Lo specchio tra Prudenza, Vanità e.. Walt Disney

Lo specchio è un oggetto raffigurato spesso nell’arte, ma esso può assumere molteplici significati. In questo articolo, parleremo nello specifico dello specchio come simbolo di Vanità e di Prudenza: queste sono due ipotesi di identificazione di un’allegoria, rappresentata come una donna che sorregge proprio uno specchio, sulla facciata del Palazzo del Seminario di San Miniato.

  • LA PRUDENZA

La Prudenza è sinonimo di saggezza, per questo motivo la sua caratteristica è quella di essere spesso rappresentata come una donna che guarda -prudentemente!- in più direzioni allo stesso tempo.

Per far ciò, essa è rappresentata come una donna bifronte oppure mentre guarda in uno specchio. L’aiuto di uno specchio permette sia di guardare laddove non si riesce per prevenire un pericolo, ma potrebbe simboleggiare anche la conoscenza dei propri limiti, necessaria per essere prudenti. Inoltre, questa virtù è spesso rappresentata anche con un elmo, simbolo dell’uomo consapevole.

Talvolta, la Prudenza è accompagnata da un cervo o da una tartaruga, animali cauti e prudenti, e da un serpente: quest’ultimo potrebbe essere simbolo di prudenza come gli altri animali oppure del demonio che vuole allontanarci dalla via più sicura. La prima ipotesi è, indubbiamente, la più giusta in quanto la figura del serpente potrebbe derivare da un estratto del Vangelo in cui si dice “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Matteo, 10, 16).

Hans Baldung Grien, Prudenza, 1592, Monaco di Baviera, Alte Pinokothek
Simon Vouet, Allegoria della Prudenza, 1645, Museè Fabre, Montpellier, Francia
Girolamo Macchietti, Allegoria della Prudenza, Firenze, 1535-1592, olio su tavola, cm 71×57

Nel precedente dipinto, si vede una giovane donna, allegoria della Prudenza, con due volti: il primo si sta specchiando, l’altro è quello di un vecchio. Quest’ultimo simboleggia l’esperienza, senza la quale non si acquisisce la virtù della Prudenza.
Inoltre, il serpente, antico simbolo del Tempo, ricorda che la Prudenza è figlia del Tempo, cioè dell’esperienza.

Soprattutto a partire dal Rinascimento, talvolta nella rappresentazione della Prudenza scomparirà lo specchio per lasciare il posto ad una figura, spesso maschile, con tre teste, simbolo della memoria, dell’intelligenza e della capacità di previsione, qualità necessarie per essere saggi e, quindi, prudenti.

  • LA VANITÀ

La Vanità può avere due accezioni di significato: può essere intesa come uno dei vizi minori, così come lo intendiamo noi oggi, oppure come la traduzione letterale della vanitas latina, la “vacuità”, cioè la caducità della vita terrena, il carattere effimero dei beni materiali e della bellezza umana.

È importante fare questa distinzione per capire le modalità di rappresentazione della Vanità nell’arte. Infatti, molto spesso essa è rappresentata come una sorta di memento mori: in questo caso gli attributi iconografici principali sono il teschio, la clessidra, la candela.. per ricordare la transitorietà della vita umana. In altri casi, la Vanità è anche rappresentata come una donna, talvolta vecchia e dal brutto aspetto, che ammira se stessa ed i propri gioielli in uno specchio.

Bernardo Strozzi, Vanitas, 1637, Mosca, Museo Pushkin
Charles Allen Gillbert, All is vanity, 1892

Certo, nel corso della Storia dell’arte, molto spesso abbiamo visto anche la dea Venere rappresentata come una donna che si guarda in uno specchio. Anche in questo caso, non è del tutto estraneo il concetto di vanità e di caducità: Venere, infatti, rappresentata come una donna ammiccante, avvolta in preziose vesti, è associata al significato di amore profano, peccaminoso e, soprattutto, transitorio.

Tiziano, Venere allo specchio, 1555 ca., olio su tela, 124×104 cm, National Gallery of Art, Washington
Peter Paul Rubens, Venere allo specchio, 1613/14, Liechtenstein Museum
Statua etrusco-romana, Venere allo specchio

Una curiosità: un esempio moderno che collega lo specchio alla vanità si ritrova in un film d’animazione del 1937 prodotto da Walt Disney, basato sull’omonima fiaba dei fratelli Grimm.

Chi vi ricorda la frase “specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?“: esatto, proprio la cattiva regina Grimilde di Biancaneve e i sette nani!

Walt Disney, Grimilde e lo specchio in Biancaneve e i sette nani, 1937, film d’animazione

 

 

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