Nella città di San Miniato (PI) furono fondamentali gli interventi architettonici effettuati tra il Seicento ed il Settecento dal momento che questi hanno trasformato il volto medievale della città in un ambiente moderno e attuale.
Lo stesso succede anche per il luogo dove oggi sorge il Palazzo del Seminario Vescovile: durante il Medioevo la Piazza del Seminario era circondata da mura a cui si addossavano piccoli edifici ad uso di bottega visto che nella zona si teneva il mercato settimanale. L’aspetto sinuoso delle mura ancora oggi influenza l’andamento della facciata del Seminario che segue, infatti, l’antico percorso murario.
Inoltre, quando nel 1622 viene istituita la Diocesi di San Miniato, la città inizia a dotarsi di edifici che si adeguano a questa nuova preziosa qualifica.
Sulla storia del Palazzo del Seminario è interessante analizzare le notizie riportate da Giuseppe Piombanti, Giuseppe Rondoni ed Antonio Vensi, personalità e studiosi importanti della città di San Miniato. Nel 1894 da Giuseppe Piombanti, in Guida alla città di San Miniato al Tedesco, scrive:
“Sull’antica piazza della cittadella, oggi Vittorio Emanuele, mons. Angelo Pichi acquistava, nel 1650, una casa, e ne faceva un piccolo seminario per dodici chierici, cui dette toga paonazza, i quali solamente vi andavano, come sembra, per ricevere le necessarie lezioni. Il vescovo Cortigiani volle ingrandirlo e ridurlo a permanente convitto. Comprò a tal fine due case, alle mura castellane addossate; colla prima le mise in comunicazione, e poi col giardino del suo palazzo per potervi a suo piacimento andare. Nel 1685, solennemente con dodici convittori lo apriva, sotto la protezione di S. Caterina verg. e martire, e con regole sopra quelle di S. Carlo Borromeo formate. Ma per lo zelo del gran vescovo Poggi tutto questo era ben piccola cosa. Onde, acquistate altre abitazioni al di là della chiusa Porta delle Corna, e tutto riunito in un sol corpo di fabbrica, lo ridusse come al presente si vede, facendone da Francesco Chimenti da Fucecchio bellamente adornar la facciata con figure di virtù, sentenze bibliche e di santi padri [..]. Di abili insegnanti quindi provvedutolo, ai 22 novembre 1713 a vantaggio dei chierici della diocesi con religiosa festa fu aperto. ”
Sappiamo che Piombanti basa le sue informazioni sul Seminario sulle ricerche dello storico locale Giuseppe Rondoni il quale, a sua volta, si basa sull’opera di un altro studioso, ovvero Antonio Vensi.
Interessante leggere quanto scrive Giuseppe Rondoni nel 1876 in Memorie storiche di San Miniato al Tedesco:
“Vasta e decorosa è la fabbrica del Seminario, fondata per la prima volta sotto il vescovo Pichi, nella prima metà del secolo XVII. […] Il vescovo Cortigiani, a persuasione del sacerdote Agostino Pecorini, suo cerimoniere, deliberò di ampliare il seminario e, comperate alcune casette in piazza della Pieve (oggi Vittorio Emanuele), […] e potè nel 1683 raccogliere i chierici a convitto […]. Mons. Poggi fece ingrandire ancora maggiormente l’incominciato edifizio e lo volle adorno all’esterno di pitture allegoriche, che furono opera di Francesco Ghimenti, pittore di Fucecchio […]. Il benemerito Poggi apriva nel 1716 il Seminario per tutti i giovani della Diocesi, i quali si consacrassero allo stato ecclesiastico, e da allora in poi quell’Istituto divenne fiorente di alunni e di maestri egregi, aggiungi che Monsignor Pierazzi nel 1842 vi apriva una biblioteca non piccola arricchita [..] dal prop. Giuseppe Conti nel 1865 .”
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1650
Ricapitolando, dunque, nel 1650, in Piazza della Repubblica, il Vescovo Angelo Pichi costruì un piccolo edificio destinato alla formazione del clero. Questo sorgeva originariamente laddove, oggi, si trova la parte più bassa dell’edificio.
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1682
Nel 1682 il vescovo Cortigiani ampliò l’edificio del Seminario e vi istituì un convitto per il soggiorno dei seminaristi.
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1703-17013
Nel 1703 Monsignor Giovanni Francesco Maria Poggi ampliò ulteriormente l’edificio, costruendo l’ala, dotata di portico, che si dispone ad angolo retto rispetto al resto dell’edificio.
Dal 1706 al 1708 si lavorò per unire l’ala più antica costruita da Monsignor Pichi e l’ala voluta da Monsignor Poggi attraverso l’acquisizione dello spazio interposto, occupato dalle vecchie case. Davanti all’edificio risultante fu costruita la scala a doppia rampa che vediamo oggi.
In questo stesso periodo, Monsignor Poggi commissionò la decorazione ad affresco della facciata del Seminario a Francesco Chimenti da Fucecchio: questa, nonostante i 63 anni trascorsi per completare l’edificio, determina una continuità perimetrale e visiva del palazzo. Infatti, la facciata è caratterizzata da una scansione ripetuta di due moduli compositivi verticali, ovvero i motti latini e le 30 figure di virtù che, oltre a dilatare la superficie parietale, fanno sembrare l’edificio un unico grande blocco.
I lavori al Seminario terminano nel 1713.
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1800-1900
L’edificio subì un importante deterioramento a partire dalla fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; in questo periodo iniziarono i primi restauri alla struttura e alla facciata.
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OGGI
Oggi, l’edificio non ha più la funzione di seminario, ma vi si trovano uffici comunali o diocesani e sedi di associazioni o istituti religiosi oltre alla Biblioteca del Seminario, un prezioso archivio di documenti e libri inediti e antichi.
L’intero complesso è considerato tra i monumenti più importanti della città ed oggi è sottoposto a vincolo, come dichiara il D. Lgs. 20 gennaio 2010, n. 27: il “Seminario Vescovile di San Miniato con piazza antistante, resede e terreno pertinenziale sul retro è dichiarato di interesse e, quindi sottoposto a vincolo di tutela ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D.Lgs. del 22 gennaio 2004, n. 42”.