Il sogno del duca Cosimo I e la nascita dell’Ordine di Santo Stefano
Nel 1500, il duca di Toscana, Cosimo I de’ Medici, era fortemente preoccupato dalla presenza dei turchi nei mari che circondavano l’Italia. Cosimo, però, non si fece scoraggiare: appassionato di mare e soprattutto di navi, decise di costruire una flotta, cioè un gruppo di galere (grandi navi a remi e a vela), per proteggere il suo territorio.
Per la creazione di questa flotta, Cosimo ebbe l’idea di creare un gruppo speciale di cavalieri che combattessero per difendere la fede cristiana e tenere al sicuro il Mediterraneo. Questo gruppo si sarebbe chiamato Ordine di Santo Stefano e doveva essere formato da nobili legati al duca e pronte a combattere per il bene.
Il papa, spaventato dalle minacce costanti dei musulmani e dei protestanti, si trovò d’accordo con l’idea di Cosimo I così che, quando salì al potere Papa Pio IV, il progetto di Cosimo venne finalmente approvato.
Nel 1561 furono scritte le regole dell’Ordine, e il 15 marzo 1562, nel Duomo di Pisa, l’Ordine di Santo Stefano venne ufficialmente creato. I cavalieri seguivano le regole di San Benedetto e si mettevano sotto la protezione di Santo Stefano Papa e Martire. Il Papa diede a Cosimo e ai suoi figli il titolo di Gran Maestro, cioè il capo dell’Ordine.
I cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano
I cavalieri di Santo Stefano dovevano essere coraggiosi e pronti a combattere anche fino alla morte per difendere la fede cristiana. Le loro regole erano simili a quelle di un altro gruppo di cavalieri, quelli di Malta e anche il loro stemma era simile, solo con i colori invertiti: una croce rossa a otto punte, bordata d’oro, su sfondo bianco, con quattro gigli d’oro intorno.
Pisa fu scelta come principale sede dell’Ordine in quanto rappresentava una città molto importante e vicina al mare e con una lunga storia di marinai e battaglie nel Mediterraneo.
Il ruolo di Gran Maestro era sempre coperto dal duca di Toscana, che aveva il controllo dell’Ordine, mentre il governo e le decisioni spettavano a 3 gruppi differenti che costituivano gli organi dell’ordine. Accanto a loro c’erano anche altri gruppi e personaggi nobili, come l’Auditore, scelto direttamente dal principe.
I membri dell’ordine era suddivisi in tre categorie.
Cavalieri militi

I cavalieri militi erano i principali combattenti dell’ordine. il termine militi indica la loro funzione di soldati all’interno dell’Ordine. Loro appartenevano alla categoria dei nobili e dovevano infatti dimostrare la loro nobiltà superando delle prove e dimostrando la discendenza nobile dei loro avi. Il loro ruolo principale era quello di combattere per proteggere il Granducato di Toscana e difendere la religione cristiana dalle minacce delle altre religioni. Essi erano addestrati per combattere a terra e in mare nelle operazioni contro i pirati barbareschi. Dopo la prima formazione nel Palazzo dei Cavalieri, partecipavano alle crociere estive contro gli infedeli.
Cavalieri sacerdoti
I cavalieri sacerdoti erano un gruppo più particolare all’interno dell’Ordine. nonostante anch’essi fossero tenuti a dimostrare la loro nobiltà attraverso delle prove, si differenziavano dal gruppo dei militi per la loro funzione spirituale e religiosa in quanto erano legati al clero e alla cura spirituale. oltre ad essere cavalieri, loro erano prima di tutto uomini di chiesa, che avevano ricevuto l’ordinazione sacerdotale e allo stesso tempo si impegnavano nel servizio militare e qualora necessario avevano l’obbligo di difendere la chiesa anche attraverso le armi. Essi celebravano la messa, guidavano la vita spirituale ed erano responsabili per le funzioni liturgiche essenziali per mantenere il legame con la fede cristiana.
Cavalieri servienti
I cavalieri servienti erano una categoria diversa all’interno dell’Ordine, non appartenendo alla nobiltà. Il loro titolo indicava una posizione subalterna, anche se ugualmente onorata ed erano inutili utili all’interno dell’ordine. il loro ruolo era quello di aiutare i cavalieri più alti in grado, contribuendo sul campo di battaglia e nella gestione della vita nell’Ordine: servivano a bordo delle galere, partecipavano alle crociate militare in supporto alle forze e prestavano servizio in ambiti legati alla vita dell’ordine come l’amministrazione.
Oltre al patrimonio iniziale, Cosimo I donò all’Ordine i “quattro siti”:
- Palazzo degli Anziani, destinato alla residenza dei cavalieri
- Palazzotto Gualandi con la Torre della fame, destinato all’ospedale della Religione
- Suolo corrispondente alla preesistente Chiesa di San Sebastiano, fabbriche maggiori e alcune officine fabbrili che venne destinato alla chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.
- Edifici dei soldati che divennero la canonica dei sacerdoti
La fine dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano
Nel 1719, i cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano, che avevano difeso il mare, partecipando a battaglie navali, fecero la loro ultima azione in mare. Dopo di che, il granduca Pietro Leopoldo cambiò il modo in cui l’Ordine funzionava: i cavalieri non dovevano più allenarsi per combattere, ma dovevano studiare materie come storia, filosofia e le scienze. Il loro obiettivo era diventare esperti che avrebbero aiutato a governare il paese, invece di essere solo soldati.
Nel 1809, l’Ordine venne abolito, ma nel 1817 il Granduca Ferdinando II lo ristabilì. Tuttavia, nel 1859 l’Ordine venne soppresso definitivamente. Anche se l’Ordine non esisteva più, la Scuola Normale Superiore, si trasferì proprio nel palazzo dove i cavalieri studiavano, il Palazzo della Carovana, nel 1847. Così, lo studio e la formazione continuarono anche dopo la fine dell’Ordine.