Titolo | Oceano e Teti |
Disegnatore | Hendrick Goltzius |
Incisore | Anonimo |
Misure | 255 mm x 168 mm |
Rif. Bartsch | 60 |
Collocazione | Collezione privata |
Testo iscrizione | “ Aëra devexum Juno secat alite curru
Conquestura sui furta petulea viri Ocëano supplex magno, et tibi cerula Tethy Celo quae pellex, sydus et Arcas habent” |
Traduzione Iscrizione | |
Commento Iscrizione | Giunone, mediante il suo carro, raggiunge Oceano e Teti per lamentarsi del fatto che l’amante di suo marito, insieme ad Arcade, è stata elevata in cielo sotto forma di costellazione. |
Testo Metamorfosi | Ovidio, Met., Libro II, vv. 508-530. |
Descrizione | La scena è strutturata su tre registri diagonali: in quello inferiore, adagiata su nuvole di vapore si trova Teti, su quello centrale, a dorso di un animale acquatico Oceano, su quello superiore, alla guida del suo carro trainato da pavoni si trova Giunone. I tre personaggi si guardano reciprocamente, mentre sono ritratti a colloquio. |
Iconclass | 92C1121 |
Parole chiave |
Oceano; Teti; pavoni; Giunone; costellazione; Orsa Maggiore; carro; maledizione; |
Commento descrizione | Folle d’ira per l’inefficacia della sua maledizione, Giunone va a colloquio da Oceano e Teti per lamentare il fatto che un’amante del marito fosse addirittura stata trasformata in costellazione; così dice la dea: “facta est dea! sic ego poenas sontibus inpono, sic est mea magna potestas”. Callisto era stata trasformata nella costellazione dell’Orsa Maggiore, tanto che ormai Giunone non si sente più regina del cielo. La dea chiede che almeno la costellazione possa non avvicinarsi nelle acque di coloro che l’hanno allevata e presto si allontana sul suo carro guidato da pavoni. La costruzione rispetta un’impostazione simmetrica e molto fedele a quanto viene narrato nel testo. |
Confronti con altre incisioni | |
Osservazioni | |
Bibliografia | Bibliografia |