Titolo | Apollo sorprende Venere e Marte |
Disegnatore | Hendrick Goltzius |
Incisore | Robert de Boudous |
Misure | 255 mm x 168 mm |
Rif. Bartsch | 80 |
Collocazione | Collezione privata |
Testo iscrizione | Cum Venere in medias complexibus haeret
Mars Pater, et toti proebet spectacula coelo Mulciber indicio Phoebi depraendit, eosque Turpiter amplexos divis ridentibus offert.
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Traduzione Iscrizione | |
Commento Iscrizione | Mentre Venere e Marte giacciono a letto insieme, guidati da Apollo gli dei dal cielo fanno irruzione nella camera, sorprendendoli. |
Testo Metamorfosi | Ovidio, Met. Libro IV, vv. 166-189. |
Descrizione | All’interno di una camera da letto, si vede la coppia di amanti, Marte e Venere, adagiati nell’alcova; i due vengono interrotti da un gruppo di dei che sopraggiungono dalla sinistra della composizione, trasportati da nubi. Tra questi si riconoscono, grazie ai loro attributi, Nettuno e Mercurio. A fianco del letto, sulla destra della scena, è presente una figura maschile che brandisce delle catene; si tratta di Vulcano, il marito tradito. |
Iconclass | 92B42331 |
Parole chiave |
Venere; Marte; amore; Nettuno; Mercurio; dei; Leuconoe; Apollo; Giunone; Vulcano; |
Commento descrizione | L’episodio viene riportato da Leuconoe, una delle figlie di Minia, e costituisce uno dei racconti narrati dalla fanciulle e contenuti nel IV libro; la suddetta si dedica ai racconti circa gli amori di Apollo ma, nel caso specifico, riferisce di quello tra Marte e Venere sorpreso da Apollo. Febo, infatti, sorprendendo i due amanti divini, pensa di informare Vulcano, marito di Venere e figlio di Giunone. Costui decide di trarre in inganno i due amanti, circondando il letto su cui sono soliti giacere insieme con delle catene da lui stesso forgiate. Ai piedi del letto, si vedono le armi deposte di Marte, sparse confusamente per la stanza. L’incisore decide di immortalare l’attimo in cui gli dei, avvertiti da Apollo, a capo della schiera e con il volto splendente, fanno irruzione nella camera, come racconta Ovidio: “in mediis ambo deprensi amplexibus haerent”. Tra i vari dei chiamati a raccolta si riconoscono Mercurio e Nettuno, grazie ai loro attributi, mentre Vulcano viene ritratto ai lati del letto con in mano le catene con cui ha legato gli amanti. La scena riproduce fedelmente i particolari narrati; Apollo è ben visibile, essendo lui l’artefice dell’agguato; Vulcano, invece, riconoscibile grazie allo strumento del suo ingegno, ossia le catene appena forgiate. |
Confronti con altre incisioni | |
Osservazioni | |
Bibliografia | Bibliografia |