I riflessi dell’artigianato alla moda e dei consumi di lusso nelle ricevute di acquisti fatti tra gli anni ’30 e gli anni ’70 dell’Ottocento da una nobildonna lucchese, la marchesa Virginia Boccella, nata Plaideux, baronessa di Mainau. Figlia naturale del principe Nicola II Esterhazy, si era stabilita a Lucca a seguito delle nozze a Vienna nel 1830 col nobile lucchese Cesare Boccella, ma non è impensabile che oltre a possedere la pubblicazione si fosse recata a visitare la “Wiener Weltaustellung”: orgogliosa di essere chiamata “donna di genio”, ma senza dubbio anche attenta alle mode come suggerisce un suo ritratto in marmo scolpito nel 1851 da Félicie e Hippolyte De Fauveau, la marchesa era un personaggio “chiacchierato”, in quanto amante prima di Carlo Lodovico di Borbone – duca di Lucca e amico del marito – poi del Barone Löwenberg, quindi del principe Demidoff.
Dai preziosi bottoni fatti fare agli orefici alle scarpe in pelle e seta, realizzate dal calzolaio locale ma fornitore anche di “Sua Altezza Serenissima il Duca di Parma”, fino ai tessuti scelti nei negozi francesi presenti a Firenze o direttamente a Parigi, gli oggetti sono anche specchio di una vita in viaggio, in cui non mancano i soggiorni alle terme di Montecatini o di Aix-les-Bains, o il ritorno a Vienna – sua città d’origine, dove erano anche avvenute le nozze con il lucchese Cesare Boccella – in occasione dell’Esposizione Universale del 1873, appuntamenti che richiamavano variegate folle cosmopolite.
Le fatture sono relative a varie tipologie merceologiche:
– Abbigliamento e cura della persona: il corpus più vasto di documenti, contiene note e fatture relativo all’acquisto di stoffe al metro e merceria, servizi di sartoria e modisteria, ombrelli e parrucchiere.
– Gioielli, bigiotteria e orologi
– Gestione della casa: dagli arredi alla manutenzione, comprese le annotazioni dell’amministratore Burlamacchi
– Viaggi e soggiorni: ricevute di ristoranti, alloggi, trasporti e intrattenimento
La famiglia Boccella
Secondo Giovanni Battista di Crollalanza (autore del Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti) la famiglia è originaria di Firenze, trasferitasi a Lucca nel 1280. Francesco Boccella ottenne dal duca di Lucca Carlo Lodovico la conferma al titolo familiare di marchese nel 1827, già concesso dal re di Spagna Filippo V, e l’ammissione al patriziato lucchese. Sua figlia Grazia, ultima della famiglia, sposò lo svizzero Cesare Ducloz, facendo assumere ai figli il doppio cognome «Boccella Ducloz».
Il corpus di documenti
Il fascicolo è stato acquisito da una collezione privata conservata a Lucca negli anni Dieci del Duemila. Nel fascicolo sono contenuti anche materiali non pertinenti che non stati quindi indicizzati, come documenti della Camera di Commercio relativi a ditte lucchesi del primo Novecento.
Fra i materiali contenuti nel fascicolo anche una fotografia che raffigura un bambino che non è stato possibile identificare.
Bibliografia sulla marchesa Virginia Boccella
La reazione toscana e le carnificine di Livorno nei giorni 11 e 12 maggio 1849 narrate da un testimonio oculare, Genova, 1849.
Antonella Capitanio, Viaggiare per acquistare: il mercato delle arti applicate tra smanie della moda e souvenir, in L’incontro col diverso: il viaggio come scoperta dell’alterità in Occidente e tra Occidente ed aree extra europee 1600-2000, a cura di Cinzia M. Sicca, Pisa University Press, in corso di stampa.