Secondo l’autore, le fattezze non sono modellate a caso e c’è una necessaria concordanza tra di esse. Questa era anche l’opinione di Lavater, che arrivava a dire che per ogni essere c’era “nel dispensario della Divinità una formula speciale di preparazione”. Secondo Delestre, la fronte determina il naso e viceversa: così, un naso aquilino porta sempre a una fronte curva; e gli stessi stati morali possono essere visti all’esterno dalla conformità dei tratti, perciò spesso i criminali processati per crimini simili si assomigliano nei tratti del viso. È il cervello che dà una determinata forma al viso”.
[vedi Letourneau C., Rapport sur la physiognomonie de M. Delestre, “Bulletins de la Société d’anthropologie de Paris“, II° Série. Tome 2, 1867. pp. 178-184].
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Wells 1866
Opere
The Illustrated annual of phrenology and physiognomy (1865 – 1875)
New Physiognomy, Or, Signs of Character. As manifested through temperament and external forms … With illustrations
How to read character: a new illustrated handbook of phrenology and physiognomy, for students and examiners; with a descriptive chart.
Caratteristiche
Samuel Roberts Wells (1820 – 1875), frenologo americano, sostenitore della frenologia e della fisiognomica come mezzo per leggere e guidare il carattere umano e come base per una corretta selezione nel matrimonio, ha diretto la rivista Illustrated Annual of Phrenology and Physiognomy dal 1865 al 1875 e scritto varie opere sull’argomento, tra cui: “New Physiognomy, Or, Signs of Character. As manifested through temperament and external forms … with illustrations” (New York, 1867) e “How to read character: a new illustrated handbook of phrenology and physiognomy, for students and examiners; with a descriptive chart” (New York, 1874).
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Google Books (The Illustrated Annuals)
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Internet Archive (New Physiognomy)
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Internet Archive (How to read)
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Livi 1868
Opera
Frenologia forense, ovvero Delle frenopatie considerate relativamente alla medicina legale
Caratteristiche
Carlo Livi (1823 – 1877) è stato un fisiologo e psichiatra toscano di grande influenza anche nel campo dello studio della freniatria e dell’indagine positiva morfologica, direttore dei manicomi di Siena e Modena e fondatore della «Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale». Il suo scritto Frenologia Forense appare dal 1864 al 1868 sul periodico indipendente fondato da Andrea Verga e Cesare Castiglioni “Archivio Italiano per le malattie nervose”, e viene poi pubblicato a Milano per G. Chiusi nel 1868.
Fino alla metà degli anni Settanta, Livi rappresenta la massima autorità in campo frenologico forense. Oltre al trattato, Livi pubblica anche molte perizie da lui effettuate. Secondo Livi, l’Igiene e la medicina legale sono strettamente collegate e l’Antropologia fa da ponte tra le due discipline. Nelle perizie, è utile esprimere una diagnosi accurata con metodo rigoroso, in modo che giudice e giuria possano comprendere come il medico sia giunto a determinate conclusioni e capire quale lesione morbosa ha dato origine all’azione che ha richiesto l’intervento legislativo. La perizia è quindi in primo luogo un lavoro di fine ricerca del freniatra e solo del freniatra.
Il metodo di Livi si caratterizza per un’attenzione maniacale verso l’esaminato. Piuttosto che parlare di “esami”, Livi divide i vari momenti della diagnosi in “argomenti”: quello fenomenico, quello etiologico, quello patologico e quello giuridico. In quanto al primo, si tratta di trovare tutti quei segni fisici e psichici della malattia. Fra i sintomi psichici e quelli somatici o fisici veri e propri c’è il fenomeno della fisionomia: i disordini corporali e psichici si riflettono nella faccia, nel gesto, nel portamento.
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Wittich 1870
Opera
Physiognomik und Phrenologie
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica e frenologia del medico tedesco Wilhelm von Wittich (1821 -1884), pubblicato a Berlino nel 1870. Scrive Wittich nell’incipit: “La fisiognomica è generalmente intesa come la capacità di riconoscere il carattere, l’attitudine mentale e lo stato d’animo di una persona dal suo aspetto esteriore. Se questa capacità è una scienza a sé stante, cioè se può essere ricondotta a leggi generalmente applicabili, allora gode, come quasi nessun’altra, dell’uso più universale e quotidiano.
Quanto valore non attribuiamo alle espressioni facciali di chi ci circonda, quanto non ci sforziamo di decifrare i pensieri e gli stati d’animo delle persone che conosciamo, il carattere e le attitudini mentali di chi incontriamo per la prima volta nella nostra vita. Una leggera somiglianza, un tratto e uno sguardo simile nel volto di un estraneo, che ci ricorda con piena vivacità personalità a noi note, ci induce troppo spesso a presupporre in quella persona tutte le qualità a noi care o sgradite che conosciamo negli altri. Quanto è difficile per noi liberarci dall’influenza delle prime impressioni, anche quando ci ricordiamo costantemente che la nostra opinione preconcetta si basava solo su questa o quella forma del viso, su questo o quel tratto. Chi non ha riempito un’ora di ozio in un luogo sconosciuto, al tavolo dell’oste o nella sala d’aspetto di una ferrovia, studiando l’ambiente che lo circondava, e cercando di indovinare non solo posizione e occupazione di un individuo estraneo, ma anche il suo stato d’animo, dai tratti del suo viso, dalla postura e dai movimenti di tutto il suo corpo? Quante volte il suono della voce, la sua ruvidità o melodiosità, non è forse l’unico segno che utilizziamo per formarci un giudizio sulla forma, il carattere e lo spirito della persona dalla cui bocca la sentiamo?”
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Darwin 1872
Opera
Expression of the emotions in man and animals
Caratteristiche
La prima edizione dell’Expression of the emotions in man and animals di Charles Darwin (1809 – 1882) viene pubblicata il 26 novembre 1872. Si tratta di uno studio dei movimenti muscolari del volto (umano e animale) provocati da una determinata emozione – una risposta “fisica” a una sensazione “mentale”. L’analisi dettagliata di Darwin di ciò che veramente accade a un corpo in uno stato di paura, o gioia, o rabbia, è illustrata da fotografie, una relativa novità nelle pubblicazioni scientifiche dell’epoca. Scrive Darwin a proposito: “Esse sono copie fedeli, e sono molto superiori per il mio scopo di qualsiasi disegno, per quanto ben eseguito”.
Tredici anni dopo la pubblicazione della sua opera principale L’origine delle specie e immediatamente dopo l’uscita de L’origine dell’uomo (1871), Darwin applica in questo scritto la teoria dell’evoluzione alla biologia del comportamento. Nell’Espressione (così Darwin abbrevia frequentemente il titolo), egli analizza se il modo in cui l’attività dei muscoli facciali dell’uomo – la mimica – rende visibili le sue emozioni sia acquisito per apprendimento o, indipendentemente dalla sfera culturale dei singoli, sia uniforme e quindi presumibilmente innato. Egli fa notare anche numerosi paralleli riguardo alle espressioni comportamentali dell’uomo e dell’animale e indica queste corrispondenze come sostegni alla sua teoria di un’origine dell’uomo e degli animali da antenati comuni. La sua argomentazione è fin dall’inizio controversa, e per decenni il suo libro cade addirittura quasi nell’oblio.
A proposito della fisiognomica, Darwin non si pronuncia esplicitamente, ma sembra comunque ricercarne una motivazione “positiva”: la fisiognomica sembra dipendere dal fatto che persone diverse usano frequentemente muscoli facciali diversi a seconda della loro disposizione mentale, per cui questi muscoli possono svilupparsi più del normale.
Darwin consulta gli antichi trattati di fisiognomica e nell’introduzione alla prima edizione dell’Espressione scrive: “MANY works have been written on Expression, but a greater number on Physiognomy,—that is, on the recognition of character through the study of the permanent form of the features. With this latter subject I am not here concerned. The older treatises, which I have consulted, have been of little or no service to me”. Fra i trattati da lui consultati, quelli più antichi gli sono stati di scarso o di nessun aiuto. Tramite La Physionomie et l’Expression des Sentiments di Mantegazza, pubblicato nel 1885, cui Darwin stesso fa riferimento, è possibile risalire ai testi cui si riferisce Darwin. Darwin si basa per il suo studio su L’anatomie et la philosophie de l’expression (1806) di sir Charles Bell, La physiologie ou le mécanisme de la rougeur (1839) del dottor Burgess, Le mécanisme de la physionomie humaine (1862) del dottor Duchene, De la physionomie et des mouvements d’expression (1862) di P. Gratiolet, Wissenschaftliches System der Mimik und Physiognomik (1859) del dottor Piderit e Principi di psicologia (1855) di H. Spencer.
Con l’emozione, l’espressione si fonda per Darwin su aspetti esclusivamente fisiologici. Questa preponderanza riconosciuta alla psicologia e all’effetto del fisiologico sullo psicologico rimanda in effetti all’importanza che le avevano dato all’inizio del secolo J. G. Cabanis nel suo studio sui Rapports du physique et du moral de l’homme (1802) e X. Bichat nelle sue Recherches physiologiques sur la vie et la mort (1800).
Darwin fa anche riferimento a Lavater, citando la raccolta dei suoi frammenti, pubblicata nel 1807 da Moreau, in cui sono contenuti anche i disegni di Della Porta e le Conferenze del pittore Le Brun. Tra le osservazioni di Lavater e quelle di Darwin c’è una distanza incolmabile, visti i presupposti creazionisti dell’olandese, l’obiettivo delle sue indagini e il metodo con cui le porta avanti. Secondo Lavater l’uomo è frutto di una creazione divina e lui solo. Forse Lavater si accorge di quanto poco scientifiche siano le sue osservazioni, tanto che, nel testo, sconsiglia la lettura dei frammenti fisiognomici a chi non vede l’armonia costante che lega le forze interne e i segni esteriori, perché niente lo potrebbe convincere di ciò ch’egli s’appresta a sostenere. È chiaro a questo punto da quale genere di osservazioni fisiognomiche Darwin prenda le distanze nel “The Expression”, ma è anche il tono delle parole con cui riporta alcune credenze popolari contemporanee sulla fisiognomica, a dare un’idea più chiara del disprezzo ch’egli nutre nei confronti di tali congetture. Per esempio afferma: “[…] una mascella inferiore piccola e debole, che sembra indicare che la bocca non stia abitualmente chiusa con forza, è addirittura considerata dalla gente una caratteristica delle persone deboli di carattere”.
Darwin è disposto a usare la parola “fisiognomica” per indicare i tratti del viso o l’aspetto esteriore di piante e animali. Tuttavia, per quanto riguarda la scienza che determina il carattere o le qualità personali dai lineamenti o dalla forma del corpo, alla fine dell’Espressione scrive: “Qualunque sia la quantità di verità che la cosiddetta scienza fisiognomica può contenere, sembra dipendere, come Haller ha osservato molto tempo fa, dal fatto che persone diverse fanno uso frequente di muscoli facciali diversi, a seconda delle loro disposizioni; lo sviluppo di questi muscoli è forse così aumentato, e le linee o i solchi sul viso, dovuti alla loro contrazione abituale, così da risultare più profondi ed evidenti” (Espressione, p. 366).
[Cfr. Marina de Seta, Fisiognomica e tipi umani nella teoria dell’espressione di Darwin; Rosemary Jann, Evolutionary Physiognomy and Darwin’s “Expression of the Emotions”, Victorian Review, vol. 18, no. 2, 1992, pp. 1–27; Charles N. Swisher, Charles Darwin on the origins of behavior, “Bulletin of the History of Medicine”, vol. 41, no. 1, 1967, pp. 24–43].
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Rouvin 1873
Opera
La tête humaine: études de phrénologie et de physiognomonie, appliquées aux personnages célèbres de l’antiquité et des temps modernes
Caratteristiche
Studio fisiognomico e frenologico del francese Charles Rouvin (1814 – …), con illustrazioni e considerazioni sull’aspetto fisico di personaggi celebri dell’antichità e della modernità, pubblicato a Parigi nel 1873.
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Simms 1873
Opera
Physiognomy illustrated; or, Nature’s revelations of character. A description of the mental, moral, and volitive dispositions of mankind, as manifested in the human form and countenance
Caratteristiche
Il 14 settembre 1874 Joseph Simms, dottore e autore di trattati di fisiognomica americano, invia a Darwin una copia del suo trattato Nature’s revelations of character (Simms, 1873) chiedendogli di favorirne la pubblicazione. Il libro contiene un’incisione che ritrae la testa di Darwin (da una delle fotografie di Elliott e Fry del 1871) vista di tre quarti. Nella serie di tipi fisiognomici di Simms, Darwin rappresenta l'”Osservatività [sic] Grande”. “Le sopracciglia lunghe e piene, abbassate vicino agli occhi, sono l’espressione fisiognomica visibile del desiderio e della capacità di osservazione. Darwin è un esempio eccellente di grande osservatore”. Simms riconosce che c’è un elemento patognomico in questo fenomeno: l’abitudine a uno sguardo concentrato “alla fine avrà l’effetto di indurre i muscoli, chiamati così frequentemente in azione, ad assumere permanentemente la loro posizione di osservatori ansiosi”, esattamente come sosteneva Darwin nell’Espressione. Tuttavia, la maggior parte delle opere fisiognomiche e frenologiche del XIX secolo, comprese quelle di Simms, riflettono una forte convinzione nel determinismo, o in una sorta di simbolismo mistico, presente nel rapporto tra carattere e fisico. Charles Hartley, in Face and Form (1885), osserva: “Gli occhi profondi, sovrastati e protetti da sopracciglia prominenti … simboleggiano la mente che, con forza e inclinazione naturali, guarda verso il mondo visibile”. Nel giornale newyorkese The Evening World del 1891, è la forma delle palpebre di Darwin a indicare questo eccezionale potere di osservazione accurata. Le rappresentazioni di Darwin in età avanzata, sia in fotografia che in pittura, hanno evidentemente fatto leva su queste convinzioni e le hanno alimentate.
L’interesse di Simms per la fisiognomica non è tuttavia ristretto all’ambito dello studio del volto. Nella lettera a Darwin, chiede al ricercatore bitannico un disegno del suo piede destro: “I wish a drawing of your right foot, very much, for a work I am intending to print at some future time. […] If you will favour me you can plant the foot on white paper lightly while sitting and with pencil draw an outline close round the entire foot. It matters not whether with stocking or not. Better without stocking. If you grant this unusual request please give your height while standing in stockings” (Lettera da Joseph Simms a Darwin, 14 Settembre 1874).
Darwin avrebbe dovuto mettere il proprio piede su un foglio bianco e disegnare il contorno (“Meglio senza calze”). Il piede può dire molto al fisiognomista sul carattere del proprietario. Per esempio, chi ha i piedi “arcuati o a forma di gatto” è soggetto alla dissimulazione, incline a nascondere o trattenere la conoscenza di cose o pensieri. Mentre i piedi piatti indicano una scarsa capacità di segretezza (Simms 1873, p. 154). Un “piede largo” è indice di “demolitività, l’inclinazione a distruggere: la propensione a rovinare, deturpare o distruggere” (Simms 1873, p. 166).
Darwin non risponde alla lettera e non include il titolo del libro di Simms in nessuna delle sue opere pubblicate. Non sappiamo se Darwin si sia offeso o semplicemente divertito per il contenuto della missiva, ma sicuramente essa tocca un punto piuttosto dolente in relazione alle sue opinioni sulla significatività delle caratteristiche fisiche. Darwin, per esempio, era rimasto semplicemente divertito dal fatto che FitzRoy lo avesse quasi rifiutato come membro dell’equipaggio Beagle a causa della forma del suo naso e della convinzione di un gruppo di frenologi tedeschi che la sua testa mostrasse “la protuberanza della riverenza sviluppata tanto quanto quella di dieci sacerdoti”. Anche l’analisi del suo carattere fatta da Lorenzo Niles Fowler nella rivista The Phrenological Magazine – presumibilmente dedotta dalla fotografia di Rejlander – doveva sembrargli ridicola.
Tuttavia, Darwin accetta la validità dell’osservazione del padre al ritorno dal viaggio sul Beagle , secondo cui la forma della sua testa “è piuttosto alterata” per effetto del suo sviluppo intellettuale, e alcune delle sue lettere accennano a un interesse per le nozioni fisiognomiche e frenologiche. Alcuni membri della cerchia di Darwin, in particolare Francis Galton e James Paget, accreditano certamente tali convinzioni. Darwin è apparentemente convinto della propria bruttezza, in particolare in relazione al suo naso corto e sporgente, che è in contrasto con le immagini tradizionali dell’intellettualità, e quindi si preoccupa di smentire tali associazioni. In una lettera a Lyell del 21 agosto 1861, ripresa in una lettera ad Asa Gray, Darwin si schiera contro la credenza nel provvidenzialismo, ovvero l’idea che le variazioni nelle specie siano state predestinate e formate dalla volontà di Dio: “Mi dirai onestamente… se credi che la forma del mio naso sia stata ‘ordinata e guidata da una causa intelligente’ “. Tuttavia, la protesta di Darwin lascia aperta la questione se questa caratteristica abbia, come la formazione di un’orchidea, un significato funzionale ed evolutivo, o se sia semplicemente fortuita.
Secondo una voce dell’American Cyclopedia, Simms da bambino “è stato inconsciamente attratto dalla pratica di annotare le peculiarità facciali e corporee, di confrontarle sistematicamente con le caratteristiche mentali conosciute e di dedurne alcune regole e formule certe” (“Biographical sketch”, 1897). Nel 1854 inizia a tenere conferenze sulla fisiognomica nelle principali città degli Stati Uniti e del Canada. Nel 1866 studia anatomia con John William Draper, fondatore della scuola di medicina dell’Università di New York. Si laurea in medicina nel 1871 presso l’Eclectic Medical College di New York. Tuttavia, torna presto a occuparsi di fisiognomica e nel 1872 intraprende un tour di conferenze di tre anni in Gran Bretagna, di cui 52 solo a Londra. Oltre all’Europa, gira in seguito l’Australasia, l’Africa e l’Asia prima di ritirarsi nel 1884, dopo aver accumulato una notevole fortuna (New York Times, 13 aprile 1920).
Le versioni successive del suo manuale di fisiognomica si sono ampiamente diffuse col titolo Physiognomy Illustrated, che nel 1891 raggiunge la decima edizione. In quest’ultima edizione, Simms registra una degenerazione nel fatto che i volti americani sono diventati sempre meno diversi e le persone sono “quasi indistinguibili come pecore”.
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Repossi 1874
Opera
La fisiognomia (anche Manuale di fisiognomica)
Caratteristiche
La fisiognomia di Angelo Repossi viene pubblicato a Milano, edito dai Fratelli Simonetti, nel 1874. Viene ripubblicato successivamente anche col titolo Manuale di fisiognomica. Il trattato è diviso in diciotto capitoli, che trattano rispettivamente i seguenti argomenti:
Capitolo I: storia della Fisionomia; Capitolo II: principi della Scienza e il Della Porta; analogia del bue, del mulo, della scimia, del gatto, del porco, conclusione della Fisionomia del Della Porta; Capitolo III: costituzioni fisiche o temperamenti (bilioso, nervosi, sanguigni, flemmatici, linfatici), riassunto generale sulle costituzioni, varietà dei temperamenti e confronti, costituzione atletica, forze fisiche e loro divisione in due specie, costituzione con predominio d’apparecchio generatore, melanconici; Capitolo IV: costituzioni anormali, storpi, nani e gobbi, sordo-muti e ciechi; Capitolo V: fisiologia della giovinezza e dei sessi, giovinezza, amore, sessi; Capitolo VI: testa e sue forme, dimensioni, capo piccolo, testa grossa e tonda; Capitolo VII: volto, dimensioni del volto; Capitolo VIII: fronte, sue dimensioni, configurazione della fronte; Capitolo IV: delle sopracciglia, movimento del sopracciglio; Capitolo X: occhio, suoi colori, sue forme, espressioni dell’occhio; Capitolo VI: naso; Capitolo XII: guance; Capitolo XIII: sorriso, riso, lagrime; Capitolo XIV: bocca, labbra, denti, mento, mascella; Capitolo XV: orecchie; Capitolo XVI: collo, spalle, movimento delle spalle, capelli, mano, piedi, braccia, dorso, ventre; Capitolo XVII: andatura, passo, atteggiamenti, gesto, abbigliamento, colorito, voce, stature; Capitolo XVIII: Lavater, fronte, profili, esame d’alcune fisionomie.
Repossi scrive ad esempio riguardo alla fronte: “Una fronte si dice che è alta o bassa, secondo la lunghezza che ha dalla radice dei capelli, fino alla radice del naso. Una fronte è larga o stretta secondo l’estensione che prende da una tempia all’altra. Una fronte alta e stretta val nulla. Se alta ma poco larga, può marcare ingegni di fantasia più che di riflessione, e caratteri spesso orgogliosi e vanitosi. Fronte invece molto larga, poco proporzionatamente alta od anche un po’ bassa, marca più di frequente sodo ingegno”.
Lombroso 1878
Opera
L’uomo delinquente studiato in rapporto alla antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie
L’uomo di genio in rapporto alla psichiatria, alla storia ed all’estetica
Caratteristiche
Marco Ezechia Lombroso, detto Cesare (1835 – 1909), medico, antropologo, filosofo, giurista e criminologo italiano, è definito il padre della moderna criminologia. Esponente del positivismo, è stato uno dei pionieri degli studi sulla criminalità, e fondatore dell’antropologia criminale. Il suo lavoro è stato fortemente influenzato dalla fisiognomica, dal darwinismo sociale e dalla frenologia.
Dal 1876, Lombroso divulga la propria teoria antropologica della delinquenza ne L’uomo delinquente, che successivamente espande in un’opera in più volumi. Tra i massimi studiosi di fisiognomica, Lombroso misura la forma e la dimensione dei cranii di molti briganti uccisi e portati dal Meridione d’Italia in Piemonte, concludendone che i tratti atavici presenti riportano indietro all’uomo primitivo. Sviluppa così una nuova pseudoscienza che si occupa di frenologia forense, e deduce che i criminali portano tratti anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria.
Lombroso utilizza dunque la scienza fisiognomica ai fini di quella che va definendosi come “criminologia”: “In genere, i più fra i delinquenti-nati hanno orecchie ad ansa, capelli abbondanti, scarsa la barba, seni frontali spiccati, mandibola enorme, mento quadro e sporgente, zigomi allargati, gesticolazione frequente, tipo, insomma, somigliante al Mongolico e qualche volta al Negroide”. Per la fisiognomica positivista di Lombroso i caratteri psichici sarebbero conseguenze di alterazioni organiche, “per cui si può spesso indovinare dalla fisionomia e dal cranio la loro [scil. dei delinquenti] tempra morale”. Per Lombroso, dunque, “la criminalità è ereditaria e i criminali possono essere identificati da attributi fisici come il naso a falco e gli occhi iniettati di sangue”.
Lombroso si ispira alle teorie sull’evoluzione di Charles Darwin e trasferisce molti dei malintesi sull’evoluzione nella propagazione dell’uso della fisiognomica in criminologia. La sua logica deriva dall’idea che i criminali siano dei ‘ritorni’ nell’albero filogenetico alle prime fasi dell’evoluzione. È ragionevole concludere che secondo Lombroso, una caratteristica regressiva accomuna il genio, il pazzo e il delinquente; essi differiscono per l’intensità di questa caratteristica e, naturalmente, per il grado di sviluppo delle qualità positive. Egli ritiene che si possa stabilire se una persona è di natura selvaggia semplicemente sulla base delle sue caratteristiche fisiche. In base a queste sue scoperte, Lombroso ipotizza che il “criminale nato” si possa distinguere in base a stigmate fisiche ataviche, quali: “Mascelle grandi, proiezione in avanti della mandibola, Fronte bassa e spiovente, Zigomi alti, Naso appiattito o rovesciato, Orecchie a forma di falco o labbra carnose, Occhi duri e sfuggenti, Barba rada o calvizie, Insensibilità al dolore, Braccia lunghe rispetto agli arti inferiori”….
L’interesse per il rapporto tra criminologia e fisiognomica nasce dalla prima interazione di Lombroso con “un noto ladro e piromane calabrese” di nome Giuseppe Villella. Lombroso rimane particolarmente colpito da molte caratteristiche della personalità di Villella, tra cui l’agilità e il cinismo. I presunti crimini di Villella sono oggetto di contestazione e la ricerca di Lombroso è vista da molti come una forma di razzismo del nord Italia nei confronti degli italiani del sud. Alla morte di Villella, Lombroso conduce un’autopsia e scopre che il suo soggetto ha una rientranza nella parte posteriore del cranio, che assomiglia a quella che si trova nelle scimmie. Lombroso utilizza il termine “atavismo” per descrivere questi comportamenti primitivi, simili a quelli delle scimmie, che trova in molti di coloro che ritiene inclini alla criminalità. Continuando ad analizzare i dati raccolti dall’autopsia di Villella e confrontando i risultati con quelli di casi precedenti, Lombroso desume che alcune caratteristiche fisiche consentono ad alcuni individui di avere una maggiore “propensione a delinquere e sono anche un selvaggio ritorno all’uomo primitivo”.
Questo tipo di esami ha conseguenze di vasta portata per le comunità scientifiche e mediche dell’epoca, tanto che Lombroso scrive: “la genesi naturale del crimine implica che la personalità criminale debba essere considerata come una particolare forma di malattia psichiatrica”, un’idea ancora oggi presente nel manuale diagnostico della psichiatria, il DSM-5, nella descrizione del disturbo antisociale di personalità. Inoltre, queste idee promuovono il concetto che quando si commette un crimine, questo non è più visto come frutto del “libero arbitrio”, ma piuttosto come il risultato di una pre-disposizione genetica alla violenza. Lombroso dispone di numerosi casi di studio per corroborare molte delle sue scoperte, grazie anche al suo incarico di direttore del manicomio di Pesaro., dove egli può facilmente studiare persone di diverse estrazioni sociali ed è quindi in grado di definire ulteriormente i tipi di criminali. Poiché le sue teorie si concentrano principalmente sull’anatomia e sulle informazioni antropologiche, l’idea che la degenerazione sia una fonte di atavismo viene esplorata solo più tardi nei suoi scritti di teoria criminologica. Queste teorie “nuove e migliorate” portano all’idea che il criminale nato abbia sintomi patologici in comune con l’imbecille morale e l’epilettico, e questo lo porta ad ampliare la sua tipologia includendo il criminale folle e il criminale epilettico. Inoltre, il tipo di criminale insano comprende l’alcolizzato, il mattoide e il criminale isterico.
L’idea della ‘reversione atavica’ come causa del comportamento criminale viene messa a frutto da Lombroso sin dalla prima edizione del suo più celebre lavoro, L’uomo delinquente studiato in rapporto alla antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie. La nozione di ‘atavismo’, in ogni caso, è già circolante prima che Lombroso se ne serva per interpretare il fenomeno criminale. Nessun ricercatore prima di lui, però, l’ha ritenuta capace di spiegare un complesso così vasto di fenomeni comportamentali. Raccogliendo riferimenti da una vasta letteratura che comprende autori come Franz Joseph Gall, Prosper Despine, Bénédict Auguste Morel e Henry Maudsley, Lombroso getta le basi per uno studio sistematico e complessivo dell’uomo criminale.
Ne L’uomo di genio in rapporto alla psichiatria, alla storia ed all’estetica del 1894, il tema della follia e della genialità tendono a convergere con quello della devianza e della criminalità, quasi che gli estremi si debbano, in un certo senso, toccare e confondere. Accanto all’uomo di genio Lombroso colloca il «mattoide», considerato come un anello di congiunzione tra il genio, il criminale e il folle. Il mattoide, per lo psichiatra veronese, è un individuo che ha le sembianze di un genio, ma nella sostanza si tratta di un uomo comune. Dotato di senso pratico e di affetti normali, evidenzia la sua anormalità nella fase ideativa. Il mattoide, che mostra di avere senso morale (fatto che lo distingue dal criminale), non può essere considerato neanche un folle, perché in lui non si manifesta alcuna forma di delirio. Tra i mattoidi Lombroso inserisce Davide Lazzaretti, il profeta del monte Amiata, ucciso dai carabinieri nell’agosto del 1878 perché ritenuto a capo di una rivolta, e Giovanni Passanante autore di un attentato a Umberto I di Savoia, sempre nel 1878.
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Google Books (L’uomo delinquente)
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Internet Archive (L’uomo di genio)
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Stanton 1879
Opere
Physiognomy. A practical and scientific treatise
A System of Practical and Scientific Physiognomy; or, How to read Faces
The encyclopedia of face and form reading : how to read character and personal characteristics by the general appearance : practical and scientific physiognomy being a systematic manual of instruction based upon well-established principles of anatomy and physiology : readily comprehensible to the general reader
Caratteristiche
La scrittrice americana Mary Olmstead Stanton è autrice di tre opere sulla fisiognomica: Physiognomy. A practical and scientific treatise, pubblicato a San Francisco nel 1879 (l’edizione di San Francisco del 1881 reca il sottotitolo: “Manuale di istruzioni per la conoscenza della fisiognomica e dell’organismo umano, considerati chimicamente, architettonicamente e matematicamente / Comprende le scoperte dei tratti localizzati, con i relativi organi e segni del carattere, insieme alle tre grandi divisioni naturali del volto umano), A System of Practical and Scientific Physiognomy; or, How to read Faces pubblicato in due volumi a Philadelphia nel 1890, e The encyclopedia of face and form reading : how to read character and personal characteristics by the general appearance : practical and scientific physiognomy being a systematic manual of instruction based upon well-established principles of anatomy and physiology : readily comprehensible to the general reader, che viene pubblicata sempre a Philadelphia nel 1889 dalla F.A. Davis Co..
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Internet Archive (Physiognomy)
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Library of Congress (Physiognomy)
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HathiTrust (Encyclopedia of face)
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Coates 1880
Opera
How to read faces, or, Practical physiognomy made easy : the science and art of reading character briefly outlined, illustrated, and explained
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica del docente di scienze e igiene mentale inglese James Coates (1843 – 1933), pubblicato a Londra nel 1880 e riedito numerose volte. Coates ha precedentemente pubblicato un altro testo sull’argomento, intitolato “How to read heads“.
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Mantegazza 1881
Opera
Fisonomia e mimica
Atlante della espressione del dolore
Caratteristiche
Paolo Mantegazza (1831 – 1910), medico fisiologo e antropologo, è uno dei primi divulgatori delle teorie di Charles Darwin in Italia. Si propone di sviluppare, tra le varie ricerche di Darwin, la sua teoria delle espressioni. Ad esempio, nell’Atlante della espressione del dolore, pubblicato a Firenze nel 1876, Mantegazza illustra, tramite numerose fotografie, i suoi studi sperimentali sull’espressione del dolore. Nell’introduzione, Mantegazza scrive che il fotografo fiorentino Brogi ha riprodotto “alcune emozioni molto passeggere del volto umano alla luce diretta del sole; ed ho così potuto riscontrare alcune leggi molto semplici che governano l’espressione del dolore. Con questi poveri saggi di studi sperimentali gli artisti potranno d’ora innanzi ricavare un nuovo fonte di ispirazione e di studio, attinto dal fecondo terreno della natura. Essi non possono comandare ai loro modelli i dolori morali che vogliono ritrarre colla tavolozza o la creta e devono supplire collo studio profondo dei capolavori dell’arte; frutti alla lor volta di lunghe, pazienti e difficili osservazioni dei fatti umani. Riproducendo colla fotografia il volto dell’uomo sotto l’impressione di dolori fisici, si trova che le varie e molteplici espressioni che si raccolgono, corrispondono perfettamente a dati gruppi di espressione di dolori morali: ecco dunque un nuovo metodo di indagini, che non pretende sostituirsi né alle ispirazioni della pittura o della scultura, né all’arte drammatica; ma vuole soltanto venire in loro aiuto, porgendo ricca messe di fatti, attinti all’inesausta scaturigine della natura”.
In Fisonomia e mimica, pubblicato a Milano nel 1881, Mantegazza si occupa del rapporto tra la scienza che ha studiato i tratti fissi (anche nella versione moderna della craniometria, a proposito della quale Mantegazza prende le distanze da Lombroso) e una realtà segnata dal mutamento dovuto a età, educazione, genere sessuale e provenienza etnica. Dedicata alla fisiognomica tradizionale di Della Porta e Lavater, la prima parte dell’opera approfondisce la Faccia umana (fronte, occhi, naso, bocca, mento, guance, orecchi, denti, capelli, barba, nei, rughe, volto delle diverse razze), con la consapevolezza che «dobbiamo separare nettamente ciò che è lineamento, anatomia, forma, dai movimenti espressivi dei muscoli» e dunque la fisiognomica dalla patognomica, definita «studio dell’espressione e della mimica, che spetta alla psicologia, all’etnologia comparata».
Nel 1896, Mantegazza pubblica il saggio Giacomo Leopardi sul tavolo anatomico. Obiettivo dell’articolo è quello di analizzare e commentare il Saggio psico-antropologico su Giacomo Leopardi e la sua famiglia del fisiologo Mariano Luigi Patrizi (1866-1936). Compilando una dettagliata anamnesi familiare e patologica, Patrizi si propone di risalire all’origine del talento artistico e letterario di Giacomo Leopardi (1798-1836). Leopardi soffriva di diversi disturbi, tra cui una deformazione della colonna vertebrale, la cui eziologia non è stata ancora chiarita (potrebbe trattarsi del morbo di Pott o del morbo di Scheuermann), e di un disturbo depressivo acuto, forse una depressione psicotica, caratterizzata da una perdita di contatto con la realtà e da allucinazioni. Poco dopo l’incipit della sua risposta all’articolo di Patrizi, Mantegazza esprime la sua disapprovazione per le teorie di Cesare Lombroso (1835-1909), che postulava un legame tra genio e follia: “Patrizi è un osservatore acuto, anche se un po’ troppo lombrosiano; a differenza del suo successore, non spinge la sua argomentazione alle estreme conseguenze e, quando vuole concludere che Leopardi era epilettico, lo fa ma con tristezza, poiché vi è stato costretto. Infatti, epilettico ma senza epilessia; … Lombroso e la sua scuola hanno ampliato e falsificato la definizione di epilessia portando all’affermazione che, in qualche misura, siamo tutti epilettici. Ora il famoso matrimonio tra Genio e Follia è stato demolito: e sono fermamente convinto che, con la stessa logica, si potrebbero scrivere i seguenti libri: Genio e Dispepsia-Genio e Costipazione-Genio e Gotta, ecc. Perché allora non scriverne un altro: Plebe e Follia? Si troverebbero molti – anzi moltissimi – plebei nati da famiglie nevrasteniche e caratterizzati dalle più belle psicopatie di questo mondo!”. E poi: “…dove Patrizi sbaglia – e con lui tutti i discepoli di Lombroso – è nel ritenere che il genio di Leopardi sia una conseguenza della sua condizione patologica”.
È nota l’opposizione di Mantegazza a Lombroso. Dopo aver confuso l’evoluzione gerarchica delle forme e la malattia e aver corso il rischio di non riuscire a distinguere i fenomeni di regressione atavica da quelli psicopatologici, Mantegazza enuncia la sua teoria secondo cui l’atavismo è una regressione del pensiero e del sentimento e un’interruzione dell’evoluzione.
Mantegazza si spinge oltre e rifiuta completamente il pensiero e i metodi scientifici lombrosiani: “Molte persone comuni sono affette da psicopatie simili, ma nessuno se ne interessa, non sconvolgono le statistiche e le certezze della Scuola Lombrosiana e scompaiono nebulosamente nel grande oblio dell’Oceano”. Mantegazza si contrappone al pensiero lombrosiano mostrando una maggiore fiducia nello sviluppo delle nuove scienze mediche. Difatti, l’interesse di Mantegazza per lo sviluppo delle neuroscienze si può percepire chiaramente nella sua affermazione seguente: “Noi non conosciamo la genesi nascosta e misteriosa del genio… esso deve avere le sue origini in una precisa struttura e in una certa quantità di cellule nervose; e l’istologia del sistema nervoso rivelerà questi misteri in futuro”.
Subito dopo l’Introduzione del suo saggio, Mantegazza espone la teoria sulle origini dell’abilità letteraria di Leopardi: “Più che nella psicopatologia ereditaria, il genio di Leopardi si spiega con la sua straordinaria sensibilità e le sue squisite energie estetiche. È qui che si trova la vera sorgente del suo genio poetico”. Leopardi “sente profondamente le sensazioni ed è capace di trasformare questo tesoro in fantasie alte, ricche e grandiose.”
Le malattie di lunga durata che causano depressione e irritabilità e i disturbi dell’umore sono particolarmente comuni nei pazienti con patologie della colonna vertebrale. A sua volta, la depressione è spesso associata alla disperazione e alla meteoropatia, entrambe condizioni che hanno caratterizzato la vita di Leopardi. Leopardi soffriva di intolleranza al freddo e non riusciva a scrivere durante la stagione invernale. La sua ispirazione sorgeva ai primi bagliori della primavera, quando la luce e il calore miglioravano il suo disturbo depressivo. Nella speranza di sentirsi meglio, si spostava continuamente alla ricerca di città e paesi più caldi, ma si sentiva costantemente senza speranza e annoiato. Anche se si può escludere la teoria lombrosiana della patogenesi epilettica del genio, i disturbi fisici di Leopardi, uniti alla depressione non curata, rappresentavano le condizioni necessarie per trasformare una persona di grande sensibilità e intelligenza in un individuo ipersensibile e quasi patologico, capace di descrivere i suoi pensieri più intimi.
[cfr. Armocida, E., Turrini, A. & Bianucci, R. Genius and psychopathology of the Italian poet Giacomo Leopardi (1798–1837): Paolo Mantegazza’s (1831–1910) criticism of the Lombrosian thought, “Neurol Sci” 37, 1751–1752 (2016)].
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Willis 1882
Opere
Illustrated physiognomy
Willis’ improved chart for recording a delineation of character
A treatise on human nature and physiognomy
The Human Face
Caratteristiche
Alfred E. Willis, professore e frenologo, è autore di quattro opere sulla fisiognomica: Illustrated physiognomy (1879), Willis’ improved chart for recording a delineation of character (1880), A treatise on human nature and physiognomy (1882) e The human face (1884).
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Google Books (Illustrated physiognomy)
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McDowall 1882
Opera
The mind in the face. An introduction to the history of physiognomy
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di William McDowall pubblicato a Londra nel 1882.
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Ferri 1884
Opera
Sociologia criminale
Caratteristiche
Enrico Ferri (1856 – 1929) criminologo e politico, allievo di Cesare Lombroso, è l’autore di Sociologia criminale, trattato di criminologia pubblicato a Roma nel 1884.
Il testo è diviso in tre parti. La prima parte riguarda l’antropologia criminale e fornisce una spiegazione delle diverse categorie di criminali e della psicologia dei criminali. Questa prima parte è un commento del lavoro di Lombroso e si concentra sulle caratteristiche fisiche dei criminali. La seconda parte del libro si occupa delle statistiche criminali e studia quali ambienti sociali possono aumentare il comportamento criminale in parti specifiche della popolazione. Ferri sottolinea inoltre che la punizione può agire solo sugli individui che commettono reati per motivi fisici e dubita quindi dell’utilità della punizione. In questa parte del libro Ferri afferma anche che la quantità di crimini contro la proprietà è aumentata molto di più rispetto a quella dei crimini contro la persona, e questo lo ricollega alle nuove leggi che sono state fatte. L’autore divide la società in tre classi diverse a seconda della quantità di reati commessi da un individuo. Nella terza parte vengono delineate riforme pratiche per la legislazione penale e le carceri. Ferri ritiene che i giudici dovrebbero essere ben formati in sociologia, biologia e psicologia. Secondo Ferri, i giudici dovrebbero determinare la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato e, in caso di colpevolezza, la classificazione del criminale.
La classificazione che stabilisce se un criminale è matto o è nato come criminale dovrebbe poi determinare l’istituto in cui l’individuo dovrebbe essere mandato, in quanto Ferri suggerisce istituti diversi per le diverse categorie di criminali. Il messaggio centrale del libro è che la causa ultima del crimine è il senso morale dell’individuo. La religione, l’amore, l’onore e la lealtà non incoraggiano il comportamento criminale perché sono troppo complessi per influenzare il giudizio morale. Secondo Ferri, la scienza criminale richiede un nuovo approccio che si allontani dalle prospettive teologiche ed etiche per passare alle scienze fisiche e sociali. Questa scienza ha dovuto superare una serie di pregiudizi tradizionali. La psicologia criminale è descritta nel libro di Ferri come “difettosa resistenza agli impulsi e alle tentazioni criminali, dovuta a quella impulsività mal bilanciata che caratterizza i bambini e i selvaggi”.
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Riley 1884
Opera
A manual of phrenology and physiognomy
Caratteristiche
Manuale di frenologia e fisiognomica del frenologo A. Riley, pubblicato a Blackpool nel 1884.
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Baughan 1885
Opera
The Hand-book of Physiognomy
Caratteristiche
Rosa Baughan (1829 – 1911) è autrice di diversi trattati su divinazione, astrologia, fisiognomica e chiromanzia. Il suo manuale di fisiognomica, The Handbook of Physiognomy, viene pubblicato a Londra nel 1885.
Nel 1877 aveva già dato alle stampe Character indicated by Handwriting, with illustrations, mentre nel 1884 e nel 1885 rispettivamente Chirognoancy; or, Indications of temperament and aptitudes manifested by the form and texture of the thumb and fingers e il manuale di chiromanzia The hand-book on palmistry. Nel 1889 infine vede la luce The Influence of the Stars; a book of old world lore illustrated.
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Burgess 1885
Opera
The Art of Reading Character from the Physiognomy of the General Form, Feet, Hands, Neck, Ears, Jaw
Caratteristiche
George Burgess (1829 -1905), poeta e frenologo inglese, pratica la frenologia a Bristol dal 1861 al 1901. Nel 1871 circa pubblica, probabilmente a Bristol, una guida alla Frenologia, Phrenology, the science of human nature, e nel 1885, sempre a Bristol, un trattato sulla fisiognomica, The Art of Reading Character from the Physiognomy of the General Form, Feet, Hands, Neck, Ears, Jaw.
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Dodds Wells 1885 ca.
Opera
A new illustrated hand-book of phrenology, physiology and physiognomy
Caratteristiche
Manuale di fisiognomica e frenologia illustrato scritto da Robert Blockley Dodds Wells e pubblicato a Londra nel 1885 circa.
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Duquet 1885
Opera
Le miroir des caractères art de juger les hommes 1° par les traits du visage; 2° par les gestes et hab tudes [i.e. habitudes]; 3° par l’écriture; 4° par les constellations de la naissance : suivi d’un recueil de recettes de la nature, de la médecine, de l’industrie, des métiers, de l’agriculture, et d’un bouquet de pensées
Caratteristiche
Joseph Norbet Duquet (1828-1891), scrittore e giornalista canadese, è l’autore di questo “specchio dei caratteri”, trattato sull’ “arte di giudicare gli uomini” pubblicato in Québec nel 1885. Gli uomini vengono giudicati da Duquet sulla base dei tratti del loro volto, dei loro gesti ed abitudini, del loro modo di scrivere e delle costellazioni della loro nascita.
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Sizer e Drayton 1885
Opera
Heads and faces, and how to study them; a manual of phrenology and physiognomy for the people
Caratteristiche
I due frenologi statunitensi Nelson Sizer (1812-1897) ed Henry Shipton Drayton (1840-1923) sono gli autori di questo manuale di divulgazione di frenologia e fisiognomica pubblicato a New York nel 1885. Drayton aveva già dato alle stampe nel 1882, insieme a James McNeill, il suo Brain and mind; or, Mental science considered in accordance withthe principles of phrenology, and in relation to modern physiology (Fowler & Wells, 1882).
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Warner 1885
Opera
Physical Expression. Its modes and principles
Caratteristiche
Trattato sull’ “espressione fisica” del medico inglese Francis Warner (1847-1926), pubblicato a Londra nel 1885. Col termine “espressione fisica”, Warner intende tutti quei cambiamenti di forma e di lineamenti che si verificano nel corpo e che possono essere interpretati come manifestazioni di un’azione mentale. Tali cambiamenti avvengono costantemente e in risposta a tutti i tipi di impressioni mentali. La maggior parte di essi è involontaria. A prima vista, sembrerebbe che l’espressione del viso sia il più importante di questi segni esteriori dovuti a processi interiori; ma un po’ di osservazione permetterà di convincersi che la postura assunta dal corpo, il portamento della testa e la posizione delle mani, così come le numerose alternanze di colore e di alimentazione generale, sono prove altrettanto evidenti del flusso del pensiero.
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Hall 1887
Opere
A manual of phrenology and physiognomy
The Nose. An indicator of character
Caratteristiche
George Scarr Hall è l’autore di un manuale di frenologia e fisiognomica pubblicato a Manchester nel 1887, A manual of phrenology and physiognomy, e di un trattato fisiognomico incentrato sul naso e pubblicato a Londra nel 1890 circa, intitolato The Nose. An indicator of character.
Mason 1888
Opera
Signs of character, or, How to read character at sight instructions in character-reading by contrasts
Caratteristiche
Trattato di A. Wallace Mason sull’interpretazione del carattere delle persone basata sull’osservazione dei loro segni esteriori, pubblicato a Toronto nel 1888. Scrive Mason nella Prefazione: “La natura ha posto su ogni individuo i segni del carattere, con l’intenzione di farli vedere e capire. Nessun inganno da parte dell’individuo può nascondere la maggior parte di essi. È importante che ogni persona conosca questi segni e il loro significato. Se fossero compresi, si eviterebbe un’immensa quantità di sofferenze, perdite e disastri. Oggi è diffuso un elaborato sistema di educazione che ha lo scopo di aiutare le persone ad avere successo nella vita, cosa che spesso non riesce a fare, in parte perché in tutto questo sistema non viene insegnata la conoscenza pratica del carattere, e le persone sono lasciate ad acquisire questa conoscenza da sole, in molti casi dopo anni di amara esperienza, e spesso quando è troppo tardi perché possa essere di qualche utilità per loro”.
Inutile creare sistemi di interpretazione dei segni troppo complessi. Secondo Mason, il carattere dev’essere leggibile “a vista”: “Il viaggiatore convenzionale proveniente da un altro pianeta difficilmente vi crederebbe. Questo stato di cose è in parte causato da chi si professa esperto di lettura del carattere, i cui sistemi sono spesso così elaborati e minuziosi che ci vorrebbero anni e un potente microscopio per studiarli. Sotto la veste della lettura del carattere vengono portate avanti una grande quantità di imposture, come la chiaroveggenza, che disgustano molto le persone intelligenti, ma non hanno alcun legame con questa pratica. Che il carattere possa essere letto a vista, le pagine che seguono lo dimostreranno a chiunque si prenda la briga di imparare e utilizzare i segni indicati. Si è cercato di renderli il più semplici e chiari possibile e ogni punto è stato accuratamente illustrato. Sono stati raccolti in molti anni di osservazione, nel villaggio, nel campo, nell’officina, nel magazzino, nei bassifondi e nei palazzi delle grandi città, nelle università, nelle sale di dissezione, negli ospedali, nelle carceri e nei manicomi. Mi è stato spesso chiesto da uomini di medicina: “I vostri studi di anatomia e fisiologia non fanno vacillare la vostra fede nella frenologia?”. Questo libro è la mia risposta a questa domanda”.
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Meynert 1888
Opere
Mechanik der physiognomik
Sammlung von populär-wissenschaftlichen Vorträgen über den Bau und die Leistungen des Gehirns
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di Theodor Hermann Meynert (1833 – 1892), psichiatra, neuropatologo e anatomista tedesco, pubblicato a Vienna nel 1888.
Nel 1892, sempre a Vienna, viene pubblicato il suo Sammlung von populär-wissenschaftlichen Vorträgen über den Bau und die Leistungen des Gehirns, che include un saggio sulla fisiognomica.
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Deutsche Digitale Bibliothek (Sammlung)
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Allwright 1889
Opera
A Compendium of Physiognomy
Caratteristiche
Compendio di fisiognomica dello scrittore inglese Herbert Allwright, pubblicato a Londra nel 1889.
Steinitzer 1889
Opera
Die menschlichen und tierischen Gemütsbewegungen als Gegenstand der Wissenschaft. Ein Beitrag zur Geschichte des neueren Geisteslebens
Caratteristiche
Trattato del professore, musicista e giornalista austriaco Max Steinitzer (1864-1936) su Le emozioni umane e animali come oggetto di scienza, pubblicato a Monaco di Baviera nel 1889. Il secondo capitolo del trattato è dedicato alla fisiognomica (la letteratura della fisiognomica, insegnamenti di fisiognomica generale, l’applicazione della teoria del temperamento nella fisiognomica e le branche speciali della fisiognomica).
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Foerster 1890; 1893
Opere
Quaestiones physiognomonicae
Scriptores physiognomonici graeci et latini
Caratteristiche
Richard Foerster (1843 – 1922), classicista tedesco conosciuto per le sue ricerche sulla retorica greca della tarda antichità, nel 1869 si trasferisce in Italia, dove resta per due anni e conosce vari altri studiosi, collaziona manoscritti e getta le basi di quelle che diventeranno le sue opere più importanti: le edizioni critiche degli scrittori fisiognomici antichi e le opere di Libanio.
Nel 1890, a Kiliae, viene pubblicato Quaestiones physiognomonicae, un breve saggio di Foerster sulla fisiognomica. Gli interessi filologici ed archeologici di Foerster si uniscono poi nella sua impresa di raccogliere ed editare gli scritti antichi sulla fisiognomica. Da Aristotele (Fisiognomonica) in poi, i filosofi e i sofisti dell’antichità hanno affrontato la questione in modi diversi. Una parte dei loro scritti era disponibile solo in traduzione latina o araba, che Foerster raccoglie e ritraduce. Dopo quasi 25 anni, Foerster termina la sua edizione degli Scriptores physiognomonici Graeci et Latini, che viene pubblicata nel 1893 a Leipzig in due volumi e dedicata ad August Rossbach, suo ex insegnante e poi collega a Breslau.
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Internet Archive (Quaestiones)
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Bayerische Staatsbibliothek (Quaestiones)
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Google Books (Scriptores vol. 1)
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Google Books (Scriptores vol. 2)
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Story 1890
Opera
The Face as Indicative of Character. Illustrated by upwards of one hundred and twenty portraits and cuts
Caratteristiche
Il poeta e giornalista inglese Alfred Thomas Story (1842–1934) si è occupato di fisiognomica e frenologia, su cui ha scritto vari libri, ed è stato a lungo redattore della rivista The Phrenological Magazine.
Nel 1890 circa a Londra viene pubblicato il suo saggio di fisiognomica The Face as Indicative of Character. Illustrated by upwards of one hundred and twenty portraits and cuts, illustrato, come spiega il titolo, da più di centoventi ritratti. Il testo, diviso in nove capitoli, tratta dei temperamenti, dei poli facciali, dei principi generali della disciplina, e infine delle varie parti del volto: naso, bocca e labbra, occhi e sopracciglia, mento e guance, e infine la fronte.
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Frith 1891
Opera
How to read Character in Features, Forms and Faces. A guide to the general outlines of physiognomy
Caratteristiche
Guida ai principi generali della fisiognomica e istruzioni per interpretare il carattere attraverso i lineamenti, opera dell’ingegnere, traduttore e scrittore irlandese Henry Frith (1840 – 1917). Il suo trattato di fisiognomica viene pubblicato a Londra nel 1891. Frith dà alle stampe anche un testo sull’interpretazione del carattere attraverso la grafia, How to read character in handwriting, e un trattato sulla chiromanzia, Chiromancy.
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Hakata 1891
Opera
Ninsō tesō sumiiro shinan / 人相手相墨色指南
Caratteristiche
Guida alla chiromanzia di Hakata Tōkō ikō, pubblicata a Tokyo nel 1891.
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Mizuno 1891
Opera
Nanboku sōhō hayami
Caratteristiche
Pubblicazione postuma del 1891 di un manuale di fisiognomica di Namboku Mizuno (1760–1834), maestro di fisiognomica giapponese, da alcuni ricordato come il più grande fisiognomo del Giappone.
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Ninni 1891
Opera
Nozioni del popolino veneziano sulla somatomanzia
Caratteristiche
Alessandro Pericle Ninni (1837 – 1892), zoologo italiano. dà alle stampe a Venezia nel 1891 questo saggio che raccoglie le credenze fisiognomiche del “popolino veneziano”. Scrive Ninni nell’introduzione: “La pretesa scienza di Lavater fu già dichiarata un’ arte vana e folle, ma è bene osservare che essa ha profonde radici nella plebe, essendo antica l’ idea di voler trarre presagi e indovinare il nascosto ed il futuro, dalla semplice ispezione della faccia umana o da quella di altre parti del corpo. Ma qualche cosa di vero, fra mezzo a tanti pregiudizi nonpertanto esiste, poiché ognuno ad e. istintivamente si sente attratto verso una cera di galantuomo e rifugge da chi ha aspetto volgare e falsa guardatura, essendo, meno poche eccezioni, indelebilmente scritto sulla fronte dell’ uomo, il carattere eh’ egli ebbe dalla natura. L’esperienza e l’educazione ci fanno quasi sempre sintetizzare, ma il popolino invece adopera il metodo analitico, e per lui la forma di ogni singolo organo esterno del corpo umano, ha il suo valore e corrisponde a speciali caratteri psicologici, od è segno di congeniti difetti d’organizzazione o di malattia. L’ arte degli Aruspici, la Chiromanzia, la Negromanzia, 1’ Astrologia, la Fisiognonomia ecc. alla luce della vera scienza andarono in fascio, e per trovarne le tracce conviene ricorrere al popolo, che è il fedele conservatore delle tradizioni dei secoli più remoti. È dunque senza dubbio interessante tener conto di questi studi antropologici fatti dalla classe più bassa della società, i quali usandosi spesso sotto forma proverbiale, accennano ad origine antica”.
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Audibert 1892
Opera
Etude sur la physionomie et la physiognomonie. Etude des psychologie physiologique
Caratteristiche
Il medico francese Auguste-Constantin-Marie Audibert (1869 – 1947) è l’autore di questo studio sulla fisiognomica pubblicato a Bordeaux nel 1892.
His 1892
Opera
Die Entwickelung der menschlichen und thierischer Physiognomien
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica umana e animale del medico anatomista svizzero Wilhelm His (1831 – 1904), pubblicato nel 1892 probabilmente a Leipzig.
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Oppenheim 1892; 1907
Opere
Phreno-Physiognomy: scientific character-reading from the face … Illustrated (1892)
Physiognomy made easy: scientific and anatomical character reading from the face (1900)
The Face and How to Read It (1907)
Caratteristiche
Si tratta di tre manuali di fisiognomica composti da Annie Isabella Oppenheim, che ha svolto l’attività di fisiognomista nel Regno Unito per almeno vent’anni. Di origini probabilmente austriache, a un certo punto Oppenheim si stabilisce in Inghilterra, dove diventa molto nota grazie ai suoi studi di quella che chiama “freno-fisiognomica” o “lettura del carattere attraverso il volto”. Oppenheim esercita la fisiognomica nel suo studio di Bond Street, dove, per dimostrare la serietà scientifica della materia, riceve i clienti in giacca e cravatta ed espone un teschio umano in una nicchia.
Desiderosa di dimostrare la popolarità del suo esercizio di fisiognomista, Annie asserisce di aver effettuato circa 9.000 consulti in occasione di un’esposizione a Earl’s Court, e sottolinea che non esiste un cliente tipo, ma che uomini e donne di ogni estrazione sociale si sottopongono alla lettura del viso. I tratti del viso vengono esaminati uno per uno e interpretati in base alla loro posizione, dimensione e forma. Oppenheim propone l’idea che i capelli siano una componente animale e che gli uomini calvi siano i più intellettuali, in quanto “attraverso l’esercizio del loro cervello hanno esaurito tutto ciò che c’è di animale nella loro natura”.
Nelle stanze di Bond Street sono esposti i ritratti dei suoi clienti, molte celebrità dell’epoca, tra cui Annie Oakley e Buffalo Bill. Quest’ultimo rimane entusiasta del suo consulto e inserisce la lettura fisiognomica fattagli da Annie nei programmi del suo spettacolo. Annie Oppenheim non si limita alle mura del suo studio e nell’agosto del 1898 si reca nella città costiera di Eastbourne, nel Sussex, dove esamina il volto di vari personaggi di alto profilo di Eastbourne. Il giornale riporta con allegria “quanto siano state sorprendenti alcune delle sue osservazioni”. Sottolinea per esempio la passione del reverendo W. Scott per le discussioni, mentre il gretto Duca di Devonshire le appare come un uomo che guarda le cose più dal proprio punto di vista, ma con l’intenzione di fare ciò che è giusto. Il signor Carew Davies Gilbert J.P. ha invece un cervello grande e un buon fisico ed viene giudicato dalla Oppenheim come amante dell’arte e della raffinatezza.
Nel 1895, Oppenheim tiene una divertente conferenza sui “nasi”, e mentre espone le sue tesi mostra un eccentrico assortimento di nasi su un paravento. Le letture del volto che Oppenheim svolge in eventi come questo hanno un tocco teatrale, con costumi e presentazioni ben studiati.
Oppenheim scrive tre testi sulla fisiognomica, tutti pubblicati a Londra tra il 1892 e il 1907: Phreno-Physiognomy: scientific character-reading from the face … Illustrated (London, 1892), Physiognomy made easy: scientific and anatomical character reading from the face (London, 1900) e The Face and How to Read It (London, 1907).
I tre trattati riscuotono un buon successo, tanto che un recensore scrive che “la scienza inesatta sarà sempre la più popolare”. I libri sono concepiti da Oppenheim come manuali per il fisiognomista dilettante, che viene esortato a non fissare un sospetto inconsapevole e, se ciò si rivela impossibile, a considerare fotografie e ritratti come un sostituto della persona vivente.
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Internet Archive (Physiognomy made easy)
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Internet Archive (The Face and How to Read It)
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Martin 1893
Opera
Our noses
Caratteristiche
Parodia dei trattati di fisiognomica ad opera del poeta inglese William Wilsey Martin (1833 – 1913) pubblicata a Londra nel 1893. L’opera, negli intenti e nello stile parodico, ricorda il succitato Nasology, or, hints towards the classification of noses di Warwick.
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Stevens 1893
Opera
Faciology. Human nature, brains and forms, the science of character
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica del docente di fisiognomica e frenologia La Vergne Belden Stevens, pubblicato a Chicago nel 1893. Il libro esplora lo studio dei tratti del viso e la loro relazione con la natura umana, il carattere e la personalità.
Stevens si addentra nella scienza dell’analisi del carattere attraverso lo studio del volto umano e delle sue diverse caratteristiche, illustra i diversi tratti del viso e il loro significato, come la forma del naso, la dimensione delle orecchie e la posizione degli occhi. Stevens tratta i diversi tipi di viso e i tratti di personalità ad essi corrispondenti. Per esempio, ritiene che un viso rotondo sia da associare alla gentilezza e alla generosità, mentre un viso lungo all’intelligenza e all’ambizione. L’autore esplora anche la scienza dello sviluppo del cervello e la sua relazione con i tratti del viso, sostenendo che la forma del cranio e le dimensioni del cervello possono determinare l’intelligenza e il carattere di una persona.
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Tezuka 1893
Opera
Ninsō shinan hiketsushū 人相指南秘訣集
Caratteristiche
Guida alla lettura del volto umano di Tezuka Sadahiko shū, pubblicata a Kyōto nel 1893.
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Seymour 1894
Opere
Key to phrenology and mathematical scale for reading character
Key to character; or, Everybody their own detective
Caratteristiche
William Seymour, frenologo e professore all’università di Philadelphia, è l’autore di due opere su fisiognomica e frenologia: Key to phrenology and mathematical scale for reading character (Philadelphia, 1890) e Key to character; or, Everybody their own detective (Philadelphia, 1894).
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Library of Congress (Key to phrenology)
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Internet Archive (Key to character)
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Denkinger 1895
Opera
Physiognomical register. For recording the indications of the head, face, temperament and other organic conditions
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica di Joseph Anton Denkinger (1862-1939), pubblicato a Boston nel 1895.
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Ganthony 1895
Opera
Bunkum Entertainments: A Collection of Original Laughable Skits on Conjuring, Physiognomy, Juggling, Performing Fleas, Waxworms, Panorama, Phrenology, Phonograph, Second Sight, Lightning Calculations, Ventriloquism, Spiritualism, etc.
Caratteristiche
Robert Ganthony (1849 — 1931), musicista, librettista e comico inglese, riunisce in Bunkum Entertainments, pubblicato a Londra nel 1895, una serie di suoi sketch fortunati che utilizza come repertorio delle sue performance e che adesso condivide per offrire una forma di intrattenimento ai dilettanti per divertire i loro amici.
La seconda e la settima parte del I capitolo sono dedicate all’esposizione parodica di fisiognomica e frenologia. Della fisiognomica inizia a parlare, per esempio, così: “La fisiognomica non ha nessuna relazione con la chiromanzia, con la lettura del pensiero, con la mungitura delle mucche, le noci in salamoia o la prevenzione della crudeltà nei confronti dei bambini”.
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Nakajima 1895
Opera
Tōyō shinjutsu kossōgaku zukai 東洋真術骨相学図解
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica accompagnato da illustrazioni di Kimimaro Nakajima, pubblicato a Tokyo nel 1895.
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Bain 1896
Opera
Notes of palmistry and physiognomy
Caratteristiche
Trattato di chiromanzia e fisiognomica di Betty Bain pubblicato a Londra nel 1896.
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Leclecq 1896
Opera
La physionomie, visages et caractères : quatre-vingt-cinq portraits contemporains d’après les principes d’Eugène Ledos
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica dello scrittore francese Julien Leclecq (1865 – 1901). Dopo aver parlato della fisiognomica in generale, Leclecq descrive il metodo fisiognomico di Eugène Ledos (le forme del viso e i tipi planetari); dunque tratta delle varietà fisiognomiche, del viso perfetto e di alcuni tipi di carattere; il capitolo quarto è incentrato sulla fisiognomica delle donne, il quinto sulle somiglianze animali; il sesto tratta delle varie parti del viso; infine tratta dei caratteri in rapporto ai pianeti ed esamina fisiognomicamente alcuni celebri contemporanei in 85 ritratti.
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Anonimo 1897-99
Opera
Human Nature, its principles and the principles of physiognomy. By Physicist
Caratteristiche
Trattato sulla natura umana e sulla fisiognomica di un anonimo “Physicist”, pubblicato in due volumi a Londra tra 1897 e 1899. Ciascun volume è composto da 4 capitoli. Nel capitolo I, dopo aver ricordato i principi di Darwin e aver collocato lo studio della natura umana nelle arti e nelle scienze, tratta della difficoltà nell’avanzamento della scienza popolare, definisce la fisiognomica e cerca di descriverne elementi e principi, che costituiscono “the necessary foundation of Science”; infine tratta della possibilità di errore di giudizio davanti ad “apparenze superficiali”. I capitoli seguenti trattano dello sviluppo, e di tutte le varie caratteristiche fisiche, morali, caratteriali, e comportamentali che possono essere interpretabili e prevedibili fisiognomicamente (es. i vari temperamenti ecc.).
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L’Arronge 1897
Opera
Aristoteles als Menschenkenner
Caratteristiche
Prima di intraprendere la carriera di regista e drammaturgo, nel 1897 Hans L’Arronge (1874 – 1949) consegue il dottorato all’Università di Berlino con una tesi dal titolo Aristotele come conoscitore umano, pubblicata a Jena nello stesso anno, che tratta anche della fisiognomica.
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Münchener DigitalisierungsZentrum (MDZ)
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Farabeuf 1898
Opera
Contribution à l’étude de la physionomie chez les aliénés
Caratteristiche
Trattato di Paul Farabeuf sulla fisiognomica degli “alienati mentali” pubblicato a Parigi nel 1898 e basato sulla tesi di dottorato in medicina sostenuta da Farabeuf nello stesso anno alla Facoltà di Medicina di Parigi. Con la sua tesi, Farabeuf tenta di fondare una disciplina legata alla antica fisiognomonia, la neuro-fisiognomonia. Louis Corman, l’inventore della morfopsicologia, lo cita ampiamente.
Il primo capitolo è dedicato all’anatomia del viso, il secondo alla “physionomie normale”, il terzo alla “physionomie des aliénés”, e l’ultimo alla simulazione e dissimulazione.
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Merton 1899
Opera
Descriptive mentality from the head, face and hand. Illustrated with over 600 original drawings by the author
Caratteristiche
Trattato di fisiognomica dello scrittore americano Holmes Whittier Merton (1860 – 1948), accompagnato da oltre seicento disegni dell’autore stesso. Il testo, pubblicato a Philadelphia nel 1899, tratta i seguenti argomenti: come studiare la mentalità descrittiva, suoi vantaggi; misure; temperamenti; indicazioni di qualità e consistenza/struttura; compattezza mentale e fisica; dodici funzioni mentali; segni del carattere; superficie cerebrale; testa simbolica; il cervello e il viso; studio del viso; studi dei visi; mentalità di Napoleone Bonaparte; studi di profilo; l’intelletto (funzione della percezione, della conservazione, della riflessione, della recezione); le affezioni (funzione della religione, della sessuazione, genitorialità, sensazione); la volontà (funzione dell’ambizione, co-azione, difesa, impulso); infine la mano (i tipi di mano) e la chiromanzia.
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