La disputa sulla sessualità

Titolo La disputa sulla sessualità
Disegnatore Hendrick Goltzius
Incisore Robert de Boudous
Misure 255 mm x 168 mm
Rif. Bartsch 76
Collocazione Collezione privata
Testo iscrizione Liberiore ioco diffusur nectare, curas

Iuppiter, in coelis leta cum coniuge ludit.

Prae maribus maior vestra est meae Iuno, voluptas

Inquit: at illa negat, crescit contentio verbis

Traduzione Iscrizione
Commento Iscrizione Giove e Giunone discutono su chi dei due avesse maggior piacere derivato dal coito.
Testo Metamorfosi Ovidio, Met., Libro III, vv. 315-322.
Descrizione Nell’Olimpo, al termine di un banchetto divino, come si evince dalla presenza di un tavolo imbandito, circondato da altre divinità e da amorini presenti in tutta la scena, Giove e Giunone stanno conversando; i due dei sono riconoscibili grazie ai relativi attributi, ossia l’aquila trionfante sulla testa di Giove e i pavoni vicino alla moglie. Sulla sinistra della scena, di ridotte dimensioni rispetto ai protagonisti, si vede Vulcano mentre sta forgiando degli oggetti.
Iconclass 95A61
Parole chiave

sesso; sessualità; maschile; femminile; Tiresia; Giove; Giunone; conversazione; banchetto; Olimpo; disputa;

Commento descrizione Giove, assuefatto da troppo nettare, “Liberiore ioco diffusur nectare” come riferisce Ryckius, si lascia andare a qualche discorso giocoso con la moglie Giunone. Probabilmente, la leggerezza degli animi dei due dei è stata rappresentata dall’incisione mettendo in scena un banchetto dove si immagina vi siano state libagioni a profusione; nonostante non sia citato il vino ma solo il nettare, è da considerare che vicino al dio è stata collocata una sorta di coppa, ad accrescere quel senso di ebbrezza di cui gode Giove nell’episodio in questione. La conversazione dei due coniugi verte intorno al piacere sessuale, ossia se sia più gratificato l’uomo o la donna.

Giunone nega l’eventualità che sia la donna ad avere maggior piacere, affermazione che risulta di importanza tale da essere riportato nei distici di Ryckius che scrive: “maribus maior vestra est mae Iuno, voluptas/ Inquit: at illa negat”, seguendo una costruzione sintattica che ripende fedelmente quella ovidiana. Nella fonte latina, infatti, si legge: “quam quae contingit maribus’ dixisse ‘voluptas.’/ illa negat.[…]”. L’enigma da risolvere viene rivolto a Tiresia, colui che era dotato di doppia natura.

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Osservazioni
Bibliografia Bibliografia