Titolo | Apollo e Coronide |
Disegnatore | Hendrick Goltzius |
Incisore | Anonimo |
Misure | 255 mm x 168 mm |
Rif. Bartsch | 61 |
Collocazione | Collezione privata |
Testo iscrizione | “Aemonium Iuvenem furtim complexa Coronis,
Gaudia dat fulcris debita Phaebe tuis. Quod tamen illa facit, minime facit illud inulta Furta videt corvus, nunciat idq. tibi.” |
Traduzione Iscrizione | |
Commento Iscrizione | Coronide racconta il torto subìto da Febo, lei che appare come sotto sembianze di un corvo. |
Testo Metamorfosi | Ovidio, Met., Libro II, vv. 542-553. |
Descrizione |
Immersi in un paesaggio boscoso, si assiste alla scena di amore di Apollo e Coronide, adagiati in primo piano a sinistra della scena. Presente all’episodio di seduzione è un uccello appollaiato su un ramo che funge da fulcro della scena. In secondo piano, in una campagna che si perde all’orizzonte, si intravedono altri due volatili. |
Iconclass | 92B324 |
Parole chiave |
Apollo; Febo; Coronide; uccelli; corvi; cornacchia; |
Commento descrizione | L’episodio narrato riguarda l’amore tra Coronide e Apollo, inconsapevole del fatto che la fanciulla amata non fosse più casta perché oggetto della violenza di Poseidone che si era invaghito di lei. La rappresentazione della vicenda è complicata poiché, necessariamente, si collega a episodi precedenti e posteriori rispetto a quello raffigurato. Infatti, Goltzius rappresenta centrale alla scena un uccello, probabilmente il corvo portatore a Febo della notizia. Il mito narra, così come riporta Ovidio, che in origine il corvo avesse piume candide: “quam tu nuper eras, cum candidus ante fuisses, corve loquax, subito nigrantis versus in alas.”; nella scena, l’animale è effettivamente di colore bianco, come se fosse stato ritratto prima dell’infausto destino che ne avrebbe tramutato il colore. La vicenda viene narrata tramite un dialogo fatto di discorsi diretti tra una cornacchia e una civetta, probabilmente evocate dai due uccelli presenti in secondo piano. La cornacchia, infatti, è colei che cerca di mettere in guardia il corvo affinchè non parli eccessivamente, pena la punizione divina che le è stata rivolta, ossia, di essere sacrificata alle tenebre e non più alla luce. L’animale parlante in questione non è altro che Coronide stessa, dopo esser stata tramutata in civetta per aver rivelato il tradimento delle figlie di Cecrope, episodio raccontato nell’incisione successiva. |
Confronti con altre incisioni | Apollo uccide Coronide |
Osservazioni | L’episodio prevede il coinvolgimento di almeno tre incisioni. Coronide, amata da Apollo, ma già posseduta da Poseidone. La fanciulla, che viene poi uccisa da Apollo stesso proprio per il torto subìto, era stata trasformata in cornacchia per aver rivelato il segreto di Aglauro, figlia di Cecrope, ossia, di aver guardato il contenuto di una cesta affidata alle giovani da Atena. |
Bibliografia | Bibliografia |