Bacini Ceramici: l’esempio della Chiesa di S.Sisto

 

Tanto tempo fa, la città di Pisa era famosa per i suoi marinai coraggiosi. Nel 1087, insieme a quelli di Genova e Amalfi, i pisani organizzarono una grande spedizione. Salparono con le loro navi verso un lontano porto della Tunisia chiamato al-Mahdiya, un luogo ricco e importante, ma anche rifugio di temibili pirati. Pisa, Genova e Amalfi decisero di unirsi per liberare i prigionieri e fermare gli attacchi dei pirati. Dopo una dura battaglia, il 6 agosto, giorno dedicato a San Sisto, ottennero una grande vittoria. Per celebrare questo successo, i pisani costruirono una chiesa in onore del santo.

 

 

La Chiesa di San Sisto non è solo un luogo di preghiera, ma anche un monumento che racconta la storia di quella vittoria. Sulla sua facciata si possono vedere dei piatti di ceramica colorati, chiamati bacini ceramici. Questi piatti provenivano dal mondo islamico e, grazie ai loro colori brillanti, sembrano gioielli incastonati nella pietra. La loro presenza ci ricorda che Pisa non era solo una città di guerrieri, ma anche un centro di scambi e commerci con terre lontane.

 

 

 

 

Bacini ceramici della Chiesa di San Sisto:

 

All’interno della chiesa si trovano dettagli ancora più affascinanti. Tra questi, una epigrafe araba, una scritta in arabo, che racconta la storia di un importante comandante di al-Mahdiya. Questo ci fa capire quanto la storia di Pisa fosse intrecciata con quella di altre culture.

 

Epigrafe araba della Chiesa di San Sisto:

Ancora oggi, ogni 6 agosto, le campane della città suonano per ricordare quella vittoria e celebrare il coraggio dei pisani. La storia della Chiesa di San Sisto ci insegna che Pisa non era solo una città forte e combattiva, ma anche un luogo di incontro tra culture diverse, capace di lasciare il segno nella storia.

Curiosità sui bacini ceramici di Pisa:

Molti secoli fa, le persone usavano la ceramica per creare piatti, vasi e altri oggetti decorati con colori e disegni speciali. Ogni paese aveva il suo stile e i suoi segreti per farle brillare e durare nel tempo.

🔹 Sicilia – A Gela, in Sicilia, si facevano ceramiche con colori vivaci come il giallo, il blu e il marrone.

🔹 Marocco – Qui le ceramiche erano molto speciali e diverse da quelle di altre zone. Venivano decorate con una tecnica chiamata cuerda seca, che creava bellissimi disegni, e con lo stampo, che lasciava impressi motivi sulla creta. I marocchini amavano molto il colore verde-azzurro!

🔹 Spagna – Nel sud della Spagna si usava una tecnica brillante chiamata lustro metallico, che rendeva le ceramiche splendenti come l’oro. C’erano molti scambi tra Spagna e Pisa, e per un po’ di tempo gli artigiani spagnoli crearono anche ceramiche più lussuose.

🔹 Impero Bizantino – Questo impero comprendeva la Grecia, la Turchia e la Siria. Le loro ceramiche non erano sempre di ottima qualità, e spesso l’invetriatura (la copertura lucida) si staccava. A Pisa si sono trovati pochi pezzi provenienti da questa zona.

Le ceramiche e Pisa
Pisa, una città di mare, commerciava con tanti paesi e raccoglieva ceramiche da tutto il Mediterraneo. Studiando questi oggetti, gli storici hanno scoperto molte cose sulle rotte commerciali e sugli scambi tra i popoli.