Titolo | Nettuno partecipa alla distruzione dell’umanità |
Disegnatore | Hendrick Goltzius |
Incisore | Anonimo |
Misure | 255 mm x 168 mm |
Rif. Bartsch | 40 |
Collocazione | Collezione privata |
Testo iscrizione | “ Undivomo collecta Noto Thaumantias Iris
Nubilia per terras dissipa imbre grani Niptunusque ferox cunctis indicit aquarum Numinibus fontes eiaculare suos” |
Traduzione Iscrizione | |
Commento Iscrizione | |
Testo Metamorfosi | Ovidio, Met., Libro I, vv. 262-290. |
Descrizione | La scena appare molto concitata, sulla destra si riconosce Nettuno mentre agita il suo tridente per richiamare a raccolta le acque della terra, personificate da figure maschili recanti tra le braccia delle anfore in cui, probabilmente, sono racchiusi i fiumi terresti. Centrale alla composizione è una figura maschile, che sembra spiccare il volo, forse Noto, il vento in grado di portare la pioggia. In primo piano, a colloquio con uno degli uomini, si vede una fanciulla dotata di ali leggere che potrebbe essere identificata con Iride, la messaggera di Giunone. |
Iconclass | 92K1 |
Parole chiave |
Nettuno; Noto; Giunone; Iride; Giove; Universo; fuoco; acqua; nuvole; |
Commento descrizione | In base alle parole di Estius, di particolare rilievo risultano essere Noto e Iride, personaggi nominati anche nella fonte ovidiana. Giove, infatti, ha deciso di distruggere l’Universo non con il fuoco delle sue saette, temendo così di infiammare anche il sacro etere, bensì di sommergerlo. Dopo aver allontanato tutti i venti che fugano i cumuli di nubi, libera il Noto, ossia il vento che è carico di pioggia. Ovidio racconta che “[…]madidis Notus evolat alis”, ossia che spicca il volo su ali madide, con l’atteggiamento fedelmente descritto da Goltzius nel personaggio centrale che si libra nel cielo e che sembra rilasciare vapore acqueo. Iride, invece, è colei che assorbe l’acqua e alimenta le nuvole, “Iris aquas alimentaque nubibus adfert”, e potrebbe essere raffigurata come unica figura femminile, dotata di ali che sembrano appena percepibili. Nel suo progetto, Giove viene aiutato dal fratello Nettuno che percuote la terra, [Ipse tridente suo terram percussit] e chiama a sé tutte le acque; il dio non è in primo piano nella composizione ma occupa una posizione di rilievo che lo rende ben visibile e riconoscibile grazie al tridente. Le acque, dando libero sfogo alla loro forza, ricoprono qualsiasi cosa, tanto che ormai non vi è distinzione tra terra e mare. |
Confronti con altre incisioni | Il diluvio |
Osservazioni | |
Bibliografia | Bibliografia |