Parole chiave | nuvole, aura, giglio, palla, compasso |
Genere | Donna |
Attributi | Testa nascosta da nuvole, aura luminosa che la circonda, in una mano un giglio, nell’altra una palla e un compasso |
Descrizione (Ripa 1603) | Donna che habbia ascosa la testa fra le nuvole et il resto sia poco visibile per lo splendore che la circonda, porga una mano fuor dello splendore, con la quale terrà un giglio, sporgendo con l’altra mano una palla et un compasso. Si dipinge la Bellezza con la testa ascosa fra le nuvole, perché non è cosa della quale più difficilmente si possa parlare con mortal lingua et che meno si possa conoscere con l’intelletto humano, quanto la bellezza, la quale nelle cose create non è altro, metaforicamente parlando, che un splendore che deriva dalla luce della faccia di Dio, come difiniscono i Platonici, essendo la prima bellezza una cosa con esso, la quale poi, communicandosi in qualche modo d’idea per benignità di lui alle sue creature, è cagione che esse intendano in qualche parte la bellezza, ma come quelli che guardano se stessi nello specchio subito si scordano, come disse S. Giacomo nell’Epistola Canonica, così noi, guardando la bellezza nelle cose mortali, non molto potiamo alzarsi a vedere quella pura et semplice chiarezza, dalla quale tutte le chiarezze hanno origine. Si dipingerà dunque nella sudetta maniera significandosi per la mano che si estende col giglio la bellezza de’ lineamenti et de’ colori del corpo feminile, nel quale pare che sia riposta gran parte di quella piccola misura di bellezza che è participata et goduta in terra, come habbiamo già detto di sopra. Nell’altra mano terrà la palla, col compasso, per dimostrare che ogni bellezza consiste in misure et proportioni, le queli s’aggiustano col tempo et col luogo. Il luogo determina la bellezza nella dispositione delle Provincie, delle Città, de’ Tempii, delle Piazze, dell’huomo e di tutte le cose soggette all’occhio, come colori ben distinti et con una proportionata quantità et misura et con altre cose simili; col tempo si determinano l’armonie, i suoni, le voci, l’orationi, gli abbattimenti et altre cose, le quali con misura aggiustandosi dilettano et sono meritamente chiamate belle. Et come il giglio per l’acutezza dell’odore muove il senso et desta gli spiriti, così medesimamente la bellezza muove et desta gl’animi ad amare et desiderare di godere, per dar perfettione a se stesso, la cosa che si conosce per la molta bellezza degna di consideratione et di prezzo, sopra di che un nobile et gentilissimo spirito. |
ILLUSTRAZIONI NELLE EDIZIONI