Apollo affida a Chirone l’educazione di Esculapio

Titolo Apollo affida a Chirone l’educazione di Esculapio
Disegnatore Hendrick Goltzius
Incisore Anonimo
Misure 255 mm x 168 mm
Rif. Bartsch 65
Collocazione Collezione privata
Testo iscrizione “ Insontem sobolem, nec sonte Coronide, Apollo

Parte viro tradit,parteque tradit equo.

Chironis tandem, post dicta oracola, biformis

Paulatim formam filia sumit equae.”

Traduzione Iscrizione
Commento Iscrizione Apollo affida al biforme Chirone, metà uomo, metà cavallo, il figlio avuto da Coronide. La figlia del centauro, dalle capacità profetiche, viene trasformata, a sua volta, in cavallo.
Testo Metamorfosi Ovidio, Met., Libro II, vv. 625-675.
Descrizione Nei pressi di un edificio,  si vedono alcuni personaggi dalla  natura metà umana e metà equina; accasciata a terra, infatti, si vede una figura di centauro in compagnia di un’altra dal corpo umano e il volto di cavallo. Si tratta probabilmente del villaggio in cui si trova Chirone, il centauro a cui sarà affidata l’educazione di Esculapio, rappresentato ancora infante tra le braccia del dio. I protagonisti della composizione sono rappresentati in primo piano mentre stanno parlando.
Iconclass 46C13141
Parole chiave

Chirone; Esculapio, cavallo; centauro; Coronide;

Commento descrizione Prima di morire, Coronide aveva confessato ad Apollo di aspettare un figlio; il dio, sentendosi ormai colpevole della morte della fanciulla, decide di togliere il bambino dall’utero della madre e di affidarlo a Chirone, figura “biformis” poiché in parte uomo in parte cavallo. Chirone era un centauro figlio di Saturno e della ninfa Filira ed era stato anche precettore di Achille. Apollo porta Esculapio, il figlio avuto da Coronide, da Chirone, nella sua caverna; come racconta Ovidio, “tulit Chironis in antrum”, ma Goltzius preferisce ambientare l’episodio in una sorta di villaggio a lui contemporaneo. L’abitazione del centauro, infatti, non ha le tipiche caratteristiche confacenti una caverna ma ha una fattura che risulta più in linea con le abitazioni tedesche di fine ‘500. Le parole di Estius, probabilmente, rendono comprensibile un altro particolare della scena; si legge, infatti, “ filia sumit eque”, elemento che permette di ipotizzare che nell’incisione sia rappresentato anche la vicenda della figlia di Chirone e riconoscibile nel gruppo in secondo piano. Ociroe, figlia del Centauro, dotata di capacità profetiche e capace di compiere “oracula”, rivela a Esculapio il suo futuro, motivo per cui viene trasformata in un cavallo; da questo momento, la fanciulla è conosciuta anche con il nome di Ippo. È plausibile, quindi, che nella composizione sia narrato anche questo momento, e che la trasformazione sia stata immortalata nell’attimo stesso del suo compiersi.  Dal passo ovidiano si deduce che la trasformazione della giovane da umana in cavalla cominci dalla testa e ciò giustificherebbe la presenza nella scena della figura della stessa con corpo ancora femminile e la testa già equina.

 

Confronti con altre incisioni
Osservazioni
Bibliografia Bibliografia